La legge Delrio ha stabilito che una delle funzioni primarie fra quelle attribuite alle Città metropolitane sia quella della pianificazione, articolata in pianificazione strategica, territoriale e della mobilità. Pianificare
vuol dire dotarsi di strumenti di visione del futuro e di priorità di intervento, garantendo continuità ed efficacia alle politiche pubbliche e private.
La pianificazione che la Città metropolitana è chiamata a elaborare sarà di tipo federativo, nel senso che non è da intendersi come pianificazione sovraordinata, bensì come attività che nasce direttamente dalla discussione con le Unioni di Comuni in seno in primo luogo alla Conferenza metropolitana dei sindaci.
Ma l’attività di pianificazione non può essere disgiunta da quella di attuazione e di monitoraggio. Se risulta appropriato che i piani metropolitani siano elaborati dalla Città metropolitana, è altrettanto necessario che alcuni dei contenuti principali di quei piani siano attuati e condotti dalla stessa Città metropolitana.
IL PIANO TERRITORIALE METROPOLITANO:
STRATEGIE E SCELTE STRUTTURALI IN UN UNICO STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE
A partire dall’approvazione della Legge Delrio, la Città metropolitana ha lavorato all’ipotesi di riforma impegnandosi, sia a livello nazionale che locale, per concepire il Piano Territoriale Metropolitano (PTM) come strumento di semplificazione e sussidiarietà orizzontale. Il PTM è un unico strumento che sviluppa le strategie territoriali, trasformandole in scelte strutturali elaborate e concepite insieme a tutte le Unioni di Comuni, con l’obiettivo di ridurre così la pletora di strumenti urbanistici oggi esistenti.
La pianificazione territoriale e quella strategica sono gli strumenti primari per contribuire a costruire il nuovo sistema regionale e per svolgere al meglio il ruolo di HUB regionale, così come concordato con la Regione Emilia-Romagna nell’Intesa Quadro. Il giusto ruolo della potestà pianificatoria della Città metropolitana è il presupposto imprescindibile per la costruzione di una strategia di sviluppo regionale, nella quale i contenuti dello strumento unico di pianificazione regionale, il PTR, dovranno nascere in forte sinergia con la pianificazione strategica metropolitana e con l’attività svolta dalla Città metropolitana. E’ per questa ragione, per assumersi la responsabilità di dare il miglior apporto possibile alla costruzione del sistema regionale, che la Città Metropolitana concepirà il proprio PTM
come diretto contributo per la elaborazione del Piano Territoriale Regionale.
Il PTM comprende temi relativi alla mobilità e alla logistica, alla tutela e la valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente, allo sviluppo insediativo sostenibile, allo sviluppo e attuazione dei poli funzionali (Fiera, Aeroporto, Università, Interporto, ecc.), commerciali e industriali metropolitani, perseguendo l’equità nella distribuzione delle risorse e delle opportunità nell’intero territorio metropolitano.
Tra i principali contenuti di questo strumento, sarà prioritaria la riduzione del consumo di suolo insieme al contrasto alla dispersione insediativa. Nello Statuto l’obiettivo principale assegnato al PTM è quello del consumo di suolo a saldo zero. Inoltre nell’obiettivo 2 del PSM 2.0, si fa esplicito riferimento all’azzeramento del consumo di suolo entro il 2030. Il PTM contribuirà quindi a concepire la riduzione del consumo di suolo non in modo meramente matematico, ma anche attraverso una corretta collocazione dello sviluppo rispetto alle reti della mobilità sostenibile e alla presenza di servizi pubblici e privati.
Strettamente connesso al contenimento del consumo di suolo, è strategico l’obiettivo della riqualificazione, la rigenerazione e la sostituzione urbana ed edilizia dei tessuti esistenti, al fine di intervenire sulla città esistente per ridurre il rischio ambientale per i cittadini e aumentare la salubrità degli insediamenti, riducendo il consumo energetico. A tale fine è necessario perseguire la densificazione sostenibile, con particolare attenzione alla imprescindibile relazione tra questa e la prossimità degli insediamenti ai nodi del trasporto pubblico. Anche per il sistema produttivo e commerciale di taglio sovracomunale è necessario sostenere e privilegiare le aree collegate direttamente alla grande rete infrastrutturale. Ciò avverrà favorendo metodi e sistemi di perequazione urbanistica e territoriale, con la formazione di fondi finanziari metropolitani, nel quale confluiscano risorse destinabili ai Comuni per attuare le strategie metropolitane individuate dal PTM (rigenerazione, mobilità sostenibile, ecc.). I principali interventi di pianificazione urbanistica e territoriale dovranno quindi riguardare ambiti del territorio già edificati.
