Da ostacolo al successo scolastico e all’apprendimento delle lingue, a fattore facilitante e risorsa cognitiva, emotiva e sociale a cui attingere. È questo il cambio di visione del ruolo della lingua madre al quale tende il progetto “Ogni lingua vale” promosso dalla Città metropolitana di Bologna e dall’Istituzione Gian Franco Minguzzi con la collaborazione del Centro RiESco del Comune di Bologna.
In occasione della Giornata internazionale della Lingua madre, il 21 febbraio sono stati presentati i risultati della seconda sperimentazione di “Ogni lingua vale” che lo scorso anno scolastico ha coinvolto 102 studentesse e studenti, due scuole secondarie di 1° grado, un CPIA e sei docenti.
Il lavoro è stato presentato da Fernanda Minuz, esperta di plurilinguismo e di glottodidattica, che ha ideato i percorsi di sperimentazione.
Il progetto “Ogni lingua vale” è nato nel 2018 per conoscere e valorizzare la diversità linguistica nei servizi per l’infanzia e nelle scuole che costituiscono oggi il panorama delle istituzioni educative, dall’infanzia all’età adulta. Destinatari e protagonisti del progetto sono le insegnanti e gli insegnanti, a cui si sono voluti offrire strumenti conoscitivi e operativi per fare del plurilinguismo delle singole e dei singoli allievi e della diversità linguistica della classe una risorsa di cui tutte e tutti possano beneficiare.
I repertori linguistici individuali composti da lingue differenti e usate in situazioni diverse, non si affiancano l’una all’altra, bensì interagiscono e stabiliscono rapporti reciproci contribuendo ad un’unica competenza linguistico-comunicativa che deve diventare patrimonio della classe. In questa prospettiva il plurilinguismo è un progetto pedagogico, non la constatazione dell’esistente.
Nella proposta di sperimentazione si è chiesto alle partecipanti e ai partecipanti di coinvolgere non solo le allieve e gli allievi con retroterra migratorio, ma l’intera classe, che costituisce una comunità multilingue. Hanno quindi partecipato attivamente anche le insegnanti e gli insegnanti mettendo in gioco le proprie ideologie linguistiche, le scale di valore, spesso implicite, sulle diverse lingue e le rappresentazioni di sé e degli altri come soggetti plurilingui.
"Esattamente 70 anni fa a Dacca, oggi capitale del Bangladesh, - ricorda Sara Accorsi, consigliera delegata a Welfare metropolitano e lotta alla povertà - studenti furono uccisi per aver manifestato per il riconoscimento della loro lingua, il bengalese. Credo che celebrare la Giornata collegata a quel fatto con il progetto Ogni lingua vale sia il segnale concreto di una consapevolezza acquisita: il plurilinguismo come occasione di crescita per tutta la comunità, a partire dalla scuola. Il progetto pone al centro l'interazione tra le diversità linguistiche e dialettali di insegnanti, studenti e studentesse, rendendo evidente che il processo di conoscenza nasce solo in una relazione autentica di ascolto e conoscenza reciproca. Ringrazio l'Istituzione Minguzzi e tutte le comunità scolastiche coinvolte per l'impegno alla costruzione di una società plurale".
I protagonisti della sperimentazione
Scuola secondaria di 1° Grado “Rita Levi Montalcini”, Bologna
La scuola si trova in un’area periferica della città con una frequente variazione demografica e una forte presenza di popolazione immigrata. Circa 900 iscritti, di cui il 27% è di origine migratoria (tra questi, circa il 15% sono neo-arrivati, tra gli italiani il 25% ha uno dei genitori straniero.
La sperimentazione è stata condotta in due classi di 2a da Irene Ortolano e Silvia Betti. Hanno partecipato 40 allieve e allievi parlanti, oltre all’italiano e i suoi dialetti, arabo, cinese, filippino, moldavo, rumeno e urdu.
Scuola secondaria di 1° Grado “Severino Ferrari”, I. C., Molinella
437 iscritti, 17,31% sono stranieri con prevalente provenienza da Marocco, Pakistan e Romania.
La sperimentazione è stata condotta da Filomena Marinaro, Luisa Grillo, Elisa Michelini nel laboratorio pluriclasse per l’insegnamento dell’Italiano che ha coinvoloto 11 allievi di 1a, 2a e 3a, provenienti da Marocco, Pakistan, Romania, Nigeria e Senegal.
CPIA “Montagna”
Il CPIA “Montagna” ha sedi ad Alto Reno Terme, Badi, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Marzabotto, Vado-Monzuno, Vergato. Nel 2020 erano 407 gli iscritti, di cui 88,4% di cittadinanza stranieria e 11,6% italiana.
La sperimentazione è stata condotta da Alessandro Borri e hanno partecipato 51 studenti: 32 della classe di 1° periodo (ex licenza media), 19 della classe di 2° periodo (equivalente al biennio della scuola finalizzato al completamento dell’obbligo di istruzione). La situazione linguistica delle classi era estremamente eterogenea: oltre all’italiano, le lingue madri segnalate erano albanese, arabo, inglese, lingala, macedone, malayalam, nuer, persiano, rumeno, spagnolo, twi, urdu, yoruba.