Conoscere i tracciati delle reti di trasporto del gas (alta, media pressione e cabine di salto), cartografia informatizzata incrociata con le criticità del rischio idro-geologico, definire un modello di intervento coordinato tra gestori e strutture operative anche locali sul territorio. Sono gli obiettivi raggiunti dal gruppo tecnico interistituzionale coordinato dall'ufficio di Protezione civile della Provincia istituito dopo il grave incidente di San Benedetto del Querceto, dove nel dicembre 2006 una fuga di gas causò la morte di cinque persone.
I
risultati di questo lavoro, durato oltre un anno, sono stati presentati alla stampa dalla presidente della Provincia Beatrice Draghetti, dall'assessore all'ambiente Emanuele Burgin e dal comandanto dei Vigili del fuoco di Bologna Tolomeo Litterio.
Tutti hanno sottolineato l'importanza della
documentazione: una relazione tecnica e cartine generali e di dettaglio che ora sono a disposizione di tutti i Comuni della provincia, colmando una lacuna pressoché generalizzata. "Prima era una conoscenza frammentata, ora - ha spiegato Burgin - sappiamo con esattezza dove passano i tubi di trasporto dei vari gestori". I principali sono Hera e Snam, ma per porzioni minori di territorio ci sono anche Italgas, As Reti e Ch4. Ma l'altro aspetto importante è il
modello operativo, sulla base di una banca dati comune, che permette un
intervento coordinato tra le diverse strutture di pronto intervento (vigili del fuoco, ambulanze, polizia locale, protezione civile, gestori di rete) nelle diverse situazioni: pronto intervento, emergenza gas, incidente.
Ora il documento dovrà essere integrato nei piani comunali di protezione civile predisposti dai singoli Comuni e, per quanto riguarda la Provincia, nel piano di protezione per emergenza industriale.
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