È pienamente operativo a S. Agata Bolognese il progetto di biomonitoraggio “Capiamo”, promosso dal Gruppo Hera, con l’obiettivo di studiare il comportamento delle api come indicatori efficaci per valutare lo stato di qualità dell’ambiente nella zona circostante il suo impianto per la produzione di biometano e compost. In particolare, sono tre gli alveari installati la scorsa primavera all’interno del perimetro della struttura, ognuno contenente circa 100 mila api. L’area monitorata è la zona al confine con la provincia di Modena, dove sono presenti, oltre all’impianto, anche attività industriali, artigianali e soprattutto agricole.
I progetti di biomonitoraggio come quello avviato dalla multiutility a S. Agata utilizzano organismi definiti markers, in questo caso le api, che sono altamente sensibili ai cambiamenti ambientali causati da agenti inquinanti e quindi in grado di segnalare precocemente l'insorgenza di squilibri per la biodiversità, per l'ecosistema e per la salute umana, permettendo così di pianificare tempestivamente azioni correttive. Questo progetto si integra al piano di monitoraggio ambientale costantemente in essere sull’impianto e presenta molteplici elementi di valore, sia dal punto di vista scientifico, perché indaga lo stato di qualità dell’ambiente studiando le api e i loro prodotti, sia da quello ambientale, perché contribuisce al popolamento del territorio con questi insetti che hanno un ruolo importante nello sviluppo della biodiversità e nell’equilibrio ecologico.
Circa 10.000 prelievi giornalieri in ambiente: ape insetto perfetto per il biomonitoraggio
La scelta delle api come sentinelle ambientali discende dalle loro caratteristiche, per molti aspetti uniche e particolarmente adatte al biomonitoraggio. Si tratta, innanzitutto, di insetti sociali, che vivono cioè in colonie numerose e facili da allevare. Inoltre, il corpo coperto di peli e la regolare attività di bottinamento, cioè la raccolta di nettare e polline, consentono alle singole colonie di svolgere circa 10.000 prelievi giornalieri di aria, acqua e suolo con cui entrano in contatto. Da considerare che la singola ape, nel corso delle sue migrazioni giornaliere, si muove normalmente su un'area di 7 km2. Le sostanze presenti nell’ambiente si accumulano quindi all’interno dell’alveare, sulle api e sui loro prodotti, miele, propoli, cera, polline e pappa reale, rendendo facile e veloce il recupero di campioni altamente rappresentativi da analizzare. Il miele, ad esempio, permette di valutare l'inquinamento nel breve periodo, in quanto costituisce il primo prodotto in cui possono accumularsi i contaminanti; la cera, invece, consente di valutare i livelli di inquinamento a lungo termine, dal momento che, per la sua natura lipidica, può assorbire e trattenere i contaminanti non volatili e persistenti.
I risultati delle analisi effettuate sugli alveari installati a S. Agata
Il progetto “Capiamo”, che Herambiente ha attivato in modo volontario, prevede due campagne di campionamento e analisi all'anno sulla popolazione delle api dei tre alveari localizzati a S. Agata e suoi loro prodotti, oltre a controlli per verificare la salute e la produttività delle api. I campioni raccolti dagli alveari (api, miele e cera) sono sottoposti ad analisi chimiche presso laboratori accreditati e con metodi certificati. Le informazioni ottenute permettono di conoscere e quantificare gli eventuali effetti dell'impatto delle attività dell’uomo sull'ambiente. I risultati delle prime due campagne, condotte nel 2021 mostrano uno stato di qualità ambientale complessivamente buono dal quale non emergono criticità. Per quanto riguarda gli anioni (cloruri, solfati e nitrati), la loro presenza nel miele raccolto all’impianto è in linea con i valori medi dei mieli di origine italiana ed è tipica di un’area non densamente popolata, priva di poli industriali consistenti, caratterizzata dalla presenza di un settore agricolo forte e produttivo. Per metalli e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), i risultati, ampiamente inferiori ai limiti imposti dalla normativa vigente per oli e grassi di origine animale, mostrano come principali fonti emissive il traffico automobilistico e ferroviario, l’uso di concimi e fertilizzanti in agricoltura.
Nelle api e nel miele è stata riscontrata l’assenza di tracce di pesticidi, mentre nella cera sono state individuate, solo nella prima campagna tracce di sostanze che vengono utilizzate di norma in apicoltura e in agricoltura biologica. Il miele prodotto nel 2021 si presenta ambrato e fluido con un aroma di frutti di bosco derivante dall’abbondanza di pollini del genere Rubus.
“Il progetto è appena iniziato e, all’insegna della più ampia trasparenza, la nostra volontà è di dare la massima divulgazione ai risultati man mano che procederà – commenta Andrea Ramonda, Amministratore Delegato di Herambiente -, perché non vuole solo essere un elemento aggiuntivo di sicurezza ambientale, ma anche uno strumento di trasparenza e confronto con la comunità che ospita l’impianto. È un progetto importante che si sposa perfettamente con i valori della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente su cui si fonda il nostro operato e per questo lo abbiamo attivato anche su altri territori dove sono presenti impianti del Gruppo. Considerando l’esperienza che si sta sviluppando e maturata oggi da numerosi scienziati, l’apicoltura è senza dubbio interessante per valutare gli impatti delle attività sull’ambiente”.
“Vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per questa attività di controllo che viene svolta sul nostro territorio comunale da Herambiente. Un progetto simile lo sta portando avanti anche Lamborghini sui suoi impianti presenti nell’area – afferma Giuseppe Vicinelli, sindaco di S. Agata Bolognese -. È un impegno volontario che, in parallelo ai controlli già previsti, garantisce sicurezza e qualità ambientale. Come amministrazione comunale, siamo da tempo impegnati per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e delle api, tanto che il Comune stesso fa parte dell’associazione Comuni amici delle api, che ha lo scopo di promuovere la tutela dell’ambiente e la riqualificazione dei territori attraverso la protezione delle api e la valorizzazione dell’apicoltura”.
Fonte: Gruppo Hera Spa
e-mail: Elena.Marchetti@gruppohera.it