Varianti del nome: Nanda Vigo
Luogo di nascita: Milano
Data di nascita: 14 novembre 1936
Luogo di morte: Milano
Data di morte: 16 maggio 2020
Ambito di attività: installazioni – design
Ambito geografico di appartenenza: nord Italia (Milano)
Qualifica: Architetto
Periodo: XX e XXI secolo
- Vigo, catalogo della mostra alla Galleria La Polena di Genova, 26 giugno - 15 luglio 1965
- Nanda Vigo, catalogo della mostra alla Galleria Ferrari di Verona, 2 - 20 ottobre 1971
- Nanda Vigo, catalogo della mostra alla Galleria Vinciana di Milano, 28 maggio - 28 giugno 1974
- L. Vergine, Nanda Vigo. Light project, catalogo della mostra alla Galleria S. Benedetto di Brescia, 5 - 25 aprile 1975
- R. Loda, Nanda Vigo. Frammenti di riflessioni, catalogo della mostra alle Gallerie Civiche d'Arte Moderna-Palazzo dei Diamanti di Ferrara, 27 maggio - 24 giugno 1979
- M. Pasquali, F. Solmi, Memoria di opera. Nanda Vigo, catalogo della mostra alla Galleria 2 Torri di Bologna, 1981
- D. Stella, Nanda Vigo: light is life, catalogo della mostra alla Fondazione La Triennale di Milano, 4 aprile - 28 maggio 2006, Johan & Levi, Milano 2006
- AA.VV., Artisti nello spazio. Da Lucio Fontana a oggi: gli ambienti nell'arte italiana, catalogo della mostra a Catanzaro, ottobre-dicembre 2013, Silvana Editore, Cinisello Balsamo 2013
- A. Ravizza, Nanda Vigo. Light project, catalogo della mostra alla Galleria Allegra Ravizza di Lugano, Archivio Nanda Vigo, Milano 2013
- Light Trek. Nanda Vigo, catalogo della mostra alla Galleria ABC-Arte di Genova, 14 novembre 2014 - 13 febbraio 2015
- A. Bava, Arte Abitabile: collaborazioni interdisciplinari nell’Italia del dopoguerra, in «Flash Art», n. 332, aprile 2017, pp. 44-47
- C. Campanini, Nanda Vigo e la sua Enterprise, in «Arte», marzo 2017, pp. 110-114
- J. Ceresoli, Nanda Vigo: gipsy light, in «Luce», n. 324, 2018, pp. 92-95
- N. Vigo, Giovani e rivoluzionari. Un'autobiografia dentro l'arte degli anni Sessanta, Mimesis, Milano-Udine 2019
- M. Meneguzzo, Nanda Vigo. Light project, catalogo della mostra al Palazzo Reale di Milano, 23 luglio - 29 settembre 2019, Silvana Editore, Cinisello Balsamo 2019
- D. Dardi, Chronos e topos, in «Interni», 14 gennaio 2019, Mondadori, Milano (leggi qui)
- Un ricordo di Nanda Vigo, in «Magazine – La Triennale di Milano», 20 maggio 2020 (leggi qui)
- S. Annicchiarico, Nanda Vigo. Progettista di emozioni, in «La Repubblica», 7 giugno 2022, p. 31
Nanda Vigo, all’anagrafe Fernanda Enrica Leonia Vigo, nasce a Milano nel 1936 e trascorre l’infanzia con la nonna Ida Cidonia Carnesecchi Coppini, di cui racconta: «Insomma, la nonna Cidonia fu per me tutta la famiglia. Certo era severissima, a vent’anni dovevo tornare a casa entro mezzanotte, se no mi aspettava in piedi con la scopa in mano, ma fu anche l’unica persona che dette spazio al mio desiderio di lavorare nell’arte». Sin da giovanissima, infatti, Vigo dimostra un forte interesse per l’arte, alimentato dal tempo trascorso in compagnia del pittore Filippo de Pisis, amico di famiglia, e da quello passato a osservare le architetture di Giuseppe Terragni.
Dopo gli studi compiuti nella città natale presso il Liceo Artistico delle Orsoline, frequenta l'Institut Polytechnique di Lausanne e si trasferisce a San Francisco, in California, per uno stage. Dalla fine degli anni Cinquanta, rientrata in Italia, il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che applica nel proprio lavoro di architetta e designer. Dice: «Sarebbe bello che l’arte e l’architettura, come avveniva nel Rinascimento, fossero la punta dell’iceberg che precede l’evoluzione verso il Nuovo Rinascimento, che ci sarà».
