Tambone Norina - Sonia Micela

Varianti del nome: Sonia Micela – Sonia dei Micela – Sonia dei Raineri

 

Luogo di nascita: Bagnacavallo

 

Data di nascita: 19 ottobre 1924

 

Luogo di morte: Modena

 

Data di morte: 28 dicembre 1988

 

Ambito di attività: pittura

 

Ambito geografico di appartenenza: centro Italia (Bologna)


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: XX e XXI secolo

 

 
 
Bibliografia

- Sonia dei Micela, invito alla mostra alla Galleria d'Arte Alla Scaletta di Bologna, 19 novembre - 2 dicembre 1955 (leggi qui)

- A. Ricci, testo pubblicato in occasione della mostra Sonia dei Micela alla Galleria d'Arte Alla Scaletta di Bologna, 19 novembre - 2 dicembre 1955 (leggi qui)

- R. Liverani, testo pubblicato in occasione della mostra Sonia dei Micela alla Galleria d'Arte Alla Scaletta di Bologna, 19 novembre - 2 dicembre 1955, in «La Giustizia», Reggio nell'Emilia 1955 (leggi qui)

- Sonia dei Micela, invito alla mostra alla Galleria La Cassapanca di Roma, 24 aprile - 4 maggio 1956 (leggi qui)

- C. Refice, testo pubblicato in occasione della mostra Sonia dei Micela alla Galleria La Cassapanca di Roma, 24 aprile - 4 maggio 1956 (leggi qui)

- Testi pubblicati in occasione della mostra alla Saletta delle Mostre di Forlì, 23 dicembre 1959 - 6 gennaio 1960 (leggi qui)

- F. Solmi, Sonia Micela, presentazione della mostra alla Galleria d'Arte La Colonna di Milano, 1959

- L. Bonifacio, Sonia Micela: peintre de la "Selva dei silenzi" de Dante dans la géographie spirituelle de Byzance et de la Dacie, catalogo della mostra alla Chambre de commerce italienne de Paris, 12-31 gennaio 1966, Officina grafica Gioia, Cantù 1966 (leggi qui)

- Sonia Micela, catalogo della mostra alla Galleria Burdeke di Zurigo, 18 febbraio - 9 marzo 1967, Scuola grafica artigiana, Castel bolognese 1967 (leggi qui)

- M. Azzolini, Micela, catalogo della mostra alla Sirrah Galleria d'Arte di Imola, 22 marzo - 20 aprile 1969

- D. Galizzi, O. Piraccini, Sonia Micela: pittrice del Novecento. Quadri e memorie: una donazione a Bagnacavallo, con contributi di P. Carroli, G. Masetti, catalogo della mostra al Centro Culturale Le Cappuccine di Bagnacavallo, 22 settembre - 25 novembre 2012, Editrice Compositori, Bologna 2012

- V. Ferorelli, Sonia Micela, in «Radio Emilia Romagna», 22 settembre 2015 (leggi qui)

 
Biografia

Norina Tambone, nota con lo pseudonimo di Sonia Micela o Sonia dei Raineri, nasce a Bagnacavallo in provincia di Ravenna nel 1924. Qualche settimana prima di venire alla luce, sua madre Domenica e suo nonno Paolo Panzavolta, noto antifascista, sono vittime di aggressione per mano di squadristi mussoliniani. A causa delle ferite, la madre, in avanzato stato di gravidanza, muore ma i medici riescono a estrarre con il forcipe il corpo della neonata. Il nonno resisterà quasi tre mesi prima di arrendersi agli effetti della violenza subita.

Cresce quindi con la nonna materna e lo zio Berto e nonostante le difficoltà di una famiglia povera, diventa una ragazza estroversa appassionata di arte. Si iscrive al Liceo Artistico di Ravenna e dopo il diploma nel 1942, si trasferisce a Milano dove frequenta l'Accademia di Belle Arti di Brera seguendo le lezioni, tra gli altri, del pittore Carlo Carrà e dello scultore Ivo Soli.

La grande testimonianza di opposizione al fascismo della madre e del nonno porta la giovane Norina Tambone ad aderire con impegno alla Resistenza, proponendosi come staffetta partigiana e mantenendo i contatti tra i gruppi clandestini antifascisti.

