Attrazione, consolidamento, semplificazione ed efficienza, innovazione, promozione e creatività, dimensione internazionale, coesione sociale e buona occupazione: sono le parole chiave che definiscono
il profilo delle azioni per lo sviluppo economico, con l'obiettivo di posizionare nei prossimi 5 anni il nostro territorio ai livelli di competitività delle regioni europee eccellenti.
Gli obiettivi di mandato nascono in coerenza con le Linee di indirizzo del PSM 2.0 a loro volta inserite nella cornice della Intesa quadro con la Regione e dell'Accordo attuativo per lo sviluppo economico, in
attuazione del Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico e sociale.
In questa ottica la geografia amministrativa che intendiamo governare non si limita ad una lettura dei tratti delle carte, ma guarda ai flussi delle persone, delle imprese, della crescita. Le azioni verranno progettate ed attuate senza una rigida attenzione ai confini amministrativi, ma costruendo un sistema articolato di relazioni virtuose con il sistema dell'Emilia, con la Romagna, con le altre città confinanti e anche con altre regioni come la Toscana.
LA CITTÀ METROPOLITANA PER LO SVILUPPO ECONOMICO
Attrattività
Alla base di ogni nostro ragionamento non può che stare l’attrattività del territorio. L'intero sistema regionale, Bologna per prima, individuano nelle azioni a sostegno dei nuovi investimenti la priorità dei prossimi anni: la forza del tessuto produttivo bolognese è già importante, ma è necessario attrarre nuove energie e risorse.
Le infrastrutture e la posizione logistica, la qualità del capitale umano, la qualità della Pubblica Amministrazione collaborativa e veloce, l’ambiente socialmente e culturalmente qualificato, l’innovazione, i servizi avanzati, la creatività, e le strutture di ricerca eccellenti sono i testimoni di Bologna nel mondo. Sono il nostro capitale.
Bologna metropolitana vuole peraltro diventare sempre di più un luogo per nuovi progetti produttivi e di ricerca eccellenti, un luogo accogliente per le persone, che valorizza le proprie ricchezze culturali, un luogo che promuove e sviluppa imprenditorialità diffusa, un luogo che richiama nuovi turismi.
Per fare questo Città metropolitana e Regione Emilia-Romagna hanno condiviso una nuova filiera istituzionale impegnata nelle politiche di promozione del territorio, definendo le peculiarità del polo metropolitano i cui profili più rilevanti riguardano: la definizione dell'offerta delle reali e concrete opportunità localizzative, i servizi di accompagnamento in fase di insediamento e la semplificazione degli iter amministrativi, la comunicazione di Bologna nel mondo.
Promozione della ricerca e innovazione
Il territorio metropolitano è sede di un polo universitario eccellente, di un’importante sede del CNR, del più grande insediamento ENEA del Nord Italia, di INFN, INAF e CINECA. L’area di Bologna metropolitana è l’hub di un ecosistema innovativo tra i pochi in Italia caratterizzati da un elevato grado di dinamicità. A dar forza a questo ruolo di Bologna nel sistema regionale e nazionale concorrono come ulteriori elementi:
Nel quadro delle politiche regionali volte a migliorare le sinergie tra sistema scientifico e industria attraverso il sistema dei tecnopoli e degli incubatori e la Rete regionale dell’Alta Tecnologia, Bologna può diventare un vero e proprio polo nazionale dell’innovazione.
La Città metropolitana è il polo che traina questa trasformazione, per il rilancio della manifattura e della nuova industria.
Nuova industria
Il sistema metropolitano ha maturato esperienze, pubbliche e private, di forte eccellenza nei servizi per favorire lo sviluppo di nuova impresa, e costituisce il contesto ottimale per la nascita di startup innovative, lo sviluppo di idee in forma collaborativa, la generazione di progetti e iniziative imprenditoriali, particolarmente spinti verso le industrie culturali e creative, l’economia digitale e sociale e della sostenibilità. Si promuove la rete metropolitana dei servizi – pubblici e privati - alla creazione di impresa come nodo strategico del sistema di servizi regionale per la promozione imprenditoriale.
Sono confermati, inoltre, gli interventi per l'educazione alla imprenditorialità nelle scuole.
