Affittacamere

Room & Breakfast - Locanda

Affittacamere

Sono esercizi di affittacamere le strutture, gestite in forma imprenditoriale, composte da non più di sei camere destinate ai clienti, ubicate in non più di due appartamenti ammobiliati situati nello stesso stabile, nelle quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari.

L’esercizio di attività di affittacamere consente anche la possibilità di somministrazione dei pasti agli alloggiati: ove tale servizio sia fornito, occorre la presenza di una o più sale destinate alla somministrazione di alimenti e bevande per una superficie complessiva di almeno mq. 14, per i primi sei alloggiati; per gli ulteriori ospiti che utilizzino congiuntamente le sale andrà calcolato un ulteriore metro quadro a testa.
Le caratteristiche strutturali ed igienico-edilizie dei locali adibiti ad attività di affittacamere sono quelle previste per i locali di civile abitazione dai regolamenti comunali edilizi e di igiene.
L’attività di affittacamere può essere svolta, chiedendo l’utilizzo della specificazione tipologica, anche nella modalità di:

  • Camera e colazione - room & Breakfast - quando oltre all’attività di alloggio si fornisce almeno la prima colazione;
  • Locanda - quando in aggiunta ad un esercizio di ristorazione è svolta dallo stesso titolare, nello stesso edificio, un’attività di affittacamere.

Il servizio di prima colazione può essere fornito nel pubblico servizio; in alternativa può essere predisposto un angolo thè-caffè, all’interno delle stanze o nel locale di soggiorno. Si intende per angolo thè-caffè, la dotazione di un bollitore elettrico su un apposito supporto all’interno della stanza.

La dotazione deve essere completata da bustine per thè o caffè per la preparazione delle bevande e dalla fornitura di zucchero, di brioches o biscotti preconfezionati per ogni ospite, nonché la fornitura di tazza, piattino, cucchiaio e coltello per ogni ospite.

All’esterno dell’attività dovranno essere esposti, in modo ben visibile, i marchi identificativi dell’attività come definiti dalla Regione Emilia-Romagna (BUR Regione Emilia-Romagna n. 174 del 04/12/2007).

 
 
Requisiti

Per l’avvio o l’esercizio dell’attività sono necessarie due tipologie di requisiti:

 

Requisiti soggettivi (attinenti all'impresa che gestisce l'attività - ditta individuale o società)

 

  • Essere proprietario o avere ad altro titolo la disponibilità dell’immobile oggetto dell’intervento;
  • Essere iscritto al Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio;
  • Essere in possesso dei requisiti morali da autocertificare al momento della presentazione della segnalazione, e in particolare non sussistenza di cause ostative ai sensi dell’art. 67 del D.lgs 159/2011 e degli artt. 11, 12, 92 del T.U.L.P.S;
  • Non avere in corso procedure concorsuali e/o fallimentari;
  • Non essere stato interdetto o inabilitato;

 

Requisiti oggettivi (riguardanti i locali ove l’attività viene svolta)

 

  • Avere proceduto alla notifica sanitaria richiesta dalla normativa a tutela della salute, se è prevista la somministrazione di ulteriori pasti oltre la prima colazione agli alloggiati e loro ospiti o se trattasi di locanda;
  • I locali cucina in caso di somministrazione della sola prima colazione dovranno essere della dimensione minima prevista dei Regolamenti edilizi e di igiene e potranno anche essere sottoforma di cucinotto o angolo cottura. In questo caso le dimensioni del locale cucina e somministrazione sono quelle definite dai Regolamenti edilizi e di igiene. In caso di somministrazione di altri pasti la cucina dovrà obbligatoriamente trovarsi in un locale separato;
  • I locali devono essere in possesso del Certificato di conformità edilizia ed agibilità e devono essere conformi a tutte le normative, prescrizioni, autorizzazioni in materia edilizia, urbanistica, igienico-sanitaria, di pubblica sicurezza e di prevenzione incendi, nonché a quelle sulla destinazione d’uso dei locali e degli edifici previste per gli immobili a uso abitativo;
 
 
Procedimenti

Adempimenti

Per quanto riguarda gli obblighi verso il cliente,gli affittacamere devono assicurare i servizi minimi di:
a) Servizio di ricevimento assicurato 8 ore su 24;
b) Pulizia giornaliera della camera dei bagni e delle stanze e dei locali ad uso comune;
c) Cambio della biancheria da camera e da bagno almeno 2 volte alla settimana e ad ogni cambio del cliente;
d) Cambio della biancheria da cucina ad ogni cambio del cliente;
e) Esporre i prezzi con le modalità sopra descritte La ricevuta del pagamento deve essere rilasciata utilizzando gli appositi blocchetti reperibili presso i rivenditori autorizzati;

 

Variazioni
È obbligatorio comunicare la variazione di qualsiasi elemento o la cessazione dell’attività al Comune.

