Luogo di nascita: Napoli
Data di nascita: 25 settembre 1843
Luogo di morte: non trovato
Data di morte: : dopo il 1880
Ambito di attività: pittura
Qualifica: Pittrice
Periodo: XIX secolo
- C.T. Dalbono, Ultima mostra di Belle Arti in Napoli, Stab. tip. dei Classici Italiani, Napoli 1859
V. Torelli, Cenno critico della esposizione degli oggetti di belle arti nel R. Museo Borbonico aperta nel dì 8 settembre e chiusa nel dì 8 ottobre 1859, Stamperia e cartiere del Fibreno, Napoli 1859
- A. De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi. Pittori, scultori e architetti, Coi Tipi dei Successori Le Monnier, Firenze 1889
- A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, Luigi Patuzzi Editore, Milano 1962
- C.T. Dalbono, Sguardo artistico intorno alla Quinta mostra della Promotrice napoletana, Tipografia dei Classici Italiani, Napoli 1868
- F.C. Greco, M. Picone Petrusa, I. Valente, La pittura napoletana dell'Ottocento, Pironti, Napoli 1993
- S. Concilio, «Le mani gentili». Pittrici a Napoli nell’Ottocento, in «La Camera Blu». Rivista di studi di genere, n. 11, 2015 (leggi qui)
- I. Valente, Ancora nell'ombra. Pittrici a Napoli fra Ottocento e Novecento, in Las mujeres en el sistema artístico: 1804-1939, Universidad de Zaragoza, Saragozza 2022
Maria Spanò nasce a Napoli nel 1843 e inizialmente è avviata alla pittura dal padre Raffaele Spanò, artista specializzato nella pittura di genere, nei paesaggi e nei quadri storici.
Segue diversi corsi di disegno di figura, eccelle nel ritratto dall'indirizzo veristico napoletano ed è presto rispettata anche come pittrice di nature morte con fiori.
Esordisce all’Esposizione Borbonica del 1859 con due opere “Contadina con arance e fiori”, premiata con medaglia d'argento e acquistata dal re Francesco II di Borbone, e “La SS. Vergine della Modestia”. Di quest’ultima si è detto «è a lodare il bel colore, il movimento, e l vaghezza della scena; in questa la modestia e la santità»
Tuttavia, in quest’occasione, Carlo Tito Dalbono non mancò di augurare all’artista di fare meglio, perché «la figliuola di un pittore è tenuta a dar più di quello che altre donzelle possono dare»
Più tardi Spanò è presente alle mostre della Società Promotrice di Belle Arti di Napoli con uno stile personale e strutturato, che si distacca dalla scuola paterna. Espone quadri di genere, paesaggi e soggetti neopompeiano che generano un discreto entourage di collezionisti. Nel 1862 presenta il dipinto “E là mi apparve, una Donna soletta, che si gia, cantando e iscegliendo fior da fiore” e nel 1864 “Una confidenza”, dipinto acquistato dalla casa Sabauda.
Alle altre mostre espone “Villa Maio alla Cesarea” (1866), “Il Vesuvio dal Giardino del Chiatamone” e “Una villa” (1867), “Un boschetto” e “Una veduta di Posillipo” (1870).
Alla IX Promotrice del 1872 presenta il dipinto “Contadine di Sorrento” (riportato in altre fonti anche con i titoli “Ricordo di Sorrento” o “Due contadine”), acquistato dal Consiglio Provinciale di Napoli. Fra i quadri storici da lei realizzati si distingue “Bice al castello di Rosate”, che meritò molti elogi da parte della stampa alla pittrice.
Negli scritti del già citato Dalbono, quando si prendono in considerazione opere di mano femminile, costante è il riferimento alla maternità, all’ambito della famiglia e a qualità come la grazia e la delicatezza. Su Maria Spanò, ad esempio, il critico osserva: «Dobbiamo dire a questa gentile cultrice dell’arte che i suoi lavori sono accurati, e la grazia feminea traspare nelle sue figurine e ne’ suoi aggiustamenti».
Della vita di Maria Spanò è noto molto poco, a malapena infatti si conosce l’anno di morte.