Progetto Lupo

Canis lupus (Linnaeus, 1758)

Lupo
(W. Vivarelli, 2007)

Il lupo è uno dei mammiferi terrestri a più ampia distribuzione. In origine, l’areale comprendeva l’intero continente nord-americano ed euroasiatico. Successivamente, una persecuzione deliberata e sistematica a partire dall’inizio del XIX secolo ha comportato un crollo demografico e una restrizione dell’areale alla scala globale.

Nel ‘700 era già dichiarato estinto in Gran Bretagna e nell’800 in tutto il nord e centro Europa. In Italia, nella prima metà  del XX secolo risultava quasi del tutto assente dall’intera penisola e totalmente scomparso in Sicilia. Il primo censimento nazionale effettuato all’inizio degli anni ’70, rivelò la presenza di una popolazione residuale di un centinaio di individui nell’Appennino centro-meridionale, distribuiti su un’areale di tipo disperso.

L’inversione di tendenza ha avuto inizio nei primi anni ’80 dello scorso secolo e attualmente è presente lungo l’intero sistema appenninico, dalle Alpi Marittime all’Aspromonte. 

 
Stato giuridico e grado di minaccia

a livello nazionale

  • Legge 11 febbraio 1992 n. 157: specie particolarmente protetta  


a livello comunitario e internazionale

  • Allegato IV, Direttiva 92/43/CEE: specie che richiede una protezione rigorosa
  • Allegato II, Convenzione di Berna del 19 settembre 1979: specie rigorosamente protetta
 
 
Sistematica

Ordine: Carnivori (Carnivora)
Famiglia: Canidi (Canidae)
Genere: Canis
Specie: lupus

 

La sottospecie italicus è stata invalidata da recenti indagini genetiche.

 
 
Habitat

Il lupo è una specie estremamente adattabile che gli consente l’occupazione di un areale potenziale estremamente ampio. E’ presente, in pratica, in tutti gli ambienti dell’emisfero settentrionale, con l’unica eccezione delle zone desertiche e delle vette più elevate. In Italia, manca solamente dalle aree di pianura avendo ormai colonizzato tutte le fasce altitudinali del sistema appenninico, dalle prime pendici collinari all’ambiente di crinale.

E’ ancora in fase di attuazione la ricolonizzazione dell’arco alpino. L’attuale situazione demografica lascia presupporre che individui a comportamento dispersivo o erratico possono essere rinvenuti occasionalmente in qualsiasi luogo, anche effettivamente non idoneo per insediamenti stabili.

 
 
Comportamento e riproduzione

L’organizzazione sociale del lupo è di tipo gerarchico-territoriale, con unità familiari che occupano territori difesi e marcati di estensione variabile in dipendenza di fattori ambientali ed ecologici.

Le unità familiari sono di norma costituite dalla coppia adulta e dalla loro prole e risultano esclusive di ciascun territorio. Una simile struttura sociale rappresenta l’elemento base per la regolazione della densità delle diverse popolazioni in natura.

All’età di due anni circa, una volta raggiunta la maturità sessuale, gli individui entrano nella fase dispersiva, comportamento chiave per la colonizzazione di nuove aree e l’ampliamento della distribuzione. Gli individui in dispersione appartengono alla classe sociale interessata dai più alti valori di mortalità poiché in mancanza di un territorio risultano meno esperti nella valutazione dei potenziali pericoli.

Alle nostre latitudini, la femmina partorisce i cuccioli in una tana appositamente predisposta in aprile o maggio in numero variabile a seconda della disponibilità alimentare, della densità e della struttura della popolazione.

 
 
Consistenza della popolazione nazionale

Fino al XIX secolo la popolazione italiana mostrava una continuità distributiva con le altre popolazioni dell’Europa meridionale: la iberico-provenzale e la balcanico-danubiana. L’isolamento geografico e genetico è avvenuto da fine ’800, con l’estinzione nel settore alpino.

Nonostante il progressivo e marcato incremento della popolazione a livello nazionale dopo il superamento del momento di massima crisi degli anni ’70, lo stato di conservazione resta tuttora compromesso per la limitata consistenza complessiva stimata in 4-500 capi.

Un’indagine condotta dal 1998 al 2009 nell’Appennino bolognese, ha rivelato la presenza di 12 territori occupati da unità familiari costituite mediamente da 4-5 (2-10) capi e una consistenza di 48-60 individui territoriali.

 
 
Fattori di minaccia

Il principale fattore di minaccia è rappresentato dalla persecuzione diretta operata dall’uomo.        

Si stima che attualmente in Italia vengano illegalmente uccisi con arma da fuoco o veleno 50-70 lupi/anno.

Altro fattore di minaccia è rappresentato dalla presenza di cani vaganti o rinselvatichiti spesso responsabili di una elevata percentuale di predazioni su bestiame domestico, erroneamente attribuiti al lupo e quindi causa di inasprimento del conflitto.

Da ultimo, l’ibridazione con il cane può costituire un aspetto preoccupante per l’inquinamento del pool genico originario della popolazione dei lupi italiani anche se, da recenti valutazioni, sembra che il fenomeno continui a mantenersi contenuto. I cani vaganti possono inoltre costituire pericolosi serbatoi di infezione.