La separazione tra banca commerciale e banca d'affari mediante un disegno di legge che “ponga in equilibrio imprese e famiglie così da rilanciare l'economia reale” è il tema dell'odg approvato all'unanimità nell'ultima seduta del Consiglio provinciale.
Il documento, proposto in aula da Fabio Tartarini del Gruppo Misto, impegna la Presidente e la Giunta provinciale a “sollecitare il Governo italiano in tal senso secondo i principi e il modello del Glass-Steagall Act”, il provvedimento con cui nel 1933 gli Usa disposero la separazione tra le banche dedicate al credito per le imprese e le famiglie da un lato e quelle di natura finanziaria dall'altro, che l'Italia recepì nel 1936 per poi abolirlo nel 1993.
Il testo prende le mosse dalla crisi finanziaria internazionale, “iniziata nell’agosto del 2007 eacuitasi nell’autunno del 2008 con il fallimento del sistema bancario americano” che ha “mortificato e tuttora compromette l’intero settore produttivo e industriale mondiale”.
Considerando questa crisi strutturale, e radicata “nelle probabili disfunzioni del sistema bancario e finanziario, in particolare nel suo contrastato rapporto con la cosiddetta economia reale”, nonché la conseguente revoca dei crediti e mancata concessione di nuovi, per cui “continua a crescere il numero d’imprese costrette a cessare la propria attività” con incremento della disoccupazione e “collasso economico e sociale delle famiglie”, l'odg richiama i concetti del “too big to fail” e del “bail-in”: non solo “gli istituti bancari sono diventati grandi a tal punto che il loro fallimento viene considerato come una eventualità tanto disastrosa quanto insostenibile” mentre “i fondi utilizzati per il salvataggio delle banche avrebbero potuto avere una diversa e più efficace destinazione, quale il sostegno all’impresa e all’occupazione”, ma si sono diffuse notizie per cui a partire dal 2018 il ripianamento degli eventuali fallimenti delle banche verrebbe trasferito dai fondi pubblici al sistema finanziario privato.
Per “arrestare la finanziarizzazione parossistica dell'economia” e rilanciare il sistema produttivo, il Consiglio unanime chiede quindi alla Presidente e alla Giunta di farsi portavoce presso il Governo della richiesta di un disegno di legge che tenga conto “della esigenza di valorizzare un modello di banca tradizionale, anche a vocazione territoriale, ex articolo 117 della Costituzione, e cooperativo, non speculativa, che ponga in equilibrio imprese e famiglie cosi da rilanciare l’economia reale, valorizzando il ruolo dei soggetti pubblici che possano occupare gli spazi lasciati vuoti dal sistema bancario e che lavorino in modo sinergico con le banche del territorio”.
Circa la questione bail-in, si richiede l'impegno a invitare il Parlamento europeo, la BCE e l’Ecofin a rivedere le regole comuni “in ordine alla patrimonializzazione delle banche e alle garanzie dei depositi, nella gestione di una crisi creditizia,affinché siano esclusi, insieme ai fondi pubblici degli Stati, anche i depositi delle imprese, non esercitanti attività di natura finanziaria, e i depositi dei risparmiatori e delle famiglie, anche se non garantiti”.