Qualificazione delle imprese e del territorio
La Città metropolitana promuove il rafforzamento, l’innovazione, e l’internazionalizzazione delle imprese e delle filiere produttive.
Il Tavolo metropolitano di salvaguardia del patrimonio produttivo opera per il governo dei processi di trasformazione delle filiere produttive, promuovendo modelli per supportare le trasformazioni di imprese e di filiere, e la sperimentazione di servizi innovativi alle imprese: servizi di logistica e mercato telematico per la competitività delle imprese, e per la diffusione della responsabilità sociale di impresa e modalità innovative di relazione industriali.
Confermiamo le progettazioni dedicate alle filiere in crisi, in particolare l’esigenza di rilanciare il settore legato all’edilizia, anche attraverso la promozione dell'efficienza energetica nei processi produttivi e l'adeguamento degli edifici sede di attività produttive, commerciali e turistiche alle esigenze di sostenibilità ambientale ed energetica.
Confermiamo un forte impegno alle politiche di rilancio del commercio per la valorizzazione della rete distributiva dell'area metropolitana, di promozione dell'e-commerce, di innovazione nei processi di valorizzazione del commercio di tradizione e di pregio in relazione con la qualificazione delle aree pubbliche e dei beni pubblici dismessi.
La vocazione del nostro territorio per una alimentazione di qualità ed alla cura del territorio porta ad una nuova attenzione ai temi dell’agricoltura, coniugando la valorizzazione delle filiere locali e la loro promozione con la tutela dell’ecosistema.
Innovazione energetica e economia circolare
Obiettivo condiviso con la Regione è la definizione di soluzioni in campo energetico per una economia sostenibile attraverso azioni integrate per il settore pubblico per le imprese, per la residenza e la mobilità sostenibile.
La Città metropolitana svolge attività di raccordo con i Patti dei sindaci a livello locale ed europeo, e raccorda le azioni regionali con il sistema delle priorità metropolitane, anche attraverso l'integrazione con il PON METRO.
Il territorio metropolitano ha le caratteristiche per diventare luogo di sperimentazione di servizi e progetti per la crescita e lo sviluppo dell'economia circolare, della bioeconomia e dell'ecodesign.
Governance ed integrazione istituzionale per lo sviluppo economico
Con l'intesa quadro e gli accordi attuativi la Regione conferma il ruolo della Città metropolitana nel programmare ed orientare le risorse europee e regionali verso azioni selezionate che integrano le priorità metropolitane con quelle regionali, condividendo le fasi di programmazione e coprogettazione nell’allocazione delle risorse. La Regione riconosce inoltre la capacità di progettazione ed innovazione del territorio bolognese, condividendo la sperimentazione e la coprogettazione, anche per la diffusione all'intero territorio regionale, di buone prassi sui temi dello sviluppo, della innovazione, dei servizi innovativi, della semplificazione. In attuazione della Convenzione quadro Città metropolitana ed Unioni hanno già attivato sportelli territoriali integrati che connettono il sistema delle imprese con i servizi metropolitani e regionali per lo sviluppo.
Ad inizio 2017 sarà attiva la Cabina di regia prevista dal Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico e sociale, luogo di condivisione delle proposte del territorio metropolitano e di allocazione calibrata e razionale delle risorse disponibili, mirata alla definizione delle nuova identità metropolitana ed allo sviluppo economico della sua comunità.
Il Piano Strategico Metropolitano e il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico e sociale sono il risultato di percorsi di concertazione con le forze economiche e sociali per cui nel futuro si intende consolidare e dare nuovi paradigmi alle modalità di concertazione, attraverso il Consiglio di Sviluppo, introducendo un ruolo diretto ed attivo del sistema di imprese eccellenti bolognesi, veicoli della promozione del territorio e di processi di innovazione.
Al medesimo versante va ricondotto il tema delle aziende partecipate, strumento con cui la filiera istituzionale orienta lo sviluppo territoriale e garantisce buona occupazione. Si ricordino in particolare la Fiera di Bologna, Hera, Interporto.
Per aumentare l’attrattività del nostro territorio non si può non menzionare anche in questa sede lo sforzo in atto per quanto riguarda le politiche della mobilità e le politiche urbanistiche. Il piano della mobilità dovrà offrire opportunità di servizio di tutte le più importanti zone industriali e produttive della intera Città metropolitana e l’accessibilità alle principali infrastrutture del nostro territorio: l’aeroporto, la Fiera, FICO, l’Università, i poli ospedalieri, i poli produttivi, l’Interporto, il Centergross, ecc.