Luce, colore e materiali sono da sempre gli elementi del design di Nanda Vigo. L’artista guarda all’uso della luce naturale e artificiale con un forte valore sensoriale, utilizzando tecnologie industriali e materiali come vetro stampato, specchi, neon, Perspex e alluminio. Secondo lei la modificazione dello spazio avviene attraverso la luce e il coinvolgimento sensoriale di chi fruisce questi spazi-opere, come evidenzia nel suo Manifesto cronotopico del 1964. Nella sua attività Vigo, creativa a tutto tondo, opera con un rapporto interdisciplinare tra arte, design, architettura, ambiente, e si impegna nella ricerca di spazialità diverse suggestive e coinvolgenti, e nella costruzione di sculture iridescenti, come ad esempio i Cronotopi (1962-1968), capaci di trasportare lo spettatore in un'altra dimensione. Afferma: «Per me il comfort è l’ambientazione luminosa. Una volta che sei a tuo agio con questo aspetto principale, tutto il resto dell’abitare viene di conseguenza e in maniera molto naturale. Il comfort deve prima di tutto venire dal tuo Io».
Nel 1959 apre uno studio a Milano e inizia a frequentare lo studio di Lucio Fontana e, poco dopo, anche gli artisti che avevano fondato la galleria Azimut a Milano, tra i quali Piero Manzoni ed Enrico Castellani. A partire dagli anni Sessanta Vigo abbraccia le sperimentazioni cinetico-percettive e le declina con un linguaggio ibrido.
In questo periodo le sue mostre personali e collettive sono numerose e viaggiando per l’Europa conosce gli artisti e gli spazi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia. Sempre nel 1959 inizia la progettazione della ZERO House a Milano, terminata solo nel 1962. Tra il 1964 e il 1966 partecipa ad almeno tredici mostre ZERO, compresa “NUL 65” allo Stedelijk Museum di Amsterdam e “ZERO: An Exhibition of European Experimental Art” alla Gallery of Modern Art di Washington D.C..
Nel 1965 cura la leggendaria mostra “ZERO avantgarde” nello studio di Lucio Fontana a Milano, coinvolgendo 28 artisti. Tra il 1965 e il 1968 collabora e crea con Gio’ Ponti la Casa sotto la foglia, a Malo (VI). Nel 1971 Vigo è premiata con il New York Award for Industrial Design per il suo sviluppo delle lampade (Lampada Golden Gate) e nello stesso anno progetta e realizza uno dei suoi progetti più spettacolari per la Casa-Museo Remo Brindisi a Lido di Spina (FE). Nel 1976 vince il primo Premio St. Gobain per il design del vetro e nel 1982 partecipa alla quarantesima Biennale di Venezia. Nel 1997 cura l’allestimento della mostra “Piero Manzoni - Milano et Mitologia” al Palazzo Reale di Milano. Dal 2006 alcuni suoi lavori sono esposti nella permanente del Museo del Design della Triennale di Milano, dal 2013 nella collezione del Ministero degli Affari Esteri, e dal 2014/2015 al Guggenheim di New York e al Martin-Gropius-Bau di Berlino nell’ambito delle manifestazioni dedicate a ZERO.
Nel 2016 partecipa alla XXI Triennale e presenta la sua prima opera monumentale Exoteric Gate, esposta nel cortile Ca’ Granda dell’Università Statale di Milano. Due anni dopo realizza per il MAXXI di Roma, in collaborazione con Alcantara, la mostra “Arch/arcology” e inaugura la mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano dal titolo “Sky Tracks e Global Chronotopic Experience” nello Spazio San Celso di Milano. Nel 2019 inaugura la mostra personale “Nanda Vigo – Light Project” al Palazzo Reale di Milano e nel 2020 “Nanda Vigo – Light Project 2020” al Museo Macte di Termoli. Il 9 settembre 2020 riceve il premio “XXVI Compasso d’Oro alla Carriera”.
Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è l’attenzione per la ricerca, che la spinge ad aprire collaborazioni con personaggi significativi del mondo culturale e artistico e a intraprendere progetti volti alla valorizzazione e interdisciplinarità delle arti.
Nanda Vigo è morta nel 2020 a Milano ed è stata ricordata con forte stima da molti. Lea Vergine, curatrice, critica d'arte e amica dell’artista ha scritto: «Nanda Vigo non tornerà questa volta da uno dei suoi tanti viaggi grandi e lunghi. Non c'è più, all'improvviso. Vigo è stata una delle pochissime italiane che ha frequentato l'arte accanto a Fontana, Manzoni, Castellani, il gruppo dei giapponesi con Domoto, quello dei tedeschi con Otto Piene, a cominciare dai primissimi anni Sessanta. La più internazionale di tutti per via della sua cultura (spesso insospettabile, non ne menava vanto), personalità polemica ma intimamente gentile. Così la ricordo, e anche bella, acuta e sapida».
Si consiglia di consultare il sito dell’artista, per una biografia e una bibliografia critica, completa e aggiornata.