L’invito a conferire la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki rivolto a tutti i Comuni della città metropolitana contenuto nell’ordine del giorno presentato da Simona Lembi (Pd) d'intesa con il Sindaco Virginio Merola, ha ottenuto oggi il via libera del Consiglio metropolitano.
Il documento, che era già stato illustrato in Aula nell’ultima seduta, ha ottenuto 12 voti a favore (Pd e Mengoli-Rete Civica e Palumbo-Indipendenti) e l’astensione di Erika Seta (Uniti per l’Alternativa).
Di seguito il testo integrale:
Il Consiglio Metropolitano di Bologna
PREMESSO CHE
La notte fra il 6 e il 7 febbraio scorso è stato arrestato in Egitto il ricercatore e attivista 27enne
Patrick George Zaki, accusato dal governo egiziano di diffondere notizie false attraverso i suoi
canali social, attentare alla sicurezza nazionale e di istigare al rovesciamento del governo e della
Costituzione.
Patrick George Zaki è ricercatore in un Master di Studi di Genere presso l’Università di Bologna,
immatricolato all’Università di Granada nel Master Erasmus Mundus, con una borsa di studio
dell’Unione Europea per frequentare il Master Gemma coordinato dall’Università spagnola
CONSIDERATE le numerose testimonianze di ONG tra cui
L’Ong ‘Iniziativa egiziana per i diritti della persona‘, con cui Zaki collabora, afferma che è stato
interrogato circa la sia attività di ricerca a Bologna e le sue iniziative in difesa dei diritti umani;
Le autorità egiziane affermano di aver arrestato Zaki a Mansoura, sua città natale, mentre del
giovane ricercatore si sono perse le tracce più di 24 ore prima, appena sbarcato all’Aeroporto
Internazionale del Cairo;
L’Ong EIPR denuncia come Zaki sia stato bendato e torturato per ore: picchiato, sottoposto a
elettroshock, minacciato e interrogato dalla National Security Investigations (Nsi);
Il rapporto di polizia presentato ai legali del ricercatore “sostiene falsamente che venne arrestato a
un posto di blocco nella sua città natale, a seguito di un ordine emesso a settembre 2019” mentre
Zaki aveva lasciato il suo Paese in agosto;
Le parole di Amnesty International che ha denunciato il rischio di una detenzione prolungata
RICORDATO CHE
Patrick George Zaki è in stato di detenzione preventiva dal 7 febbraio
Patrick potrebbe rimanere in carcere ancora molto tempo. Rischia dai cinque anni all’ergastolo; la
custodia cautelare potrebbe essere rinviata in modo indefinito come accaduto finora anche ad altri
attivisti prima di lui (sono 1600 le persone detenute in Egitto alle quali è stata rinnovata la
detenzione preventiva)
Le accuse rivolte a Patrick sono le stesse che colpiscono persone che svolgono attività del tutto
legittime secondo il diritto internazionale e che in Egitto hanno raggiunto in questi anni centinaia di
attivisti, ricercatori, avvocati, esponenti di organizzazioni per i diritti umani;
Patrick Zaki si è molto speso per l’affermazione dei diritti delle minoranze, dalla Lgbtqi, fino alle
comunità cristiane cacciate dal nord del Sinai a causa dell’avanzata dello stato islamico
CONSIDERATE INOLTRE
Le manifestazioni cittadine svoltesi a Bologna a favore della liberazione di Patrick
Le numerose testimonianze di uomini e donne di questo territorio a favore della liberazione di
Patrick
La lettera congiunta sottoscritta dal Sindaco, dal Rettore e dal Presidente di Amnesty rivolta
all’ambasciatore italiano in Egitto per chiedere la liberazione di Patrick
IL CONSIGLIO METROPOLITANO DI BOLOGNA
Invita i Consigli comunali dei Comuni della Città metropolitana a valutare di conferire la
cittadinanza onoraria a Patrick George Zaki riconoscendo nella sua figura quei valori di libertà di
studio, di libertà di pensiero e di libertà alla partecipazione pubblica propri di questo territorio e
delle istituzioni che lo rappresentano
ESPRIME apprezzamento per le azioni promosse dalle Università di Bologna e Granada per
chiedere la liberazione di Patrick
MANIFESTA vicinanza e solidarietà ai famigliari di Patrick
INVITA il Governo Italiano a proseguire e rafforzare l’impegno nel chiedere alle istituzioni
egiziane il rilascio immediato di Patrick
INVITA inoltre il Governo Italiano a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune – con
particolare riferimento all’Unione Europea – azioni tese a chiedere il rilascio di Zaki.