Sul fronte urbanistico bisogna definire le connessioni con le politiche di attrattività, una strategia per la riqualificazione delle aree industriali e degli edifici industriali dismessi a fini produttivi. Rimane ancora da implementare la connessione tra le strategie per mobilità sostenibile dei lavoratori, dei consumatori e dei turisti e le opportunità imprenditoriali di questi ambiti.
Per la Città metropolitana l’attrattività è profondamente legata alla legalità. Bologna assume come obiettivo trasversale e prioritario il pieno rispetto della legalità, per i cittadini e per le imprese, condizione prima non solo per la sicurezza della comunità ma anche per l’efficienza del mercato. Per questo occorre tra istituzioni e associazioni, non solo una condivisione forte, ma anche una costante collaborazione che porti ad azioni congiunte di controllo e verifica e maggiore capacità di mobilitare tutti gli attori locali e nazionali che devono essere coinvolti su questo tema.
NASCE LA DESTINAZIONE TURISTICA
La Città metropolitana intende consolidare la capacità di promozione territoriale attraverso la nuova Destinazione turistica, operativa già dal 2017. La destinazione turistica rappresenta lo strumento che garantisce ulteriore coesione al sistema metropolitano e che consente di promuovere il nuovo modello turistico del territorio.
Con la Legge regionale di revisione dell'organizzazione turistica (4/2016) si è superata l'ottica della valorizzazione del singolo prodotto turistico a favore di un modello che vede invece protagonista il territorio e la valorizzazione turistica delle sue specificità. Di tutto questo il sistema metropolitano è stato promotore ed ora diviene protagonista.
La Regione ha infatti previsto una posizione nettamente differenziata della Città metropolitana di Bologna, riconoscendole la possibilità di candidarsi a svolgere un ruolo centrale nell'attuazione delle politiche in materia di promozione del territorio come nuova Destinazione turistica, in virtù della funzione fondamentale di promozione e coordinamento dello sviluppo economico prevista dalla legge 56/14 e in coerenza con le linee di attuazione dell'Intesa quadro tra Regione Emilia-Romagna e Città metropolitana.
Le strategie della Città metropolitana come Destinazione turistica terranno conto dei punti di forza strutturali, territoriali ed istituzionali che caratterizzano l'area e che hanno consentito nel tempo la valorizzazione del contesto turistico territoriale.
La capacità progettuale del territorio, grazie alla rete istituzionale ed imprenditoriale esistente, può essere maggiormente valorizzata costruendo logiche integrate di intervento e di collaborazione con le aree confinanti extraregionali (la Toscana, tramite l'Appennino) ed interregionali tra cui l'Emilia (tramite la connessione con la Città d'arte di Ferrara e la valorizzazione della Motor Valley con Modena) e la Romagna (tramite l'Area Imolese).
Nei prossimi mesi la Città metropolitana lavorerà insieme alle Unioni ed al Comune di Bologna, in accordo con il sistema delle imprese, per definire le strategie e le priorità su cui opererà la Destinazione turistica. L’obiettivo primario è quello di aumentare la permanenza media del turista e dare valore a tutte le eccellenze, culturali ed ambientali, del territorio.
Queste alcune linee e priorità
Non è solo un simbolo il fatto che in piazza Maggiore negli ultimi anni vediamo un albero natalizio che arriva dall’Alto Reno ed dal nostro Appennino: è la rappresentazione del collegamento necessario e di come agirà la nuova destinazione turistica.
UN PATTO PER IL RILANCIO E LO SVILUPPO DELL’APPENNINO
L'Appennino metropolitano comprende quasi per intero la parte montana del bacino idrografico del fiume Reno e dei suoi affluenti. L'area interessa 23 Comuni, ricompresi in quattro Unioni e nel Nuovo Circondario Imolese.
Abita in Appennino meno del 14 % della popolazione metropolitana, ma il territorio è pari a quasi il 45% della intera superficie.
In questa realtà territoriale un importante fattore di sviluppo strategico è rappresentato dal riordino istituzionale.
