Per acquisti verdi si intende un sistema di acquisti di prodotti e servizi ambientalmente preferibili, cioè "quei prodotti e servizi che hanno un minore, effetto sulla salute umana e sull'ambiente rispetto ad altri utilizzati allo stesso scopo". Un settore specifico è costituito dagli acquisti effettuati dalla pubblica amministrazione, il cosiddetto green public procurement (abbreviato GPP), che in Italia rappresentano il 17% del Prodotto Interno Lordo.
In pratica, il GPP consiste nella possibilità di inserire criteri di qualificazione ambientale nella domanda in sede di acquisto di beni e servizi. Su questo tema la Pubblica Amministrazione può svolgere, quindi, il duplice ruolo di "cliente" e di "consumatore", e in quanto tale può avere una forte capacità di "orientamento del mercato".
Le certificazione di prodotto nascono dall'esigenza di fornire ai consumatori informazioni chiare e trasparenti sulle prestazioni ambientali di un prodotto o di un servizio.
Viste dal lato di chi offre beni e servizi, le eco-etichette sono strumenti che le aziende possono utilizzare per fornire garanzia delle credenziali ambientali dei propri prodotti acquisendo così un vantaggio competitivo rispetto alle aziende concorrenti.
Le eco-etichette svolgono quindi un ruolo fondamentale nell'orientare la domanda verso beni e servizi a impatto ambientale ridotto, fornendo allo stesso tempo un'opportunità di riconoscimento per quelle aziende che optano per scelte di produzione "virtuose".
Mentre nel caso delle etichettature obbligatorie, la scelta di informare ed essere valutati su particolari caratteristiche ambientali del prodotto è una scelta obbligata per le imprese (si pensi per esempio alle etichette energetiche per gli elettrodomestici), nel caso di sistemi di eco-etichettatura ad adesione volontaria le imprese possono decidere se optare o meno per l'ottenimento di una determinata eco-etichetta e, nel caso in cui decidano di farlo, devono attenersi a eventuali regolamenti che ne sottintendono l'assegnazione.
Secondo la norma ISO 14020, le eco-etichette di natura volontaria si possono classificare in tre tipologie:
Le etichette ambientali di Tipo I sono assegnate da organismi di parte terza, pubblici o privati, e si basano su criteri sviluppati tenendo conto delle fasi del ciclo di vita del prodotto e che fissano dei valori soglia da rispettare. Gli schemi di eco-etichettatura che rientrano in tale categoria rispettano una serie di principi: sono volontari, prevedono procedure di definizione e di operatività trasparenti, prevedono la consultazione delle parti interessate, sono accessibili a tutti i potenziali richiedenti, sono sviluppati su basi scientifiche. Proprio per la loro natura, questi schemi sono quelli che più facilmente e direttamente si prestano all'utilizzo nell'ambito delle procedure d'appalto pubblico.
Rientrano tra le etichette di Tipo I l'Ecolabel Europeo, il marchio ufficiale dell'Unione Europea disciplinato dal Regolamento CE 1980/2000.
Le etichette di Tipo II sono basate su asserzioni ambientali autodichiarate e non esistono criteri o prestazioni minime di riferimento, nè è chiesta la certificazione di una parte terza.
Le Dichiarazioni Ambientali di Prodotto o EPD o DAP, ISO Tipo III, si basano su un'analisi del ciclo di vita (LCA) e seguono specifici protocolli chiamati PCR (Product Category Rules) che forniscono regole e requisiti discussi e condivisi fra i vari stakeholder, per rendere confrontabili tra loro i dati e le informazioni relative a una data categoria merceologica.
Di seguito sono elencati alcuni dei marchi ecologici e di settore più diffusi.
Un Fiore è il simbolo dell'Ecolabel europeo e contraddistingue prodotti e servizi a minor impatto ambientale. Per i produttori l'Ecolabel europeo può essere una opportunità per poter dimostrare il loro impegno e la loro attenzione alle problematiche ambientali in un mercato sempre più sensibile a queste tematiche. Per i consumatori è la via migliore per identificare e scegliere prodotti che rispettano l'ambiente.
Attualmente si possono trovare sul mercato diverse categorie di prodotti con l'ecolabel: calzature, tessili, lampadine, materassi, frigoriferi, detersivi (per lavastoviglie, per bucato, per stoviglie, multiuso e per sanitari), lavastoviglie e lavatrici, carta per copie, ammendanti, personal computer, carta per uso domestico, pitture e vernici, piastrelle, lubrificanti e i servizi di ricettività turistica e di campeggio. Sono in corso di definizione i criteri per i mobili e la carta stampata.
L'Ecolabel è nato nel 1992 ed oggi disciplinato dal Regolamento n. 1980/2000.
L'Ecolabel è il marchio ecologico europeo maggiormente usato in Italia, ma non l'unico: ve ne sono tanti altri quali Blaue engel, Nordic Swan, Nordic Environmental label, Environmental Chois (New Zeland), ecc.
L'Ecolabel (Regolamento CE n. 1980/2000) è il marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista ambientale, che possono così diversificarsi dai concorrenti presenti sul mercato, mantenendo comunque elevati standard prestazionali. Infatti, l'etichetta attesta che il prodotto o il servizio ha un ridotto impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita.
Alla base di una verifica e certificazione degli impatti ambientali di prodotto vi è preferibilmente un'analisi del ciclo di vita (LCA - Life Cycle Assessment ).
Uno studio di LCA comprende l'individuazione ed il calcolo di tutti i flussi elementari di materia ed energia in entrata e in uscita durante le singole fasi della vita del prodotto (o servizio o processo), dall'acquisizione delle materie prime, produzione, trasporto, distribuzione, uso, fino allo smaltimento finale.
In campo industriale, questo strumento consente all'azienda di analizzare le caratteristiche delle proprie attività operative e dell'adeguamento alle norme di legge e agli standard mondiali sia vigenti che proposti per il futuro.
Con analisi LCA continue, l'azienda può conoscere precisamente il proprio impatto ambientale e la sua evoluzione nel tempo e fissare procedure operative riguardo all'ambiente e parametri di miglioramento.
Studi diLCA possono aiutare ad