Con la sempre maggiore diffusione degli acquisti online e delle consegne a domicilio, negli ultimi anni il settore del packaging è cresciuto molto e ha subìto cambiamenti significativi: per rimanere competitive, e continuare a soddisfare i clienti, le aziende si sono dovute impegnare in un percorso di adeguamento continuo, sia verso l’interno che verso l’esterno.
E-imballaggi s.r.l. si è lanciata con entusiasmo nel mercato della cartotecnica, forte anche dell’esperienza trentennale in ambito stampa e serigrafia della ditta sua antenata.
Ne abbiamo parlato con Luca Tartari, proprietario e fondatore, che dalla sede di Altedo ci ha raccontato una realtà piccola che però ragiona come una grande, e che fa dell’approccio inclusivo un caposaldo del lavoro di tutti i giorni.
Cominciamo con un piccolo accenno di storia: come e quando prende vita E-imballaggi?
Le nostre radici risalgono al 1993, quando i miei genitori hanno fondato Europrint s.n.c., una classica azienda a conduzione famigliare attiva ancora oggi nel campo della produzione di imballaggi in ambito industriale. A suon di lavori fatti bene, Europrint è sopravvissuta alla rivoluzione digitale senza mai aprire nemmeno un sito web per promuovere la propria attività, grazie semplicemente al passaparola e alla fidelizzazione dei clienti.
E-imballaggi invece nasce nel 2021, in un certo senso per aggiornare il modello commerciale e la comunicazione esterna, specialmente web e social. Tutto parte da un’idea allo stesso tempo semplice e molto complessa, che ovviamente ho condiviso a fondo con la mia famiglia: per avere successo come azienda, in questo periodo storico non bisogna soltanto funzionare in termini operativi, ma anche essere belli - sia dentro che fuori diciamo. Questo significa non solo migliorare costantemente il prodotto, ma anche lavorare a fondo sul clima che si respira in stabilimento e sul benessere di chi lavora con noi.
Oggi Europrint resta il nostro principale fornitore, ma ci presentiamo come un’azienda più strutturata, con 100mila € di capitale sociale e una vision che guarda di più al futuro: il know-how, il cuore e i valori però restano sempre gli stessi.
Veniamo adesso all’Albo metropolitano delle aziende socialmente responsabili: la vostra impresa è stata ammessa alla sezione AZIENDE INCLUSIVE. Potete dirci di più di cosa significa per voi essere inclusivi e come avete ragionato e lavorato in questo ambito?
Senza falsa modestia, e con parecchio orgoglio, si può dire che in un certo senso siamo dei pionieri nel campo. Negli anni passati abbiamo sempre partecipato attivamente al premio per la responsabilità sociale di impresa organizzato dalla cooperativa sociale CSAPSA, un progetto che è stato precursore dell’Albo delle aziende socialmente responsabili della Città Metropolitana di Bologna.
A livello di gestione del personale e di accessibilità degli ambienti e delle strutture ci siamo comportati di conseguenza: da un lato abbiamo assunto persone con disabilità anche senza avere alcun obbligo di legge in tal senso, dall’altro poi abbiamo lavorato per mettere in sicurezza le aree di lavoro e renderle adatte a tutte le esigenze e le possibilità. Come dico sempre, il principio di fondo è che determinanti adeguamenti delle linee di produzione e dei materiali servono a tutte le persone che lavorano, senza distinzione.
Un ragionamento simile lo abbiamo portato avanti per anni anche con altri tipi di assunzioni e collaborazioni, iniziate magari in tandem con i servizi sociali o i centri per l’impiego e che però poi si sono trasformate in capisaldi dell’attività di E-imballaggi. La collaborazione con le istituzioni, e la compartecipazione alle spese, è molto importante per fare sì che le tante aziende solidali nei nostri territori non sentano di lavorare da sole!
Entrando nel merito delle azioni inclusive con cui vi siete candidati all’Albo, cosa potete dirci di più sulle attività che avete portato e portate avanti?
L’esperienza che abbiamo candidato riguarda il lavoro con un collega ipovedente, e quindi invalido al 100%, che è con noi sin dall’inizio dell’avventura di E-imballaggi e si occupa principalmente di portineria e centralino, oltre che di piccole attività manuali. È un ragazzo che abita in paese e di cui conosciamo la famiglia da tanto: scegliere di assumerlo è stato semplice, tant’è che da subito gli abbiamo proposto un contratto a tempo indeterminato – nell'ambito di un progetto scritto a quattro mani con l’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna (ARL).
Nel corso dell’ultimo anno, abbiamo portato avanti diverse attività per renderci il più possibile inclusivi e rispondere al meglio alle sue esigenze: ad esempio ci siamo dotati di un monitor adatto a chi ha determinate difficoltà di vista, abbiamo cambiato alcune modalità di archiviazione dei documenti e dei modelli industriali, abbiamo scelto telefoni cordless per fare sì che si possa rispondere senza dovere correre da una parte all’altra della struttura. Inoltre, abbiamo lavorato sui percorsi di accesso allo stabilimento e su quelli per muoversi al suo interno: per prima cosa abbiamo sostituito la segnaletica orizzontale dipinta con alternative in rilievo, separando le aree di lavoro da quelle di carico in modo che sia sempre chiaro dove camminare e dove no. Poi abbiamo aggiornato il piano di evacuazione, creando un percorso tattile adeguato a persone ipovedenti. Per finire abbiamo lavorato sulle scale, dotandole di rilievi nella pedana che indicano dove finiscono i gradini.
I vari passaggi sono stati progettati insieme e condivisi in tutto sia con il collega interessato che con gli altri dipendenti, in modo da creare un ambiente in cui determinate attività vengono accolte con grande rispetto e totale naturalezza, non come stranezze o benefit.
Avete ulteriori progetti in corso / per il futuro in materia di responsabilità sociale?
Prima di tutto abbiamo chiaro un dato di fatto fondamentale: le azioni di adeguamento per diventare più accoglienti ed inclusivi non finiscono mai, si tratta di un percorso continuo che si costruisce insieme ai collaboratori e ovviamente anche con il necessario sostegno delle istituzioni. Per questo stiamo già mettendo a terra un progetto, cofinanziato da Fondimpresa, con l’obiettivo di creare percorsi di formazione interni che affrontino il tema delle buone prassi per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Inoltre, sempre per adattare al meglio l'ambiente di lavoro alla condizione del dipendente ipovedente, abbiamo in cantiere un importante intervento di adeguamento dell’archivio delle fustelle, le nostre matrici per il taglio delle confezioni. Dato che oggi su quel versante si lavora in condizioni di scarsa visibilità, in collaborazione con l’Agenzia per il Lavoro stiamo progettando un ambiente esterno composto da una pergola biodinamica con il tetto in vetro, che permetterà di avere una visibilità ottimale risparmiando al contempo sul consumo di elettricità.
Grazie anche a questi impegni siamo certi di poter rinnovare l’iscrizione all’Albo delle aziende socialmente responsabili anche per il 2024!
Si ringrazia per la collaborazione e la disponibilità anche Alex Folli, project manager.