Il PTM dovrà inoltre dare la massima priorità al rispetto dell’ambiente e in particolare agli obiettivi di sicurezza sismica, idrogeologica e idraulica degli interventi, anche contribuendo alla realizzazione di ambiti con il ruolo di ricarica, riequilibrio ambientale ed ecologico rispetto al sistema insediativo. Quella metropolitana è inoltre la scala adeguata per concepire una disciplina omogenea per il territorio rurale, nel quale dovranno essere impediti nuovi insediamenti non legati strettamente all’agricoltura.
Pertanto ridurre il consumo di suolo e tutelare l’ambiente e l’agricoltura significa promuovere la rigenerazione urbana, ammettere quote di sviluppo solo in prossimità di centri abitati dotati di servizi alla persona e di trasporto pubblico e mobilità sostenibile, permettere in territorio agricolo solo funzioni strettamente legate all’agricoltura, promuovere le aree produttive ecologicamente attrezzate come il recapito dello sviluppo imprenditoriale.
IL PIANO METROPOLITANO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE E I GRANDI PROGETTI
Il governo della mobilità, in stretta connessione con la pianificazione territoriale, è una delle funzioni più importanti assegnate alle Città metropolitane dalla legge Delrio. La dimensione della mobilità oggi è infatti sicuramente una dimensione metropolitana perché esistono interrelazioni fortissime nelle dinamiche territoriali e perché i cittadini si muovono quotidianamente in un contesto esteso per il lavoro, lo studio, il tempo libero: ogni giorno infatti i cittadini metropolitani compiono due milioni e mezzo di spostamenti, che avvengono per la maggior parte oltre i confini dei singoli comuni. Gli obiettivi da raggiungere di miglioramento della qualità dell’aria, di aumento della sicurezza e di semplificazione degli spostamenti sono perseguibili solo ispirandosi ad una visione comune che metta al centro le persone, la loro salute e il loro tempo.
La dimensione metropolitana appare inoltre come quella più idonea per l’attuazione di politiche in materia di mobilità e trasporti; solo a tale scala, infatti, appare ormai possibile coniugare la sostenibilità economica del sistema, in una condizione di risorse purtroppo generalmente scarse, con la sostenibilità ambientale derivante da politiche efficaci in quanto definite ad una scala territoriale idonea a rispondere alla domanda e indirizzare l’offerta.
Bisogna quindi raccogliere una sfida complessa ma affascinante che vedrà la Città metropolitana impegnata su più fronti, a varie scale e a vari livelli ma in un’ottica di integrazione tra la pianificazione della mobilità e quella urbanistica e territoriale, tra progetti e politiche, tra Enti e cittadini.
Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile
Il “PUMS metrobo” è lo strumento che dovrà consentire di creare una visione sostenibile e integrata della mobilita metropolitana, consentendo di raggiungere gli obiettivi internazionali sulla qualità dell’aria e la salute portando a sintesi progetti e scelte già avviati, dando forza e propulsione a nuove idee e a nuovi percorsi. Dopo l’approvazione delle Linee di Indirizzo avvenuta nello scorso mandato si procederà quindi alla redazione del piano attraverso un processo condiviso e partecipato per consolidare gli ambiti sui quali investire in termini progettuali e di risorse nei prossimi anni perché i cittadini metropolitani di Bologna abbiano una mobilità più veloce, più sicura e più pulita e perché si possano sentire tutti più “vicini”. Il PUMS sarà ovviamente strettamente correlato al PGT con il quale condividerà scelte strategiche fondamentali.
Un elemento di volta del Piano sarà inoltre la stretta collaborazione con il Comune di Bologna, strategica per consentire di massimizzare l’efficacia delle politiche agendo in maniera coordinata là dove si concentra la maggiore domanda di spostamento, più elevate criticità e al contempo maggiori opportunità. Tale collaborazione potrà trovare una prospettiva di sinergia virtuosa nella costituzione di un ufficio unico metropolitano tra il Comune di Bologna e la Città metropolitana per la pianificazione e la realizzazione di politiche, progetti ed interventi unitari.
