Taglio del nastro venerdì 17 maggio nell'alto Appennino, per il restauro del ponte a schiena d'asino di Castrola, sul torrente Limentra di Treppio, da cui passa il sentiero antico che per secoli ha collegato tra loro Castel di Casio e Camugnano e la montagna bolognese a quella toscana.
Un vero simbolo identitario per questo territorio: la presenza di un ponte, infatti, è citata a partire dall'anno 1189, quando rientrava tra i possessi della celebre Abbazia benedettina di Montepiano.
L’attuale attraversamento "a schiena d’asino" costruito a metà dell’800, era chiuso per rischio di crollo in quanto presentava gravi lesioni nelle giunzioni tra gli archi laterali e la volta, fessurazioni e crolli nei muri d’ala ed erosione dei blocchi di fondazione e del piano di calpestio.
Il restauro, promosso dai comuni di Camugnano e di Castel di Casio, dal CAI sez. Alto Reno e Bologna, dalle associazioni locali Camminatori Camugnanesi e Nuèter, è stato finanziato dal GAL dell’Appennino Bolognese e dal Consorzio della Bonifica Renana che ha curato anche la progettazione e la realizzazione dell’intervento.
Per consentire il restauro, è stato necessario installare un ponteggio sospeso, viste le difficoltà di accesso all’area e le precarie condizioni statiche del ponte. L’intervento ha previsto il consolidamento della volta, con fibre in carbonio, la ricostruzione della muratura con malta a calce e stuccatura finale. Consolidata la volta, è stato possibile procedere con la rimozione completa dei parapetti e dei selciati. Sono stati preservati i componenti originari del ponte, in arenaria locale. Una volta risolti i temi strutturali, sistemate le murature dei timpani laterali ed i riempimenti, gli elementi recuperati sono tornati nella posizione iniziale.
Contestualmente sono stati ripristinati anche 11 chilometri del Sentiero Antico di Castrola, storico percorso che connetteva le valli del Limentra, del Brasimone, del Setta e del Bisenzio. Per secoli fu la strada di pellegrini, mercanti ed abitanti della zona diretti verso Porretta e la Toscana.
NOTA STORICA
Risalgono alla fine del XII secolo le prime notizie di un ponte in questo luogo sul torrente Limentra; ponte che, crollato successivamente, fu sostituito da manufatti in legno. L’attuale attraversamento ‘a schiena d’asino’, evocativo delle tipologie medievali, fu costruito a metà dell’800 e si è ora concluso il restauro, finanziato dal GAL dell'Appennnino Bolognese e realizzato dalla Bonifica Renana. Il ponte fu possesso della celebre Abbazia di S. Maria di Montepiano, monastero benedettino vallombrosano di Prato. Vicino all’opera vi era in origine anche un edificio, casa del converso che si occupava dell’attraversamento controllando il passaggio, eseguendo la manutenzione e riscuotendo un pedaggio da parte dei viaggiatori.
L’archivio dell’Abbazia di Montepiano conserva altri documenti medievali che riportano donazioni di terre da parte di possidenti locali al monastero. Donazioni utili a creare un patrimonio da cui trarre una rendita stabile per la manutenzione della strada e del ponte. Infatti, in epoca pre-comunale, spesso gli enti religiosi si occupavano di queste cure.