A Imola "un s'bóta veja gnét", il progetto per il recupero delle eccedenze alimentari e contro gli sprechi alimentari

 

Un s’bóta veja gnét, una vera e propria dichiarazione antispreco quella racchiusa in un detto dei nostri nonni che il Comune di Imola ha fatto proprio, promuovendo una campagna per il recupero delle eccedenze alimentari, in collaborazione con il Gruppo Hera e Last Minute Market, società spin off dell’Università di Bologna.

Il progetto che ha coinvolto trasversalmente i tre assessorati Ambiente, Politiche Sociali e Sviluppo Economico con il doppio obiettivo di prevenire e ridurre la produzione di rifiuti alimentari e, allo stesso tempo, sostenere gli enti del territorio che assistono le fasce deboli della comunità, è realizzato grazie al contributo e all’impegno indispensabile di aziende ed enti no profit locali.

 

Nella fase sperimentale sono state recuperate 5 tonnellate di prodotti

L’iniziativa prevede di recuperare le eccedenze alimentari a favore di enti no profit del territorio che si occupano di persone in stato di difficoltà. I donatori sono i diversi attori della filiera alimentare, ad esempio esercizi commerciali, mense aziendali, aziende di produzione. Questi, aderendo al progetto, si impegnano a gestire correttamente gli alimenti e i beni donabili, in particolare per quanto riguarda corretto stato di conservazione, trasporto, deposito e utilizzo degli alimenti. I beneficiari s’impegnano a destinare, in forma gratuita, le eccedenze alimentari ricevute, idonee al consumo umano, prioritariamente a favore di persone indigenti.

Una prima fase di sperimentazione si è appena conclusa con il coinvolgimento di tre aziende e due enti no-profit con un esito molto positivo. Da gennaio a giugno 2022 sono state, infatti, recuperate 5 tonnellate di eccedenze alimentari perfettamente utilizzabili, tra cui 1.600 porzioni di pasti pronti al consumo, donate dalle attività Interspar ed Ecu localizzate ad Imola, a cui si aggiunge il recupero nell’ambito dell’iniziativa Cibo Amico di Hera, che dona da 12 anni i pasti cotti non serviti presso la mensa aziendale di Via Casalegno.

Grazie ai donatori che hanno già aderito all’iniziativa si stima di arrivare a recuperare oltre 10 tonnellate di eccedenze entro fine anno, evitando così l’anidride carbonica emessa per la produzione di altrettanti nuovi alimenti, ed equivalente a circa 30 tonnellate, pari a 250 viaggi in auto da Milano a Napoli.

 

Le eccedenze alimentari distribuite a famiglie in difficoltà, persone invalide e anziani

I due enti no-profit del territorio che al momento sono stati coinvolti in questa prima fase sono la Coop.Soc. Mano Tesa e Associazione No Sprechi Odv: il primo si occupa di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e di minori, nonché di sostenere le persone in stato di fragilità sociale. In particolare, si occupa di anziani autosufficienti o semi- autosufficienti e di housing sociale temporaneo. In questo caso, i prodotti recuperati sono destinati alla struttura di Co-Housing per anziani a Sesto Imolese, che assiste in maniera costante 6 ospiti; il secondo ente ha lo scopo di reperire e rendere disponibili gratuitamente viveri a persone in stato di disagio sociale. L’associazione collabora in rete con le Associazioni A.N.T.E.A.S, AUSER, Croce Rossa, San Vincenzo de' Paoli, Santa Caterina, Caritas e Trama di Terre, operanti sul territorio imolese. Grazie alla distribuzione dei pacchi viveri per 3 volte a settimana l’associazione assiste oltre 600 famiglie in difficoltà economica e 1 volta a settimana attraverso la consegna a domicilio assiste persone in stato di invalidità, grandi anziani e persone in quarantena.

 

Si amplia la rete dei soggetti coinvolti

Ora che il processo è stato rodato, l’obiettivo è aumentare il numero dei soggetti coinvolti, creando una rete di solidarietà sempre più ampia. Inizieranno in queste settimane con le donazioni anche altri punti vendita del territorio: CLAI con le Macellerie del contadino di Imola Pedagna e Imola centro, Natura sì, Crai di Sesto imolese, e i tre Conad di Imola in via Carducci, via Baruzzi e via Montericco. Ha inoltre aderito anche l’Autodromo di Imola nell’ambito delle azioni dell’Imola Living Lab.

Ai donatori verranno messi a disposizione locandine e vetrofanie per fare conoscere ai cittadini l’iniziativa che, oltre ai benefici materiali, ha una forte valenza educativa per la diffusione di buone pratiche di riduzione dello spreco, che in campo alimentare conta numeri altissimi: basti pensare che, a fronte di stime della FAO per le quali un terzo del cibo prodotto a livello mondiale viene sprecato lungo l’intera filiera alimentare, nell’Unione Europea nel 2015 quasi un quarto della popolazione (119,1 milioni di persone) era a rischio di povertà o di esclusione sociale e 42,5 milioni di persone non potevano permettersi un pasto di qualità un giorno su due.

È quindi necessario agire ad ogni stadio della filiera per prevenire gli sprechi alimentari e attivare progetti di recupero consente di contribuire al raggiungimento del target previsto dall’Agenda 2030 dell’ONU di dimezzare entro il 2030 lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura.

 

Fonte: Ufficio stampa Comune di Imola
e-mail: vinicio.dallara@comune.imola.bo.it

 
 
Data di pubblicazione: 27-09-2022