"Europa: sostantivo femminile. Responsabilità Sociale in una prospettiva di genere"

Quasi 2.000 persone hanno seguito la diretta di questa mattina, tra cui 900 studenti e studentesse delle scuole medie e superiori e università


Quasi 2.000 persone hanno seguito questa mattina “Europa: sostantivo femminile-Responsabilità Sociale in una prospettiva di genere” l’evento trasmesso in diretta dalla Sala del Consiglio della Città metropolitana di Bologna allestita a studio televisivo con collegamenti da Roma e Bruxelles e l’intervento – tra gli altri – della Commissaria Europea all’Uguaglianza Helena Dalli, della Ministra per le Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti, del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e della vicepresidente Regione Emilia-Romagna Elly Schlein, introdotti dal sindaco metropolitano Virginio Merola.
Tra gli “spettatori” dell’evento, organizzato dalla Città metropolitana di Bologna in collaborazione con la Rete Capo D, il sostegno del Comitato Europeo delle Regioni e il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, anche 900 studenti e studentesse di scuole medie, superiori, Istituti di formazione e università.

Un programma denso di contenuti, un’occasione di dialogo tra istituzioni, imprese, scuole, associazioni, un confronto su azioni positive praticabili per le pari opportunità di genere e di scambio di buone pratiche. A condurre i lavori la giornalista Maria Latella, numerosi gli interventi e le domande poste agli ospiti da parte del pubblico incentrate sulle misure in campo per il superamento della crisi e sugli obiettivi che i diversi livelli di governo presenti all’incontro si pongono per il superamento del gender gap salariale e occupazionale. Domande arrivate da Federico Marchetti di Yoox Net-a-Porter, Barbara Panzacchi sindaca di Monghidoro, Rosanna Favato Amministratrice unica di ASP Bologna, Barbara Lepri, direttrice di Legacoop Emilia-Romagna.
L’intervento di Linda Laura Sabbadini, Direttrice ISTAT e Presidente Women 20, ha stimolato un dibattito partecipato su Recovery Fund, proposte da dettare per l’agenda G20 in tema di empowerment femminile, poste da Rita Monticelli dell’Università di Bologna, Belinda Gottardi sindaca di Castel Maggiore, Donatella Bellini della Camera di commercio di Bologna, Elena Salda di CMS, Silvia Giannini di CIR.
La sessione “Etimologie, le parole che cambiano” sull’importanza delle parole che ha visto gli interventi delle professoresse Vera Gheno e Giovanna Cosenza e il dibattito partecipato soprattutto da insegnanti e studentesse e l’intervento della Direttrice di Zanichelli Editore Irene Enriques.

Durante l’incontro sono stati trasmessi gli interventi registrati delle nove imprese della Rete CapoD: Aeroporto Marconi di Bologna, Automobili Lamborghini, Bonfiglioli, Caab, Crif, Emil Banca, Ima, Philip Morris Manufacturing & Technology Bologna e Tper.

Persone esperte provenienti dal mondo accademico e istituzionale hanno delineato un quadro delle azioni e delle misure che si stanno adottando a livello europeo e nazionale per affrontare le evoluzioni e trasformazioni che interessano oggi il mondo del lavoro, specie quello femminile, che la crisi pandemica ha reso ancor più fragile e vulnerabile.

“Il Recovery Fund trattando della ripresa socio-economica dell'Europa non può che avere la disparità di genere come uno dei suoi "temi chiave" – ha detto Virginio Merola sindaco della Città metropolitana di Bologna e membro del Comitato delle Regioni –. "Come città e comunità locali dobbiamo far sentire maggiormente la nostra voce per evitare di trovarci in una situazione in cui a pagare siano di nuovo giovani e donne lavoratrici come sta accadendo in questa crisi. Occorre quindi costruire insieme uno spazio europeo per il diritto di cittadinanza e al lavoro di tutti e di tutte che tenga nella giusta considerazione il ruolo delle donne, che più di altri stanno pagando sulla propria pelle il costo e gli effetti della pandemia”.

“Occorre un cambio di passo – ha sottolineato la Ministra per le Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti - che permetta all'esperienza femminile di assumere quella responsabilità sociale ed economica che le compete non solo per un tema di giustizia e di contrasto alle disuguaglianze ma anche perché c'è un tema di convenienza. Il piano della Next Generetion deve permettere alle donne di liberare queste energia femminili, solo così il nostro paese potrà fare il necessario cambio di passo”.