Il Piano prevederà di ampliare la rete della mobilità dolce, pedonale e ciclabile, di compiere una completa integrazione fra il trasporto pubblico su gomma con quello ferroviario, per portare più trasporto pubblico anche ai comuni periferici, di realizzare il biglietto unico integrato per tutti i cittadini metropolitani, di risolvere i principali nodi stradali mantenendo piena coerenza con le politiche della mobilità pubblica, di sviluppare una logistica sostenibile, di ammettere le trasformazioni urbanistiche solo dove ci sarà una coerente rete di trasporto pubblico.
Ciclovia del Sole
La mobilità dolce è uno degli elementi chiave per permettere a tutti di muoversi in libertà e rendere più “amichevoli” le nostre città. Per realizzare condizioni sicure e piacevoli le scelte che verranno fatte anche in tema di pianificazione e di realizzazione di nuove infrastrutture dovranno essere coerenti con tale impostazione. La Città metropolitana inoltre si impegnerà direttamente su questo fronte nella realizzazione delle ciclovie principali che attraversano il territorio, sia coordinando a livello nazionale lo sviluppo della Ciclovia del Sole sia progettando e realizzando il percorso ciclopedonale sul tratto della ferrovia dismessa Bologna-Verona: 31 nuovi chilometri da Calderara di Reno a Mirandola.
Servizio Ferroviario Metropolitano
Per quanto riguarda il trasporto pubblico nuovo impulso sarà dato alla piena attuazione del Servizio Ferroviario Metropolitano.
I tempi sono ormai maturi, a distanza di molti anni dai primi accordi sul SFM della metà degli anni ‘90, per ridisegnare una nuova rete del trasporto pubblico del territorio metropolitano, basata sulla funzione portante e strutturante del SFM, su cui vanno innestati i servizi di autolinee.
Le strategie sono quindi chiare, e sia le linee d’indirizzo del nuovo Piano Strategico Metropolitano 2.0, che del Piano Metropolitano della Mobilità Sostenibile (PUMS Metro BO) assegnano al SFM il compito di rendere possibile, insieme ad altre azioni, uno sviluppo di qualità del territorio metropolitano.
Occorre quindi riannodare i fili del progetto SFM, per condurlo a compimento entro il mandato amministrativo, realizzando gli interventi finanziati con le risorse del progetto ex metrotramvia di Bologna (in particolare la realizzazione delle nuove stazioni di Bologna e la riconoscibilità del progetto), e completando gli interventi in corso sul nodo ferroviario di Bologna (nuova interconnessione AV linea Bologna-Venezia, asse stradale Nord-Sud, Terminal People Mover, restyling stazione storica e sistemazione Piazza Medaglie d’Oro, ripristino binari alti di superficie), che condizionano anche il completamento del SFM.
Aggiungere nuovi treni o stazioni non è però sufficiente per ottenere un servizio che funzioni come un “sistema”, al punto da attrarre più utenza e porsi davvero come rete portante della mobilità metropolitana. Il SFM ha grandi potenzialità, e può facilmente raddoppiare la sua attuale utenza (passando dagli attuali 40.000 a 80.000 utenti al giorno), ma perchè ciò accada occorre arrivare alla sottoscrizione di un nuovo Accordo sul SFM, che impegni il Gruppo FS e la Regione (utilizzando anche le risorse finanziarie assicurate nell’ambito dell’aggiornamento del contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e RFI ed attraverso l’aggiornamento dell’Accordo Quadro Regione-RFI del 2 febbraio 2014 ) al completamento a regime del progetto entro il mandato
amministrativo, secondo le caratteristiche ed i principi di un vero modello di esercizio metropolitano (frequenza di 30’ generalizzata ed omogenea senza differenziazioni di offerta tra le stazioni, linee “passanti”, integrazione tariffaria e di rete bus-treno). Occorrono in particolare:
Parallelamente ci si impegnerà nella pianificazione e progettazione di una rete tramviaria, rispondendo alle attuali criticità della rete, alle esigenze di servizio di alcuni dei principali poli attrattivi del capoluogo e agli sviluppi urbani previsti per i prossimi anni.
