All'inizio era l'Eden, primo giardino e teatro di quel primo peccato che causò la cacciata di Adamo ed Eva dal luogo delle delizie. Poi, nel corso della storia, gli esseri umani hanno inventato altri giardini, magari sulla spinta di altri peccati e della nostalgia per quello spazio di perfetta felicità perduta. Il ciclo di conversazioni promosse dalla Provincia di Bologna, e ideate e condotte da Lina Danielli, presenta sette esempi, in cui il tema dei sette peccati capitali e dei loro intrecci con giardini di ogni genere, viene corredato da un percorso iconografico a tema, con materiale visivo e riferimenti letterari.
Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito e si tengono nell'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti (via Belle Arti 54) fino al 22 aprile. Il secondo, in programma domani alle 17.30, è con "La superbia dei giardini in gara con l'Eden": il racconto proporrà i verzieri del mondo islamico come metafora del paradiso, promesso da Allah ai fedeli. Al tempo della conquista della Spagna da parte dei Mori il luogo-giardino si associa alla guerra santa, jihad, e diviene segno del potere dell'Islam, della sua vittoria e della sua conquista. Una testimonianza ne sono i superbi giardini del palazzo dell'Alhambra di Granada. Il percorso iconografico alternerà citazioni dall'opera dello scrittore americano Washington Irving, "Racconti dell'Alhambra", e dalla raccolta araba di novelle "Le mille e una notte", insieme a due proposte filmiche: "El Cid" di Anthony Mann (1961) e "Il Destino" di Yusuf Shahin (1997).