Sostenere i giovani Caregiver bolognesi, bambini e ragazzi di età inferiore ai 18 anni che forniscono cura, assistenza e supporto a membri della famiglia che hanno una disabilità, una patologia cronica, una malattia mentale o altre condizioni che necessitano di cura. Con questo obiettivo la Città metropolitana e la Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana (CTSSM) di Bologna hanno lanciato nei sei distretti dell’Ausl di Bologna il progetto “Giovani Caregiver”, nato per definire una strategia metropolitana di sostegno a queste figure che, un'indagine ISTAT relativa al 2015, stima possano rappresentare almeno il 7,3% dei ragazzi e il 6,9% delle ragazze tra i 15 e i 24 anni.
Oggi mancano infatti strumenti accurati per individuare questi giovani e giovanissimi che in tanti casi faticano, anche a livello sociale, a essere considerati soggetti attivi della rete di cura. Il progetto mira dunque a guidare le comunità professionali, scolastiche, educative e non solo, nel costruire nuove modalità di lavoro per individuare e sostenere i giovani e giovanissimi che, per necessità e responsabilità, si prendono cura dei loro cari e svolgono in prima persona una quota di welfare.
Non si tratta quindi tanto di indirizzare questi soggetti ai servizi competenti per il supporto psicologico, ma di fornire loro un sostegno più ampio, che coinvolge la società a più livelli: una presa in carico comunitaria.
Il progetto è stato lanciato il 24 maggio scorso con un convegno in cui hanno dialogato alcune voci rilevanti del sistema socio sanitario: scuola, Azienda USL, gli uffici di piano che hanno sperimentato alcune esperienze di supporto ai giovani Caregiver nell'area metropolitana bolognese, gli stessi giovani. Si è inoltre già costituito un comitato direttivo del progetto e la roadmap del percorso partecipativo che nei prossimi mesi coinvolgerà distretti, comunità territoriali e comunità scolastiche è ben delineata.
Durante l’estate l’attività coinvolgerà i 6 distretti, dove per ognuno si formeranno gruppi di lavoro locale, per declinare il percorso nel concerto e identificare specifiche necessità territoriali. Verranno mappati i portatori di interesse nei vari territori e saranno progettate azioni da sperimentare con ragazze e ragazzi delle relative scuole secondarie di secondo grado, da settembre a fine anno.
"Sarà una attività che permetterà di costruire reti tra i servizi esistenti e di rafforzare le comunità territoriali, attraverso la collaborazione tra le diverse istituzioni dei territori: le scuole, la sanità e i servizi sociali, oltre che con gli enti del Terzo Settore. - commenta Erika Ferranti, vicepresidente della CTSSM di Bologna - Attraverso questa progettualità innovativa continueremo a investire sulle giovani generazioni, che tanto hanno sofferto in questi anni di pandemia e sulle quali non dobbiamo lesinare gli sforzi".