Dopo la guerra rientra a Bagnacavallo dove contribuisce al clima di forte fermento e necessità di rinascita della Romagna, promuovendo iniziative culturali, esposizioni, mostre e premi d’arte. In questi anni ha inizio anche la sua attività di pittrice, inaugurata con il primo dei suoi nomi d’arte: firma, infatti, i suoi primi dipinti come Sonia dei Raineri.

Per lei dipingere è vita: «Cominciare un quadro – scrive nel 1951 – è una fatica complessa, fatta di materia e spirito. Assomiglia un poco a come si ha un figlio; è vita, fa parte viva della vita, si sente palpitare». E nella prima metà degli anni Cinquanta, in effetti, la pittura cede in parte spazio alla vita, perché la pittrice, sposatasi con il notaio siciliano Giuseppe Micela, diventa madre di quattro figli, rallentando la sua produzione artistica senza però mai abbandonarla. D’ora in poi si firmerà Sonia Micela.

Nel 1955 organizza a Bologna la sua prima esposizione personale, grazie all’aiuto dell’amico lughese Anto Ricci, anch’egli pittore, che nell’invito alla mostra ne scrive: «Piace in questa singolare pittrice quell'espressione efficace di rara fattura, dovuta al vivere in intimo contatto di un mondo reale; ed è il captare di recondite voci poco conosciute, o meglio raramente notate da chi si accosta, con affrettata indagine, alla natura che offre a noi il motivo di commozione e di compiacimento. Nel pennellare nervoso e robusto vediamo lo studio di una nuova forma espressiva, la quale spinge la Nostra ad investigare e chiedere la verità di certi misteri visivi, unita alla ragione di un concetto di fondamentale bellezza».

L’anno seguente si trasferisce in una località di Riolo Terme con la famiglia: questo cambiamento inaugura un periodo di grande attività dell’artista, tra mostre personali e collettive in Italia e all’estero, ispirata dal verde e dal silenzio delle colline romagnole: i soggetti preferiti delle sue tele a olio in questi anni diventano i panorami fatti di case, alberi e vigneti e le composizioni di fiori. Largamente dedicate al tema del paesaggio, le opere di Sonia Micela rivelano la sua personalità originale, il rigore dello stile e la forza del colore. La natura, letta in chiave neonaturalistica, è restituita rapidamente con una grammatura densa e un impasto materico di forte spessore.

La sua pittura è onesta, sincera e assolutamente personale: «Guardare i suoi dipinti, infatti, è come leggere chiaramente dentro di lei. In essi è ciò che le forma la vita interiore, anche quella che forse lei stessa non si conosce e che ogni volta si rinnova sulla tela come una coraggiosa istintiva sfida a qualsiasi convenienza o inibizione. Ed ogni suo dipinto, più o meno felice, è, appunto, il sincero e consueto agitarsi del suo temperamento e del suo carattere», afferma Claudia Refice, nel testo dell’invito alla mostra alla Galleria La Cassapanca di Roma della primavera del 1956.

Sonia Micela è un'artista capace, sapiente, che sa rendere palpitante la sua pittura. I molti critici che ne hanno scritto hanno intravisto nella sua pittura una vena sentimentale, ricorrendo a termini come musicalità e poesia per descriverla: «Questa pittrice è capace di una emozione viva di fronte alla natura ed è pure capace di trasportare poeticamente sulla tela tale emozione», scrisse Mario De Micheli nel 1959.

Nel 1970, dopo la fine del suo matrimonio e il trasferimento da Riolo Terme a Modena, comincia per l’artista un periodo tormentato in cui modera le sue esposizioni senza però smettere di ricercare nuove forme per esprimersi, fino alla sua morte nel 1988.

Nell’archivio che conserva le sue carte – donato insieme a diversi dipinti al Comune di Bagnacavallo – ci sono dei versi sparsi in cui la pittrice dichiara a tutti quelli che la leggono il suo desiderio di libertà, come un manifesto, un testamento: «Lasciatemi dipingere, pensare, sentire, lasciate ch’io continui a udire il canto, ch’io mi ritrovi in un tono giusto di colore, lasciatemi quella luce, la mia».

 

Si consiglia di consultare il sito dell’artista, per una biografia e una bibliografia critica, completa e aggiornata.