Pratiche femministe sono quelle che sostituiscono il principio della reciprocità/pariteticità a quello della contrapposizione/competizione tipico della logica patriarcale dominante-dominato. Esse promuovono una ricostruzione delle relazioni basate sul valore generativo dell’interdipendenza piuttosto che sul paradigma dell’individualismo e dell’autosufficienza.
Una lettura del rapporto tra modello culturale patriarcale e sistema servizio sociale, una riflessione sulla cura come matrice di una società vivibile, una guida per interrogare e riorientare il lavoro socioeducativo.
Giovedì 9 maggio alle 17 nella Biblioteca della salute mentale e delle scienze umane “Minguzzi-Gentili” (via Sant’Isaia 90, Bologna) verrà presentato il volume “La capacità di trasformare il mondo, pratiche femministe di servizio sociale” a cura di Letizia Lambertini.
Introdurrà e modererà Bruna Zani, presidente Istituzione G. F. Minguzzi
Interverranno
Simona Lembi, responsabile del Piano per l'uguaglianza Città metropolitana di Bologna
Marisa Anconelli, presidente IRESS
Maria Chiara Briani, presidente Ordine Assistenti Sociali Emilia-Romagna in dialogo con le coautrici Letizia Lambertini (ricercatrice indipendente in studi di genere e politiche di pari opportunità) e Cristina Vignali (responsabile Servizio Sociale ASC InSieme)
Il Codice deontologico dell’assistente sociale attribuisce alla professione l’impegno a «perseguire la giustizia sociale» attraverso il riconoscimento e la promozione della «dignità intrinseca di ogni essere umano». E per realizzare equità è necessario avere ben chiare non solo tutte le possibili variabili della diseguaglianza (povertà, disoccupazione, inabilità o disabilità, emarginazione…), ma prima di tutto il modello culturale che tende a perpetuare la contrapposizione e accrescere il divario tra «chi può e chi non può».
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