“Felice di partecipare a questo incontro promosso dalla Città metropolitana di Bologna insieme al Comitato delle Regioni – ha detto Helena Dalli, Commissaria Europea all’Uguaglianza - Dobbiamo ribadire e promuovere la dimensione di genere nella responsabilità sociale del lavoro a partire dall’applicazione del principio di parità e di trasparenza salariale sia nel settore pubblico che nel privato. La ricerca dell’uguaglianza richiede un impegno collettivo e questo approccio è importante sia a livello UE che in ciascuno dei contesti nazionali e regionali”.

“Questa crisi – sottolinea il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli - ci consegna la grande opportunità di sostenere la dignità delle persone, rendere giustizia alle donne, costruire uno spazio europeo che sia punto di riferimento in un mondo in cui l’uguaglianza non trova cittadinanza. E questa Europa, come già dimostrato nella risposta alla crisi, ha valori e risorse per farlo. Il piano di ripresa italiano sarà fondamentale per l’Europa perché non può esserci ripresa europea senza una ripresa italiana”.

“La pandemia da Covid-19 – dichiara Elly Schlein, vicepresidente Regione Emilia-Romagna - è esplosa come crisi sanitaria ma è immediatamente diventata economica e sociale. Dal fronte dell’occupazione, lo dicono i numeri dell’Istat, sono le donne che, insieme ai giovani, stanno pagando il prezzo più alto, perché avevano già le condizioni occupazionali più precarie. Occorre dunque agire presto e bene per ridurre i divari occupazionali e salariali di genere, sostenendo con un ampio spettro di misure la formazione delle donne in tutte le discipline, contrastando gli stereotipi, sostenendo l’occupazione e l’imprenditorialità femminile. Questo significa anche rafforzare le politiche di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro e facilitare una distribuzione più equa dei carichi di cura nelle famiglie, che gravano sproporzionatamente sulle spalle delle donne. Per questo è fondamentale adottare una prospettiva trasversale di genere nel predisporre il Piano per investire le risorse in arrivo del Next Generation Ue, avendo cura che servano a ridurre le diseguaglianze di genere. Investendo risorse importanti anche nelle infrastrutture sociali, come in Emilia-Romagna stiamo già facendo, che possano trasformare il lavoro di cura non pagato in lavoro qualificato e retribuito nei servizi.”

I dati presentati da Linda Laura Sabbadini sulla crisi economica ed occupazionale post Covid restituiscono la fotografia “di un Paese in cui le donne hanno fatto e stanno facendo da baluardo al virus, perché come lavoratrici sono in prima linea nelle scuole e negli ospedali e nelle case, dove già prima del Covid il carico di cura pesava per il 67%. Per capire la gravità della situazione, ricordo che le giovani italiane hanno il tasso di occupazione più basso d’Europa, inferiore a quello della Grecia. In particolare, le giovani tra i 25 e i 29 anni sono sotto la Grecia di 6 punti: parliamo di donne che sono più istruite degli uomini, ma che il nostro Paese non riesce a occupare. Il punto è che fino a quando le donne saranno sottoutilizzate rispetto al potenziale, l’Italia non crescerà. È necessario investire e obiettivi chiari, quantificabili e misurabili. Già nel 1957 il trattato di Roma considerava la parità di genere come “Valore cardine e diritto fondamentale e pilastro europeo dei diritti sociali”, le strategie per la parità di genere sono la vera chiave di sviluppo di questo paese ed è necessario prima di tutto non autoproclamare, ma capire cosa ha bloccato questo sviluppo, quali sono gli asset strategici”.

“Serve un welfare sostenibile, che possa essere mantenuto nel tempo”, è il pensiero del professor Roberto Poli, Cattedra UNESCO Sistemi Anticipanti Università di Trento, che ritiene necessario rivedere il welfare “non per diminuirlo ma per adattarlo al 21° secolo. Il modello classico basato su tre pilastri (famiglie stabili, unico portatore di risorse, interventi ex post) non è più attuale. Il nuovo modello di welfare vede il ruolo fondamentale delle lavoratrici e servizi alla famiglia adattati alle “famiglie fluide”. È necessario inoltre anticipare le crisi invece di rincorrerle, ha proseguito Poli nella sua lectio magistralis “Anticipare i cambiamenti: previsione strategica e Responsabilità Sociale”, e porre attenzione alle difficoltà che “si concentrano nelle fasi di transizione: dallo studio al lavoro, quando nasce il primo figlio, nei periodi in cui si cambia lavoro o si è disoccupati, quando si passa dal lavoro alla pensione”.

 
 
Data di pubblicazione: 26-03-2021
Data ultimo aggiornamento: 29-03-2021
 
 
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