Unanimità del Consiglio provinciale alle modifiche statutarie della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reati, istituita nel 2004 con la partecipazione tra i soci fondatori della Provincia di Bologna. Le novità di maggior rilievo riguardano gli articoli dello Statuto inerenti la struttura organizzativa e la distribuzione dei poteri nella Fondazione. In particolare per dare una maggiore elasticità all'organizzazione viene introdotto il Vicepresidente tra gli organi di governo, il Presidente assume i poteri precedentemente attribuiti al Direttore che, nel nuovo testo proposto, assume un ruolo esclusivamente tecnico ed organizzativo.
La modifica complessivamente è finalizzata a rendere più netta e distinta la distribuzione delle competenze tra gli organi rispetto alla struttura operativa. Infine lo Statuto viene adeguato a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di indennità, gettoni di presenza e rimborsi spesa dei membri di organi collegiali anche di amministrazione di Enti che ricevono contributi a carico delle finanze pubbliche (art. 6 comma 2, D.L. n. 78 del 31 maggio 2010, convertito dalla Legge 30 luglio 2010, n.122). In sostanza elimina le indennità prevedendo il solo rimborso spese, e fissa ad un massimo di 30 euro a seduta giornaliera l'eventuale gettone.
In aula è stato approvato inoltre un ordine del giorno collegato alla delibera che chiede di "di ampliare la natura dei reati per cui si consente alla Fondazione di intervenire a favore delle vittime in Regione"; allo stato attuale infatti la legge regionale (art. 7 L.R 24/2003) prevede che la Fondazione si occupi esclusivamente delle vittime di reati non colposi. Il documento, passato all'unanimità, propone invece di inserire tra i reati trattati quelli "colposi che hanno dimostrato in questi anni di avere un particolare impatto sia individuale che sociale e che non sempre sono riusciti ad avere il giusto riconoscimento in tempi congrui, quali ad esempio gli incidenti stradali e gli incidenti sul lavoro". L'odg si conclude con la richiesta alla Giunta provinciale "di farsi portavoce presso i soci della Fondazione, in particolare verso la Regione, di questa proposta e di relazionare al Consiglio in merito alle considerazioni che emergeranno".