Luogo di nascita: Bologna
Data di nascita: 1638
Luogo di morte: Bologna
Data di morte: 1665
Ambito di attività: Bologna 1655-1665
Qualifica: Pittrice
Periodo: XVII a XIX secolo
Figlia del pittore Giovanni Andrea Sirani (1610-1670) e di Margherita Masini o della Mano, Elisabetta fu avviata alla pittura dal padre.
Come scrive lei stessa nella Nota delle pitture fatte da me Elisabetta Sirani pubblicata nella Felsina pittrice dal Malvasia, incomincia a dipingere su commissione nel 1655 all'età di diciassette anni. Si tratta, all'inizio, di piccole tavole devozionali e di ritratti.
Datate 1655 e 1657 sono le prime pale d'altare dalla pittrice eseguite per chiese del territorio bolognese, la Beata Vergine in gloria con i santi Martino, Sebastiano, Rocco, Antonio da Padova per la parrocchiale di Trasasso, e la Beata Vergine col Bambino e i santi Domenico e Caterina da Siena e i misteri del Rosario per la parrocchiale di Coscogno.
Il monumentale Battesimo di Cristo firmato e datato 1658 per la chiesa di S. Girolamo alla Certosa di Bologna, è la prima commissione pubblica a Bologna: pagata la cifra notevole di 1000 lire, che sancisce l'esordio ufficiale della pittrice in città.
All'interno della produzione vastissima di Elisabetta prevalgono alcuni temi come il piccolo Salvatore, Sacre famiglie con S. Giovannino, e, i cosiddetti quadri da stanza rappresentanti "mezze figure" di eroine bibliche e dell'antichità di ascendenza reniana.
Nel 1660 è eletta all'Accademia di San Luca a Roma, dove è nominata "professore"; nello stesso anno sostituisce il padre a capo della fiorente bottega, assumendone i collaboratori. Come dichiara il marchese Cospi (1662), è Elisabetta "che mantiene con sua lavori tutta la numerosa famiglia.
La celebrità che Elisabetta Sirani si conquista in vita per le sue indubbie doti artistiche, si trasforma dopo la morte in una sorta di leggenda che trova la sua veste letteraria in alcuni testi come il Pennello lagrimato (1665), orazione funebre di Giovanni Luigi Piccinardi scritta per la morte della pittice, la Poesia muta celebrata dalla pittura loquace (1666), raccolta di componimenti encomiastici di vario autore ispirati ai quadri di Elisabetta e pubblicata dal Piccinardi, e, soprattutto, la biografia dell'artista pubblicata nella Felsina Pittrice di Carlo Cesare Malvasia che frequentava casa Sirani e che era completamente conquistato dalle doti artistiche e dalle qualità personali di Elisabetta.
L'improvvisa e precoce morte della Sirani per supposto avvelanemento (in realtà si trattò di morte per peritonite causata da un'ulcera gastrica perforata) fornisce materiali anche per componimenti drammatici romanzeschi realizzati nel corso dell'Ottocento e per soggetti di quadri (tra cui: A. Rosaspina, Elisabetta Sirani moribonda confortata dal padre, 1858).
M. Oretti, Notizie de’ Professori del Dissegno cioè Pittori, Scultori ed Architetti bolognesi e de’ forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms. B 129, 68 - 75, Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio :
"Elisabetta Sirani
c. 68: Elisabetta Sirani che da molti scrittori viene creduta discepola del famoso Guido Reni, ma assolutamente non può essere perchè quando morì Guido Reni la Elisabetta Sirani haveva anni quattro, e non è probabile che in così tenera età il Reni la incaminasse nella pittura; e non è pure sicuro che le tante opere che ci vengono decritte dal Malvasia e da altri scrittori siano di sua mano, ma forse dal padre fatte, o copie delle sue perchè considrando che la Elisabetta Sirani morì d'anni 27, e in così corto corpo di età ebbi tanto operato, e molto probabile che facesse suoi studi sopra le opere del famoso Guido Reni, come appunto si conosce da suoi dipinti. La Elisabetta Sirani è nata nel 1638 e morì nel 1665 come si rileva dal Necrologio della Chiesa di S. Mamante cioè 29 Agosto 1665. Elisabetta Soprani o Sirani d'anni 27 a S. Domenico Libro II 1665 29 Agosto Sig.a Elisabetta che era Pittrice celeberrima e figlia del pittore Gio. Andrea Sirani della Parrocchia di S. Mamolo sepolta nell'Arca Guidotti e Necrologio de Morti della Chiesa de PP di S. Domenico".
