In base a quanto stabilito dallo Statuto della Città metropolitana occorre valorizzare il ruolo delle Unioni di Comuni nella geografia istituzionale dell’area metropolitana.
Le Unioni devono divenire il riferimento prioritario della Città metropolitana per proporre azioni di innovazione istituzionale, centri decisionali su priorità e risorse, punti di coprogettazione e di diffusione delle azioni della Città metropolitana.
Le forme di collaborazione fra Città metropolitana e altri enti locali devono incentrarsi sullo sviluppo della Convenzione quadro sulle collaborazioni istituzionali con ampliamento delle materie su cui creare sinergie.
L’attuazione della Convenzione deve avvenire sia con l’incremento del numero degli Accordi attuativi sulle diverse materie previste e mediante le forme giuridiche previste quali avvalimento, uffici comuni, collaborazioni funzionali.
In modo coordinato ed integrato con tali azioni la Città metropolitana intende promuovere e supportare i processi di innovazione istituzionale del territorio orientati sia allo svolgimento in forma associata delle funzioni sia all’aggregazione istituzionale dei Comuni attraverso percorsi di fusione in una logica di strategia territoriale di area metropolitana e quindi in base agli indirizzi assunti nel Piano strategico metropolitano.
Occorre inoltre valorizzare le attività istituzionali “collaborative” della Città metropolitana, cioè quelle funzioni fondamentali rese nell’ambito dell’assistenza tecnico amministrativa agli enti locali, a supporto trasversale degli altri enti locali del territorio: ne sono un esempio plastico il servizio metropolitano di informazione giuridica, la consulenza legale e amministrativa, la formazione e lo sviluppo del personale degli enti locali sulle tematiche amministrative.
L’innovazione istituzionale deve essere il “ponte” per promuovere sul territorio azioni di integrazione dell’azione amministrativa attraverso modelli di comportamento omogenei e semplificati.
Gli strumenti principali per il raggiungimento di tali obiettivi sono innanzitutto la proposta di schemi di regolamenti unici nelle materie trasversali omogenei per tutte le Unioni ed i Comuni dell’area (es. regolamento sul procedimento amministrativo, sulla trasparenza, il diritto di accesso, etc.).
La Città metropolitana deve inoltre valorizzare il proprio ruolo di coordinamento degli sportelli unici delle attività produttive proponendo modelli di azione amministrativa condivisi e omogenei. Oltre a ciò deve individuare un punto di accesso metropolitano (quale potrebbe essere lo Sportello unico metropolitano attività produttive) per l’avvio di progetti strategici per il territorio (grandi insediamenti produttivi, poli culturali e scientifici nonché centri tecnologici e sportivi).
In generale occorre continuare a programmare azioni per uniformare i tempi e le modalità di accesso da parte di cittadini e imprese ai procedimenti amministrativi di competenza comunale e di area vasta. L’obiettivo a cui tendere nel tempo è quello di costituire per l’area metropolitana un’unica anagrafe dei procedimenti amministrativi.
Occorre inoltre superare i confini istituzionali per costruire nuovi accordi amministrativi: alleanze territoriali, connessioni dei sistemi produttivi. Gli interlocutori sono in primis le aree confinanti (Modena, Ferrara ecc.) ma anche Firenze metropolitana.
Fin dalla prima stesura del PSM, infatti, è stato chiaro l’obiettivo della Città metropolitana di Bologna fosse quello di porsi come hub regionale che, in armonia con quelli che sono gli ambiti d’azione individuati nell’Intesa-quadro con la Regione Emilia-Romagna, sia in grado di operare anche per geografie variabili, intervenendo in aree definite o lungo direttrici coerenti con la logica dei diversi progetti e dei diversi ambiti settoriali.
Su tale condizione si innesta l’iniziativa di favorire un lavoro comune con Modena e Ferrara orientato alla condivisione di infrastrutture (in particolare mobilità di persone e merci) e di strategie di sviluppo condivise, che si articolano lungo questi assi progettuali:
I primi passi di questa intesa dovranno muoversi proprio in tali ambiti, che ci vedono eccellere, in ragione della loro essenzialità in materia di sviluppo territoriale (oltre che oggetto di nuova progettazione da parte della Regione Emilia-Romagna) per un riposizionamento strategico dell’intera area vasta in una dinamica fortemente competitiva anche a livello europeo.
Infine la Città metropolitana continuerà il suo impegno per la promozione della cultura della legalità. Gli obiettivi che si intendono realizzare nel periodo di mandato appena iniziato sono in continuità con quanto già perseguito negli anni precedenti, in particolare a partire dall’entrata in vigore della legge n. 190/2012 volta a individuare efficaci strumenti di prevenzione dei fenomeni corruttivi nell’accezione ampia della maladministration.
Sono, quindi, principalmente obiettivi diretti alla promozione e alla diffusione della cultura della legalità nelle istituzioni di vario livello e nella società civile, anche nel quadro dei generali principi delineati dalla Regione Emilia-Romagna con la recentissima legge n. 18/2016.
La loro attuazione comporterà, all’interno dell’Ente, l’aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza, in conformità alle linee guida del nuovo piano nazionale, e la conseguente attuazione delle misure in esso previste. All’esterno, la realizzazione di questi obiettivi comporterà attività di collaborazione, integrazione o consultazione con altri soggetti pubblici, tra i quali, in particolare, i Comuni e le Unioni di Comuni, rispetto agli ambiti individuati dalla legge regionale come maggiormente critici, valorizzando il ruolo di Ente “aggregatore” attribuito dal legislatore alle Città metropolitane, nonché con tutti gli stakeholder.
In particolare sarà alquanto rilevante la specifica collaborazione con il Comune capoluogo, anche nell’ambito dell“osservatorio della legalità” regionale, di recente istituzione.