L’innovazione intervenuta con la costituzione della Città metropolitana e delle Unioni di Comuni ha creato le condizioni per una nuova filiera coesa e semplificata nella quale la promozione di nuove fusioni tra i Comuni rappresenta il naturale e prioritario sviluppo di tali politiche. Una scelta di semplificazione destinata a rendere più funzionali i processi decisionali e di cooperazione ed a favorire e condividere le opportunità di sviluppo di un vero e proprio Sistema Appennino.
L’obiettivo di mandato è quello di definire il posizionamento strategico dell’Appennino nell’ambito della Città metropolitana in coerenza con le Linee di indirizzo del PSM 2.0.
L’esito di tale posizionamento va finalizzato al mantenimento dei livelli occupazionali ed alla creazione di nuova occupazione, al mantenimento della qualità del vivere e dei servizi, al contrasto dei fenomeni di disgregazione ed abbandono del territorio ed alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico.
A tal fine lo strumento di lavoro individuato è il Focus Appennino, previsto dal Patto metropolitano per il Lavoro e lo Sviluppo economico sociale per sperimentare azioni innovative di dialogo tra capitale e lavoro, promuovendo percorsi di riqualificazione e riconversione dei lavoratori e favorendo la scelta verso percorsi di autoimpiego. Un primo risultato importante del lavoro di questi mesi è il Patto per l’occupazione nelle valli del Reno e del Setta, che definisce le azione per creare occupazione e sviluppo per un’area con importanti potenzialità, ma in forte difficoltà e a rischio di depauperamento e di spopolamento.
I lavori del Focus Appennino vengono articolati attraverso Gruppi di lavoro tematici che individuano le azioni di intervento e ne verificano la fattibilità. Le priorità individuate riguardano in particolare: le reti della mobilità (infrastrutture materiali e immateriali), le attività produttive, il turismo sostenibile, l’agricoltura, la manutenzione del territorio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici.
Il Focus è promosso da Città metropolitana, e partecipato dalle Unioni di Comuni Regione Emilia-Romagna, Cciaa, Gal Appennino bolognese, Associazioni di impresa e organizzazioni sindacali ed è il luogo di condivisione delle strategie del territorio metropolitano per l‘Appennino nel quadro delle strategie regionali.
La strategia generale viene definita attraverso un Piano di azioni che si intende portare avanti sia per il Programma Regionale della Montagna sia per il PSM 2.0.
VERSO UNA “METROPOLI” DIGITALE
Gli obiettivi principali della Città metropolitana nell’ambito della Agenda Digitale si sviluppano su quattro assi correlati tra loro.
Superamento del divario digitale “fisico”
Questo obiettivo è propedeutico alla possibilità di realizzare pienamente quanto previsto nel PSM 2.0 come “fattore trasversale”, ovvero la “implementazione delle tecnologie digitali”.
In tutti i rating nazionali ed europei il capoluogo risulta essere una delle aree urbane più connesse per dotazioni a Banda Ultra Larga (BUL) e wi-fi, tuttavia rimane da colmare il divario digitale dell’area metropolitana esterna.
Poiché l’azione del mercato per i prossimi anni sarà mirata a portare la BUL nelle città medio grandi, l’impegno della Città metropolitana dovrà essere quello di facilitare e sostenere le azioni previste a livello regionale e nazionale che si avvalgono del supporto di importanti risorse europee, per rendere disponibile la banda ultra larga nelle aree cosiddette a “fallimento di mercato”.
Una attenzione specifica sarà dedicata a portare la banda ultra larga alle scuole superiori di secondo grado che non ne sono ancora dotate, collaborando con la Regione nel portare i collegamenti a 1 Giga alle scuole, principalmente mediante fibra ottica. Particolare attenzione sarà dedicata all’Appennino metropolitano, anche in coerenza con il Programma Regionale per la Montagna.
Recentemente la Regione ha presentato il Piano operativo 2016 - 2020 per la Città metropolitana di Bologna che prevede che il territorio bolognese venga "coperto" da banda ultra larga entro il 2020. Nello specifico verranno stesi 900 chilometri di rete e raggiunte 145mila persone, corrispondenti a circa il 15% della popolazione della città metropolitana, in tutte le aree dove nei piani pluriennali degli operatori non vi è intenzione di investimento.
