Gli importanti cambiamenti che ci coinvolgono oggi impongono una sempre maggiore attenzione agli stili di vita, che comprenda un’alimentazione sana ed equilibrata, basata su prodotti di stagione e il più possibile locali, che adotti una filiera sostenibile e riduca gli sprechi alimentari in un percorso etico, ambientale e sociale.
Il Comune di Bologna e la Città metropolitana propongono la Politica Alimentare Urbana e Metropolitana (Paum) con la volontà di rendere accessibile a tutte le persone un’alimentazione sana, equa, sostenibile e culturalmente appropriata, promuovendo la sicurezza alimentare e la nutrizione sostenibile, nonché lo sviluppo economico e la gestione sostenibile delle risorse naturali.
La Paum di Bologna si inserisce nel quadro dell’Agenda Onu 2030 e risponde anche agli obiettivi del programma di mandato di promuovere “la transizione verso la sostenibilità sociale ed ambientale di tutta la filiera agroalimentare, dalla produzione ai modelli di approvvigionamento, della rete di distribuzione al dettaglio e consegna logistica urbana di cibo locale, rispettosa dei lavoratori ed ecologica nei mezzi”.
Il documento di orientamento “Obiettivi, principi, riconoscimenti e assi strategici per una Politica Alimentare Urbana e Metropolitana a Bologna", approvato a luglio 2023 dalla Giunta comunale e oggi dalla Giunta metropolitana, individua i seguenti principi:
Vengono anche individuati 4 assi strategici da sviluppare attraverso il coinvolgimento degli attori locali, agenti pubblici, mondo accademico, associazioni e cittadini:
Il tavolo per la democrazia alimentare
È online l’avviso pubblico per la costituzione del tavolo, rivolto ai soggetti collettivi che siano rappresentativi del sistema agroalimentare locale. Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro il 25 marzo. A questo link l'avviso https://www.comune.bologna.it/bandi/costituzione-tavolo-democrazia-alimentare
Il tavolo per la democrazia alimentare si inserisce nel primo asse strategico della Paum e rappresenta lo spazio in cui istituzioni, imprese, terzo settore e associazionismo possono partecipare e contribuire in modo collettivo a definire gli obiettivi delle politiche del cibo, che verranno tradotte in un Manifesto della Democrazia Alimentare.