La condotta-ponte inaugurata lo scorso 17 giugno, è un intervento innovativo e progettato con particolare attenzione alla sostenibilità, permettendo un collegamento a piedi e in bici tra il territorio di Castel Maggiore e quello di Calderara di Reno nel punto storicamente diviso dal fiume. L'opera, che attraversa il fiume Reno per 400 metri, consente infatti di ridurre i prelievi di acqua da falda e rende disponibile acqua rinnovabile di superficie alla pianura, a sinistra del Reno. Sulla tubazione, il Consorzio della Bonifica Renana ha realizzato un ponte ciclo-pedonale che connette le ciclabili locali ai lati del fiume, con la Ciclovia del Reno permettendo ai cicloturisti di percorrerla interamente.In virtù di questi elementi, il progetto di condotta-ponte sul Reno si è classificato primo nella graduatoria nazionale di finanziamento del Ministero dell'Agricoltura nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 aggiudicandosi un finanziamento pubblico di 11.788.000 euro, con i quali l'opera è stata realizzata negli ultimi 24 mesi.
La Ciclovia del Reno attraversa i comuni di Castel Maggiore, Argelato, Castello d’Argile, Pieve di Cento e Galliera, Calderara di Reno e Sala Bolognese, lambendo anche il centro abitato di Cento. Il suo tracciato coincide con la linea #25 della Bicipolitana per il tempo libero e grazie al nuovo ponte ciclabile sul fiume Reno si collega alla Ciclovia del Sole - Eurovelo 7, all'altezza della località Lippo di Calderara di Reno.
L’opera è stata dedicata all'ingegner Francesca Dallabetta che l'ha ideata e resa tecnicamente realizzabile, direttrice dell'area tecnica della Bonifica Renana e prima donna ingegnere capo nel sistema nazionale delle Bonifiche, precocemente scomparsa a soli 61 anni nel gennaio scorso.
“Abbiamo inaugurato a inizio aprile il primo tratto della Ciclovia del Reno - sottolinea Simona Larghetti, consigliera della Città metropolitana - e abbiamo finanziato e stiamo progettando il secondo tratto da Galliera a Santa Maria Codifiume. Il ponte cicolpedanale rappresenta una connessione fondamentale per questo percorso cicloturistico che diventa accessibile a tutti i tipi di bicicletta.”
Entrando nel merito tecnico dell’intervento, Paolo Pini, direttore generale della Renana specifica che: "La condotta è in grado di fornire fino a 25 milioni di metri cubi d'acqua rinnovabile all'anno, a zone oggi prive di risorsa stabile. E questo grazie all'integrazione di fonti complementari di superficie di cui la principale resta il Po, attraverso la connessione con il Canale Emiliano Romagnolo. Ciò consente di ridurre l'uso dei pozzi nella zona a sinistra del Reno e, quindi, favorisce la conservazione dei livelli di falda, contrastando il grave fenomeno della subsidenza".
"Questo intervento - aggiunge Valentina Borghi, presidente del Consorzio - è frutto di una visione strategica basata su risparmio idrico, integrazione di fonti di superficie e restituzione all'ecosistema Reno di una quota di acqua equivalente, per la fruizione ambientale e turistica . Un approccio fondato sulla collaborazione tra enti gestori della risorsa che ha caratterizzato e caratterizza l'intensa attività di progettazione idraulica della Bonifica Renana. Con l'obiettivo di adeguare la disponibilità idrica bolognese alle attuali condizioni di cambiamento climatico e contemporaneamente aumentare la capacità di resilienza del territorio."