 

Pubblica Sicurezza
È obbligatorio comunicare all’autorità di Pubblica Sicurezza le generalità delle persone alloggiate entro le 24 ore dall’arrivo tramite schedine di notifica, o telematicamente tramite il sito internet del progetto “Alloggiati web” richiedendo l’autenticazione alla Questura di Bologna. 

 
 
 
Oneri

Non previsti, fatta salva la diversa regolamentazione comunale, che potrebbe prevedere oneri istruttori.

 
 
Controlli

I controlli sulle attività sono svolti dalla Polizia locale.

 
 
Tutela giurisdizionale

AZIONE DI ANNULLAMENTO di un PROVVEDIMENTO ESPRESSO


L'azione di annullamento consiste nell'impugnazione di un provvedimento amministrativo (es. una autorizzazione) innanzi al giudice amministrativo (ossia, il TAR competente) al fine di ottenerne l'annullamento. Il termine per proporre l'azione di annullamento è, a pena di decadenza, di 60 giorni. Questo termine decadenziale decorre:

 

  • dalla notificazione, o comunicazione o piena conoscenza dell'atto;
  • per gli atti per i quali non sia richiesta la notificazione individuale, dal giorno in cui sia scaduto il termine per la pubblicazione (se prevista dalla legge o in base alla legge).

 

AZIONE DI ANNULLAMENTO avverso il SILENZIO-ASSENSO


L'azione di annullamento si presenta, sostanzialmente invariata, anche nel caso in cui sia contestato non un provvedimento espresso, bensì il silenzio-assenso della PA: difatti, gli effetti del silenzio-assenso, assimilabili a quelli di un provvedimento che accoglie l'istanza del privato, possono illegittimamente pregiudicare gli interessi di terzi. Il silenzio-assenso, come eccezione alla regola del provvedimento espresso, si viene a formare solo nei casi in cui vi sia una norma che lo prevede espressamente: in questi casi tassativi, l'inerzia della PA, protrattasi oltre al termine di conclusione del procedimento, si risolve nell'accoglimento dell'istanza del privato. Il termine, dunque, per proporre un'azione di annullamento avverso il silenzio-assenso di una PA è sempre di 60 giorni.

 

AZIONE avverso il SILENZIO INADEMPIMENTO


Il silenzio inadempimento è la situazione che si verifica quando un'amministrazione, nel termine individuato dalla legge, non abbia assunto alcun provvedimento e sia rimasta inerte.
L'azione avverso il silenzio inadempimento della PA può essere proposta, innanzi al TAR, finchè l'amministrazione omette di provvedere, e comunque non oltre un anno dalla scadenza del termine indicato dalla legge per la conclusione del procedimento. Il giudice, se accoglie il ricorso, ordina alla PA di provvedere entro un termine congruo, normalmente non superiore ai 30 giorni.
L'ordine di provvedere che il giudice impartisce alla PA una volta accolto il ricorso avverso il silenzio inadempimento, può essere di due tipi:

 

  • generico, nel caso in cui la PA, in quel procedimento, conservi comunque un coefficiente di discrezionalità nella scelta se adottare un provvedimento positivo o negativo;
  • specifico, nel caso in cui la PA, per quel procedimento, non abbia alcuna discrezionalità, ma si tratti di attività vincolata (es. il rilascio del permesso di costruire).

 

SEGNALAZIONE CERTIFICATA DI INIZIO ATTIVITA'

(Le riflessioni svolte in materia di SCIA valgono anche in riferimento alla dichiarazione di inizio attività (DIA); tuttavia, quest'ultimo istituto è stato, nel tempo, ridotto a un numero sempre più limitato di procedimenti al fine di giungere ad un suo totale superamento)


La SCIA permette al privato di iniziare l'attività al momento della segnalazione e la pubblica amministrazione competente ha un termine di 60 giorni (30 in materia edilizia) per verificare che l'attività segnalata sia conforme alla normativa vigente. A norma del co. 6-ter dell'art. 19 della L. 241/1990 sul procedimento amministrativo, la SCIA non equivale a un provvedimento tacito, ma si configura come una mera dichiarazione di scienza del privato alla pubblica amministrazione in merito all'inizio di una attività. Questo punto è importante per la tutela del terzo, poichè il terzo, pregiudicato dall'attività segnalata potrà scegliere fra due opzioni:

