Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è una grande opportunità per colmare le differenze di genere nel mondo del lavoro, ma serve un impegno unitario di istituzioni, imprese e sindacati e tutto iltessuto metropolitano affinché questa opportunità diventi reale. Attorno a questo concetto si è sviluppata la riflessione del seminario “La Parità di genere nel PNRR: una opportunità concreta”, organizzato dalla Città metropolitana il 3 maggio scorso, in accordo con il Comune di Bologna proprio per mettere in dialogo le realtà che possono trasformare un'occasione in fatti. Per l’occasione, Chiara Goretti (Coordinatrice della Segreteria Tecnica del PNRR. Presidenza del Consiglio dei Ministri), Veronica Grembi (Professoressa di Economia Politica presso Sapienza Università di Roma) e Aline Pennisi (Unità di missione NG-EU, Ministero dell'Economia e della Finanza), hanno dialogato con le categorie economiche, sindacali e con le Amministrazioni bolognesi.
“La partita non è facile perché i fondi PNRR sono stati destinati a progetti in settori a prevalenza di lavoratori uomini, ma siamo pronte ad affrontare questa sfida”, ha spiegato in apertura Simona Lembi, responsabile del Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna.
Nella sua relazione Pennisi ha infatti spiegato come soltanto l’1,6% delle risorse PNRR sono mirate alle donne e il 18,5% sono indirettamente riconducibili a ridurre le disuguaglianze di genere. Il restante 79,9% non sono classificabili secondo una prospettiva di genere. Molte misure, seppure non classificate, possono perseguire effetti positivi in termini di riduzione delle disuguaglianze tenendo conto della dimensione di genere nel disegno degli interventi e nella loro attuazione. Il potenziale impatto del PNRR sull’occupazione femminile per settori economici a prevalenza di lavoratrici è di 42,5 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 4,9 miliardi di euro per settori connessi all’occupazione femminile. Preponderante invece la ricaduta sui settori che vedono una prevalenza di occupati uomini: 187,7 miliardi di euro.
Nel periodo 2015-2018, in media in Italia la quota di donne assunte dalle imprese è stata superiore al 30%, benché con una certa variabilità settoriale. Assumendo che la dinamica dei prossimi anni sia analoga a quella del periodo 2013-2019 si può affermare che circa un quinto delle risorse del PNRR è destinato a settori che potrebbero ridurre il gender gap occupazionale di almeno il 50% e che circa un terzo a settori che potrebbero ridurre il divario di genere del 30%. I restanti fondi, oltre la metà, vanno a settori che potrebbero potenzialmente in qualche misura ridurre il divario.
Il PNRR e il Piano nazionale degli investimenti complementari (PNC) contengono disposizioni volte a favorire la pari opportunità di genere e generazionali negli appalti. Il 30% delle nuove assunzioni funzionali alla realizzazione del progetto oggetto dei contratti deve riguardare occupazione giovanile e femminile. Ci possono essere poi possibili clausole premiali nell’aggiudicazione degli appalti, per chi declina le offerte in modo da colmare ulteriormente il gap di genere.
“Avremo settori che faranno fatica a praticare questa regola. Per questo propongo al mondo delle imprese di stringere un patto: laddove non è possibile ad arrivare al 30%, condividiamo l’impegno a investire per migliorare l’indice di occupazione femminile”, spiega ancora Lembi. Anche le istituzioni sono consapevoli che ci siano “ambiti dove è più difficile affrontare questa sfida, come quello della meccanica e dell’edilizia – conclude Lembi - La sfida per avere ingegnere, architette, muratrici, piastrelliste, è una sfida da cogliere adesso, con progetti pionieristici capaci di poter andare verso quei terreni difficili che il PNRR ci indica. Da anni la Città metropolitana lavora per avvicinare le studentesse alla cultura tecnica e scientifica, e la grande disponibilità di risorse che abbiamo con il PNRR potrà contribuire non solo a creare occupazione femminile, ma anche a superare gli stereotipi di genere che ancora persistono sui percorsi di studi o di formazione lavoro”.
"Il PNRR è un'occasione di investimento anche per azioni che possano ridurre il gender gap", ha commentato nel suo intervento la vicesindaca del Comune di Bologna, Emily Clancy. "Come sappiamo, sul gender gap nel mondo del lavoro pesa enormemente lo sbilanciamento del lavoro di cura. Per questo abbiamo bisogno di servizi e di incentivi su questo fronte. Aggiungo - continua Clancy - abbiamo bisogno di politiche che intervengano sulle possibilità e potenzialità delle donne nel mondo del lavoro retribuito, e di politiche che intervengano sulle possibilità e potenzialità degli uomini nel lavoro di cura: il congedo obbligatorio di paternità alla nascita di un figlio o di una figlia, in Italia, è alla ridicola quota di 10 giorni e il congedo parentale facoltativo è utilizzato all'80% dalle donne"