Nelle nostre città le strade, le piazze, i parchi, le stazioni, sono luoghi soggetti a usi differenti: spazi di passaggio, di incontro, di commercio, di gioco, che possono stimolare la creazione di legami sociali, o costruire conflitto; che possono contribuire al senso di appartenenza o dare la percezione di estraneità.
Ma che cosa conosciamo delle città e dei luoghi da cui provengono gli stranieri che quotidianamente incontriamo a Bologna? Come possiamo costruire "spazio pubblico" inclusivo se non conosciamo a fondo il contesto sociale - con le sue diversità - che abbiamo di fronte?
Sono le principali domande a cui il ciclo di conferenze "Le città degli altri" intende dare risposta. Cinque appuntamenti, in sala Borsa (piazza Nettuno 3)
dal 26 febbraio al 23 aprile (a giovedì alterni), promossi dall'Urban Center di Bologna, a cui ha collaborato anche il settore Pianificazione territoriale della Provincia, per
esplorare lo scenario urbano contemporaneo, visto dall'interno delle "città degli altri".
Realtà che verranno illustrate da alcuni dei protagonisti della cultura urbana italiana e internazionale, da architetti, sociologi, giornalisti e scrittori: tra gli altri,
Raul Pantaleo - da diversi anni impegnato a fianco di "Emergency" nella costruzione di ospedali in zone di guerra;
Gian Matteo Apuzzo - vincitore nel 2008 del Premio "scritture di confine Umberto Saba";
Jovan Ivanovsky - architetto che ha rappresentato la Repubblica di Macedonia alle ultime due edizioni della Biennale di Venezia;
Haris Gazdar - direttore del Centro di Ricerche Sociali di Karachi in Pakistan e
Khaled Al Khamissi - con il suo libro "Taxi" diventato un caso letterario in Egitto.
La prima conferenza "
Bologna e le città degli altri", in programma giovedì 26 febbraio alle 16, si aprirà con i saluti di Virginio Merola, assessore all'Urbanistica del Comune di Bologna, Giacomo Venturi, vicepresidente della Provincia e Mohamed Zakiri del Consiglio dei cittadini stranieri di Bologna.
Link esterno
Urban Center Bologna