L’associazione 440hz, in collaborazione con l’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese, dà al via alla ricca stagione di iniziative previste dalla rassegna “Incontri tra le pagine”, che prevede numerosi appuntamenti presso la biblioteca Guidotti di piazza 1° maggio a Vergato. I primi due appuntamenti si tengono ad ottobre.
Si comincia giovedì 18 ottobre alle 20,45 con la presentazione del libro: “Deo nomine invocato - I processi del foro criminale arcivescovile di Bologna nell’Alto Reno dal 1566 al 1797” di Alessandra Biagi, edito dal Gruppo Studi Capotauro. L’autrice, intervistata da Marco Tamarri, presenterà il suo lavoro di ricerca tra i documenti conservati all’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna che le ha consentito di analizzare le procedure dei processi criminali del Foro Arcivescovile dal 1566, data dei primi documenti reperibili, fino al 1797, quando l’arrivo di Napoleone cambierà, tra le molte altre cose, anche il modo di procedere di fronte ai crimini. La ricerca riguarda tutto l’Alto Reno, da Granaglione a Castiglione dei Pepoli, passando per Vergato, Gaggio Montano, Castel d’Ajano, Porretta Terme e Lizzano. I reati rappresentati sono i più vari, dall’omicidio alle percosse, dallo stupro alla truffa, dal furto alla calunnia, oltre ad altri crimini fantasiosi che dimostrano quanto i nostri avi dovessero combattere ogni giorno con circostanze ed eventi imprevedibili.
Secondo appuntamento lunedì 29 ottobre sempre alle 20,45 con la presentazione di “Professione cantante” di Andrea Mingardi. Con il popolare musicista bolognese ci saranno Marco Tamarri e e Graziano Uliani, il patron del Porretta Soul Festival. Nel libro edito da Pendragon Mingardi, tornato nelle vesti di scrittore, racconta la professione affascinante del cantante attraverso aneddoti e contributi di Mina, Francesco Guccini, Luca Carboni, Renzo Arbore, Orietta Berti, Pippo Baudo, e tanti altri ancora.
L’autore nella quarta di copertina scrive che «commetteremmo un errore se trascurassimo il sottobosco della musica del popolo, le antiche radici del canto della provincia e le ingenue mosse di generazioni dedite al culto del sudore ballereccio di moda. In questa mia fugace inquadratura, le mille storie, gli aneddoti, i tic, i sogni, le speranze e le tenere miserie dei milioni musicisti che aspirano a rilasciare autografi sono appena accennate. In fondo, i protagonisti siamo tutti noi, anime in competizione, sparpagliate sui palchi della vita, abitanti di una nazione nota per il bel canto e per essere una eterna fabbrica delle illusioni».
Fonte: Ufficio stampa Unione Comuni Appennino Bolognese
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