Passante di Bologna
Per quanto riguarda la rete della viabilità la soluzione dei problemi di attraversamento del nodo autostradale di Bologna, necessaria per risolvere un importante collo di bottiglia nella rete della mobilità nazionale, viene affidata al potenziamento in sede dell’attuale corridoio autostradale/tangenziale. Il progetto lungamente discusso del Passante Autostradale nord viene quindi superato da una soluzione che riduce drasticamente il consumo di suolo e che contemporaneamente offre una risposta alla costante criticità della tangenziale di Bologna, permettendo di sgravare le strade locali da impropri traffici di attraversamento.
Il progetto è accompagnato dalla realizzazione di alcune importanti opere stradali di adduzione (Intermedia, Nodo di Funo, Lungosavena, Complanare nord) la cui implementazione deve essere resa il più coerente possibile con gli obiettivi di sostenibilità e con il PUMS, in un’ottica generale di sistema della mobilità e di competitività tra mezzi, nonché da interventi di ricucitura urbana relativi ai sottopassi e al sistema della viabilità locale.
Un’altra importante attività che la CM svolgerà con rinnovata energia è l’attività di supporto ai Comuni per la realizzazione di politiche e di azioni unitarie in tema di mobilità, per la partecipazione a bandi di finanziamento comuni, per il coordinamento degli strumenti di comunicazione, per l’omogeneizzazione delle scelte e degli interventi.
La rete della viabilità metropolitana
La Città metropolitana, oltre che nella quotidiana manitenzione della sua rete di competenza di circa 1.400 chilometri, è impegnata nella costruzione di diverse “grandi opere” che interessano questa rete. Questo il punto della situazione.
Per l’Appennino si svilupperanno ulteriormente:
La Città metropolitana inoltre è impegnata, insieme ad Enti, nella realizzazione di altre grandi opere che interessano il territorio metropolitano: Variante di Valico ed opere connesse (Vado, Variante di Baragazza, Lavori alla viabilità provinciale interessata ecc.); Autostrada A14 IV corsia, opere compensative (protocollo di intesa); il già citato Passante ed in particolare nelle opere di adduzione con ASPI (Terzo Lotto Lungosavena, Secondo Stralcio Rastignano, Intermedia di pianura, Nodo di Funo, Complanare Nord ecc.); le rotatorie di ricaduta dei caselli autostradali A/13 su SP 3 ed A/14 su SP 19.
L’ATTUAZIONE DEI GRANDI POLI FUNZIONALI E PRODUTTIVI,
IL SOSTEGNO AI COMUNI E LA RIQUALIFICAZIONE URBANA E DELLE PERIFERIE
I Comuni e le Unioni di Comuni hanno sviluppato un sistema di elaborazione degli strumenti urbanistici comunali che vede nella Città metropolitana un supporto continuo alle loro attività. Da una parte in relazione ai contenuti e alle procedure di approvazione delle varianti urbanistiche, e dall’altra in relazione a progetti specifici di trasformazioni urbanistiche di rilievo comunale e intercomunale.
L’attività istruttoria degli strumenti urbanistici risulta ancora oggi una delle attività principali della Città metropolitana, che vedrà modifiche sostanziali con la riforma regionale in corso.
La Città metropolitana comunque continuerà a garantire pieno supporto ai Comuni e una piena efficienza dei tempi istruttori e si impegnerà anche per una semplificazione ed omogeneizzazione dei regolamenti urbanistici a livello metropolitano.
Relativamente invece ai progetti di riqualificazione urbanistica, oltre all’aiuto ai Comuni per l’elaborazione degli strumenti, il prossimo mandato amministrativo avrà un primo essenziale impegno per i progetti di riqualificazione delle periferie, recentemente collezionati.
Altro obiettivo programmatico sarà quello di proseguire nella definizione delle Aree Produttive di rilievo sovracomunale, al fine di dotare il nostro sistema produttivo di aree produttive ad alta attrattività, tecnologicamente avanzate e ambientalmente sostenibili. Questo lavoro dovrà essere rafforzato per continuare ad offrire opportunità insediative alle imprese che vorranno insediarsi nel nostro territorio, garantendo procedure amministrative semplificate e tempi brevi, oltre che zone qualificate e servite direttamente dalla grande rete viaria, dal trasporto pubblico e dai principali servizi alle imprese.
Infine vi sarà un impegno speciale per l’ampliamento e il potenziamento dei principali poli funzionali del nostro territorio; in particolare saranno condotti lavori di pianificazione e progettazione per lo sviluppo di Fiera, Aeroporto, Interporto e Fico.