Per alcuni comuni si tratta di un intervento molto significativo in termini di popolazione raggiunta e che, altrimenti, sarebbe rimasta esclusa dalla banda ultra larga. Nel nuovo Comune di Alto Reno Terme, per esempio, si raggiungerà rispettivamente il 95% e il 91% della popolazione, a Castiglione dei Pepoli e Ozzano il 90%. E percentuali superiori all'80% le troviamo anche a Monterenzio, San Benedetto Val di Sambro, Loiano, Monghidoro, Lizzano in Belvedere e Galliera.
Servizi digitali per cittadini e imprese
Verrà inoltre realizzata rete civica metropolitana e servizi digitali (nell’ambito dei fondi Pon metro concordati con il Comune di Bologna). L'obiettivo di questa azione è di sviluppare la rete Civica Metropolitana e i servizi digitali per migliorare la qualità della vita dei cittadini, delle associazioni e delle imprese del territorio.
In concreto questo avverrà facilitando l'interazione con gli enti ed i soggetti che gestiscono i servizi locali (velocità di risposta, trasparenza e proattività da parte della pubblica amministrazione, riduzione del tempo speso per adempimenti amministrativi), favorendo la collaborazione civica ed il coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni, delle scuole e delle imprese nella gestione dei beni pubblici, nella creazione di nuove opportunità di sviluppo e innovazione e nei processi di governo del territorio, creando un ambiente di condivisione dei dati ed un modello/sistema di sviluppo e di governance dei servizi "a valore pubblico” capace di interpretare dai dati i bisogni dei soggetti che vivono la città metropolitana, basato sui Big Data e sull’Internet of Things nel territorio della Città metropolitana.
Semplificazione per le imprese
La semplificazione rappresenta la prima leva attraverso cui la filiera istituzionale definisce le condizioni di contesto favorevole per il consolidamento del sistema produttivo e per le politiche di attrattività.
La razionalizzazione della filiera attraverso il sistema delle Unioni è in corso e la Città metropolitana ha assunto la funzione di coordinamento delle attività di semplificazione per le imprese, anche attraverso l'attuazione dell'Agenda digitale. Città metropolitana e Regione hanno condiviso l'obiettivo di perseguire, attraverso la riorganizzazione degli sportelli unici in un'ottica metropolitana, la certezza dei tempi dei procedimenti amministrativi connessi e la semplificazione degli iter autorizzativi, definendo un SUAP metropolitano e servizi dedicati per i grandi investimenti.
Attraverso l'innovazione digitale, in particolare PON Metro, abbiamo definito le piste per migliorare l'efficienza del sistema della P.A.
Obiettivo di mandato è condividere nell'intera area metropolitana una reale omogeneizzazione delle regole urbanistiche, delle tariffe e degli standard di servizio su tutto il territorio.
Innovazione digitale e semplificazione
Occorre una progressiva convergenza tecnologica dei sistemi informativi delle Unioni e dei Comuni, finalizzata al miglioramento delle prestazioni dell’azione amministrativa rivolta ai cittadini e alle imprese, mettendo in comune (soluzioni, tecnologie, competenze) facendo sistema per fare meglio e per risparmiare risorse economiche.
Tutto ciò deve rientrare in un percorso di innovazione digitale e semplificazione. Infatti, in un momento caratterizzato da una grave crisi finanziaria e da una recessione che ha colpito parte del mondo industrializzato, il settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione - l’ICT - è sicuramente tra quelli strategici per il futuro delle nostre comunità, sui cui investire risorse finanziarie ed umane affinché possa svolgere una funzione di volano per la crescita e nel contempo contenere i costi di gestione dei servizi pubblici.
Gli investimenti in ICT sono in qualunque attività produttiva una leva fondamentale per la competitività, intesa come la continua capacità di innovare migliorando i servizi ed i prodotti, riducendo contestualmente i costi di produzione e di erogazione. Anche per quanto riguarda la Pubblica Amministrazione lo sviluppo dei sistemi informativi è non solo strumento di recupero di efficienza, ma anche occasione, per una reingegnerizzazione dei processi di azione della P.A. e, più in generale, per un’innovazione - oltre che tecnologica anche gestionale e organizzativa - finalizzata al miglioramento delle prestazioni dell’azione amministrativa rivolta ai cittadini e alle imprese.