 

potrà sollecitare la PA competente a esercitare i propri poteri di controllo e, quindi, di inibizione di una attività che, a detta del terzo, sarebbe contraria alla normativa vigente. Qualora la PA rimanga inerte a fronte delle sollecitazioni del terzo, questi potrà esperire l'azione avverso il silenzio inadempimento della PA che, se accolta, comporterà una condanna della PA a provvedere;

in alternativa, potrà, entro il termine previsto per l'attività di controllo della PA (60 o 30 giorni), esperire innanzi al TAR l'azione di accertamento, finalizzata a far dichiarare dal giudice l'insussistenza dei presupposti per i quali la SCIA è stata presentata e costringere la PA ad esercitare i propri poteri inibitori.

 
 
Normativa

Per reperire la normativa relativa si può consultare il sito "Normattiva".

 

  •  D.lgs. 6 settembre 1989, n. 322 - Norme sul Sistema statistico nazionale e sulla riorganizzazione dell’Istituto nazionale di statistica, ai sensi dell’art. 24 della legge 23 agosto 1988, n. 400;
  • L.R. 28 luglio 2004, n. 16 - Disciplina delle strutture ricettive dirette all’ospitalità. Strutture alberghiere ed extra-alberghiere;
  • L.R. n. 40 del 23 dicembre 2002 - Incentivi per lo sviluppo e la qualificazione dell'offerta turistica regionale. Abrogazione della L.R. 11 gennaio 1993, n. 3 (Disciplina dell'offerta turistica della Regione Emilia Romagna. Programmazione e finanziamento degli interventi. Abrogazione della L.R. 6 luglio 1984, n. 38);
  • Delibera Giunta regionale 19 dicembre 2005, n. 2186 - L.R. 16/04 art. 3 comma 2 - approvazione dei requisiti e standard strutturali per l'esercizio delle strutture ricettive extralberghiere e della tipologia ricettiva degli appartamenti ammobiliati per uso turistico, come modificata dalla Delibera di Giunta regionale n. 802/2007 del 04/06/2007;
  • Determina responsabile del Servizio regionale n. 6008/2006 come modificata dalla determina n.7953/2006 - Approvazione dei marchi identificativi delle strutture extralberghiere in esecuzione della Delibera di Giunta regionale n. 2106/2005;
  • Determinazione n° 14543 del 15 dicembre 2010 - l.r. 16/2004 - Approvazione modulistica relativa all'inizio attività di strutture ricettive extralberghiere e alla classificazione delle case e appartamenti per vacanze e degli appartamenti ammobiliati per uso turistico;
  • Determina responsabile del Servizio regionale n. 15528/2007 - Approvazione del marchio relativo alla specificazione tipologica aggiuntiva di “Residenza d’epoca” per le strutture ricettive extralberghiere;
  • Circolare prot. PG/08/227543 del 3 ottobre 2008 - Differenze tra room and breakfast e Bed and Breakfast;
  • Determina Dirigenziale n. 15528 del 21 novembre 2007 - Approvazione del marchio relativo alla specificazione aggiuntiva di residenza d'epoca per le strutture ricettive extraalberghiere;
  • L.R. 12 febbraio 2010 n. 4 - Norme per l’attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno e altre norme per l’adeguamento all’ordinamento comunitario - legge comunitaria regionale per il 2010;
  • Delibera Giunta regionale 4 giugno 2007, n. 802 - L.R. 16/04 art. 3 comma 2 - Approvazione dei requisiti e standard strutturali per l'esercizio delle strutture ricettive extraalberghiere e della tipologia ricettiva degli appartamenti ammobiliati per uso turistico;
 
 
 
 

Ultimo aggiornamento: 13-12-2018

 

QUESTA SCHEDA E' IN FASE DI AGGIORNAMENTO. La riforma di ampio respiro della Pubblica Amministrazione inaugurata con la L. 124/2015 - c.d. Madia - e, di conseguenza, i numerosi interventi a livello di normativa regionale, hanno inciso sotto vari profili anche su diverse delle attività presenti sulle schede vademecum.

Attualmente, stiamo procedendo all'aggiornamento di ogni singola scheda, pertanto, invitiamo l'utenza a rivolgersi al Suap territorialmente competente per appurare l'eventuale sussistenza di ulteriori - o diversi - adempimenti al fine di avviare/modificare/cessare l'attività di interesse.