Progetto Urbact Procure, presentati i risultati concreti sul territorio della Città Metropolitana di Bologna

 
A Villa Guastavillani per l'evento di disseminazione del progetto Procure
A Villa Guastavillani per l'evento di disseminazione del progetto Procure

Nel corso del meeting conclusivo del progetto europeo Procure il 22 marzo scorso si è svolto l’evento di disseminazione della Città Metropolitana di Bologna (nel seguito MCBo). Sul tavolo dei relatori si sono alternati Marino Cavallo, responsabile dell’ufficio progetti europei della Città Metropolitana, Francesca Monari della Segreteria Generale e Appalti della Città Metropolitana, Daniele Senzani, professore ph.d. dell’Università di Bologna.

Cavallo ha presentato i risultati concreti raggiunti sul territorio bolognese e contenuti nel Piano di Azione del progetto Procure. Grazie al progetto, la Città Metropolitana di Bologna ha organizzato percorsi di apprendimento sugli acquisti pubblici e sulla responsabilità sociale delle imprese rivolti alle imprese locali, alle PMI e ai 55 comuni e PA del territorio MCBo.

In particolare, nel 2016 sono stati organizzati 3 workshop e una convention finale. Nel mese di novembre-dicembre 2017 si sono tenuti 3 laboratori sulla Responsabilità Sociale d’Impresa, per le PA e le PMI. A questi incontri hanno partecipato diverse PMI, associazioni di categoria, rappresentanti di comuni e aziende operanti nel settore sociale.

Oltre 40 imprese locali e PMI hanno partecipato ad un evento di approfondimento e confronto sulle piattaforme di e-procurement (MePA a livello nazionale e InterCentER a livello regionale). Oggetto dell’incontro sono stati i processi di approvvigionamento, le conoscenze, le abilità, le competenze, il know-how, i metodi e gli strumenti per il maggior coinvolgimento nei processi di approvvigionamento, in particolare attraverso la registrazione sul portale MePA e sulla piattaforma InterCentER.

Inoltre, MCBo ha partecipato alla creazione di una rete nazionale delle Città metropolitane italiane impegnata a promuovere e applicare concretamente gli appalti pubblici verdi (GPP). A Roma, il 7 ottobre 2017, MCBo ha aderito ad un Memorandum of Understanding sull'applicazione e la promozione del GPP. In base a tale accordo, entro il 2020 saranno organizzati almeno 3 eventi e azioni di networking.

Dal canto suo Francesca Monari ha spiegato come dal 2015 MCBo sia diventato un soggetto aggregatore per gli acquisti pubblici registrato alla Autorità Anti-Corruzione.

Con il provvedimento del Consiglio dei Ministri del 24 dicembre 2015 sono state identificate le categorie di prodotto della cosiddetta "spesa comune" per il biennio 2015-2017. Questa comprende beni e servizi e soglie (in alcuni casi € 40.000,00 - limite per l'assegnazione diretta o soglia comunitaria) al cui superamento - a partire dal 9 agosto 2016 - le amministrazioni pubbliche e gli organismi del servizio sanitario devono utilizzare Consip o un altro Aggregatore.

Le categorie individuate sono: facility management, pulizia, manutenzione delle strutture immobiliari. Dal 2018 sarà incluso anche il trasporto scolastico e la manutenzione stradale. Nel suo intervento Monari ha spiegato anche che il nuovo Codice degli Appalti prevede la possibilità per le Pubbliche Amministrazioni di acquistare direttamente beni e servizi fino a 40mila euro di valore e lavori fino a 150mila euro.

Il professor Senzani ha incentrato il suo intervento sugli aspetti giuridici del nuovo Codice degli Appalti portando anche diversi esempi di sentenze della Corte di Giustizia europea che vanno nella direzione di evitare qualsiasi tipo di conflitto di interessi fra soggetto appaltante e fornitore incaricato.

Secondo Senzani l'efficienza delle offerte e dei contratti deriva dalla concorrenza (non è sempre vero il contrario); la trasparenza può aumentare il rapporto qualità/prezzo (o ancor più il miglior rapporto del valore aggiunto) negli appalti pubblici a causa di una transazione più efficiente soprattutto perché la riduzione di asimmetrie informative; questa condizione può essere rafforzata da un'autoregolamentazione orientata all'efficienza del potere discrezionale. L'autoregolamentazione come misura preventiva si basa su atti amministrativi, quindi può essere rilevante per i terzi e quindi può essere impugnata dinanzi al tribunale competente. Infine, i criteri sociali minimi sono di difficile applicazione perché potrebbero portare a distorsioni nella libera concorrenza.

 

Nella pagina dedicata a Procure è stato pubblicato il video conclusivo del progetto.