È urgente attivare la cassa integrazione per le lavoratrici che sono senza stipendio ormai da cinque mesi. Oggi al Tavolo presso il Mimit abbiamo avuto rassicurazioni e siamo dunque ottimisti sul fatto che si possa concretizzare al più presto. Non si tratta solo di garantire il diritto individuale delle persone ad avere il sostegno previsto dalla legge, ma anche di mantenere le maestranze sul sito. Occorre garantire a chi è interessato all’azienda di non trovarsi di fronte a un marchio che dietro non ha la ricchezza di centinaia di lavoratrici e lavoratori che padroneggiano le tecniche per produrre un manufatto che rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo. Lasciarle andare via dall’azienda per mancanza di uno stipendio e degli ammortizzatori sociali previsti sarebbe uno spreco intollerabile.
La situazione è inedita e molto complessa, data la compresenza di due diverse procedure giudiziarie in Italia e nel Regno Unito. Qui da noi si è attivata una forte mobilitazione sociale, politica, istituzionale che vede nella difesa del sito di Bologna un impegno collettivo. Accanto alle tante azioni intraprese a tutti i livelli serve anche rendere più pregnante una relazione politica tra Italia e Regno Unito rispetto a un tema che rappresenta come non mai il Made in Italy. Faccio appello al Mimit affinché gli inglesi avvertano che c’è un nostro interesse nazionale nella difesa del futuro della Perla. Non lasciamo solamente alla burocrazia dell’incontro fra due procedure di due sistemi normativi diversi la risoluzione del problema.