Ventitre saggi ed esperti elaboreranno le proposte del Piano strategico metropolitano, lo strumento per
progettare il futuro dell'area metropolitana bolognese, così come è stato fatto da altre città italiane ed europee: Torino, Barcellona, Saragozza, o dalla canadese Vancouver.
L’iniziativa è stata presentata a palazzo Malvezzi venerdì 13 novembre. Il progetto, promosso da Provincia, Comune, Regione, vuole essere una "Visione di futuro" - come l'ha definita la presidente della Provincia, Beatrice Draghetti - che vuole immaginare le trasformazioni di Bologna per i prossimi 20 anni. "Dobbiamo tornare a essere ambiziosi - ha affermato Delbono- ritornare a essere una capitale europea, cercando le alleanze" che servono a questo scopo.
Il Piano strategico (PSM) è un
atto volontario di costruzione e condivisione di una visione del futuro di un territorio, del suo posizionamento, di esplicitazione di obiettivi, e di strategie per conseguirli mediante politiche e interventi pubblici e privati. Non è quindi uno strumento di pianificazione tradizionale, ma di programmazione per la realizzazione delle più importanti previsioni per il raggiungimento degli obiettivi politici e sociali che una comunità si è data, all'interno della pianificazione strategica regionale.
Il PSM è un processo di confronto che punta alla
concertazione e i protagonisti principali sono gli
attori istituzionali e sociali.
Uno dei nodi principali da affrontare nel Piano strategico saranno le
infrastrutture: un masterplan sui trasporti per i prossimi 20 anni.
Gli organi costitutivi del Piano
- Comitato promotore: Comune, Provincia, Regione, le fondazioni, l'Università e la Camera di Commercio. E' l'organo che ha promosso il Piano e interviene solo nei passaggi chiave.
- Comitato guida: è la "Giunta" dell'intero progetto. Il coordinatore dei lavori sarà Massimo Bergami, direttore di Alma graduate school. Nel gruppo anche: Isabella Seragnoli, presidente del gruppo Coesia e patron Gd; Gianluca Fiorentini, preside di Economia e prorettore alla didattica dell'Ateneo di Bologna; Piero Gnudi, presidente di Enel; Roberto Tunioli, ad di Datalogic.
- Comitato tecnico-scientifico: Marzio Barbagli (sociologo), Felicia Bottino (architetto); Pier Luigi Celli (ex direttore generale Rai e attuale ad della Luiss), Luca Majocchi (ex amministratore delegato di Seat Pagine gialle), Claudio Domenicali (Ducati), Ettore Messina (allenatore di basket), Gualtiero Tamburini (presidente di Nomisma), Mauro Moruzzi (direttore generale di Cup2000). E ancora gli economisti Roberto Camagni e Pier Luigi Sacco, gli ingegneri Stefano Ciurnelli e Claudio Comastri, il giurista Marco Dugato, gli architetti Rudi Fallaci ed Edoardo Preger, il presidente di Best Union Luca Montebugnoli, l'urbanista Gilles Novarina, la preside del Liceo Malpighi Elena Ugolini.
I tempi
Entro il mese di
novembre 2009 si insedieranno il gruppo guida e il comitato tecnico-scientifico, che inizieranno a stilare un piano di lavoro e daranno il via alle prime audizioni.
In particolare, nei
primi mesi del 2010 sono previsti incontri con altre città che si sono dotate di un Piano strategico e che sono viste un po' come modello per Bologna, soprattutto dal punto di vista metodologico (si parla di Torino, Lille e Vancouver).
A
primavera si cominceranno a stilare le prime ipotesi e si coinvolgeranno i cittadini di Bologna (gruppi di lavoro e forum).
Entro
giugno 2010 è prevista la redazione del documento finale, dove dovrebbero essere contenute le priorità strategiche per lo sviluppo di Bologna nei prossimi 20 anni.