cc. 69-75: "Nacque in Bologna adi 8 Gennaio l'anno 1636 da Giovanni Andrea, che contro sua voglia, scoperto il genio pittoresco della figlia, l'educò nel disegno. Tanto crebbe della famosa pittrice il grido che a competenza del padre, del Canuti, del Bibiena, e del Rosso Napoletano, dipinse nella Certosa di Bologna il Battesimo di Gesù Cristo in un quadro di trenta palmi, nel quale diede sì grande in grande e risoluto che superò la natura, il padre e gli altri concorrenti. Mai si lontanò dalla grazia e dallo stile leggiadro di Reni; con pianto universale e d'anni 26 (il suo Ritratto lo fece il sig. Bartolomeo Zannicchelli altro ne fece la Barbara sua sorella). L'invidia la rubò al Mondo, o come riferiscono altri manoscritti per opra di veleno procuratoli da Riario Bolognese per haverlo caricato in un disegno che ritrovasi presso il sig. Conte Antonio Carbonesi. Ed in S. Domenico dopo sontuose esequie del dì 14 Novembre fattogli da molti Amatori d'ogni virtù.
La Machina del Funerale era disegno del sig. Matteo Borboni pittore Bolognese, la Musica del sig. Filippo Cazzati, e la funebre orazione fu del P Luigi Piccinardi che è già alle stampe del Monti nel MDCLXV. Poi fu sepelita in S. Domenico nel sepolcro della famiglia Guidotti, con Guido Reni di cui in vita seguì i colori, lasciando degna memoria di sue magnifiche operazioni non solo alla sua patria ma a tutto il mondo (se è sepolta a fianco di Guido vuole dire che era considerata al suo livello). Fu Accademica sì di honore come di merito dell'insigne Accademia del Disegno, chiamata di S. Luca di Roma. Vedi il catalogo stampato in Roma dal .... il 1696 fol. 42.
Innumerevoli autori ne fanno menzione e massime il Masini al fol. 619. Il Malvasia nella quarta parte al foglio 45; l'Orlandi fol. 135: Il Zanotti parte I fol. 26, parte III fol. 147. Agnelli, fol. 140; Girupeno fol. 59; Galleria del Cardinale Ruffo, è lo stesso che Agnelli, Notizie Carrati, Manuscritt di Casa Riali e Marcheselli fol. 57. Gualdo fol. 26, 30: 38: 56: Museo Cospiano fol. 516. Abecedario Pittorico dell'Orlandi, fol. 153 Venezia 1753. Zanotti, Vita del Pasinelli fo. 24. Piccinardi, nelle Poesie sue Parte prima dedicate al Duca di Parma Ranuccio II stampate in Venezia 1672 in 8° al fol 51 e nel Pennello Lagrimato in fol 89 - 15. Serie cronologica degli anni e giorni nei quali la B. V. di S. Luca è stata portata a S. Domenico nella stampa di S. Tomaso d'Aquino fol 51 in 8°. Il Piccinardi nel Pennello Lagrimato orazione funebre del Signor Gio. Luigi Piccinardi con varie poesie in morte della Signora Elisabetta Sirani Pittrice famosissima. In Bologma per Giacomo Monti MDCLXV: con licenza dei superiori in quarto e nel frontespizio il ritratto della medesima con ornamento intagliato di Lorenzo Tinti, cioè Tinti fecit: è nel medesimo libro evvi un altro rame che rappresenta la Machina Funebre di Matteo Borboni Pittore, parimenti intaglio di Lorenzo Tinti, come vi si legge".
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