Ravazzi Romea

Varianti del nome: Zia Remy


Luogo di nascita: Pienza


Data di nascita: 1870


Luogo di morte: Pienza


Data di morte: 1942

 

Ambito di attività: pittura


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: XIX e XX secolo (prima metà del ‘800 e seconda metà del ‘900)

 

 
 
Bibliografia

- Sestini, Parlando di musica, in I. Baccini (a cura di), Cordelia. Giornale per le giovinette, 23 giugno 1893, anno XIX, num. 35, Licinio Cappelli Editore, Rocca San Casciano 1895 (leggi qui)

- G. Mazzoni (a cura di), Romea Ravazzi. 1870-1942, catalogo della mostra alla Fondazione Conservatorio San Carlo Borromeo di Pienza, 26 settembre – 1° novembre 2009, Protagon, Siena 2009

- Pienza rende omaggio alla generosa pittrice Romea Ravazzi, in «ilCittadinoonline.it», 23 settembre 2009 (leggi qui)

 

 
Biografia

Romea Ravazzi nasce a Pienza nel 1870. Tra il 1888 e il 1891, si forma alla scuola femminile di disegno di Amos Cassioli (1832-1891), rinomato ritrattista e pittore fiorentino.

Debutta nel 1892 all'Esposizione della Società di Belle Arti di Firenze e nel 1900 è presente alla quarta Esposizione triennale della Regia Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e al concorso "Vittorio Alinari", organizzato dalla Società Italiana per l'Arte Pubblica.

Trasferitasi a Firenze insieme al padre, si dedica all’attività di copista e si appassiona alla musica, suonando pianoforte e violino. Saldo è anche il rapporto con la città natale della madre, Orvieto, dove nel 1923 partecipa all’Esposizione del Collegio delle Arti.

In questi anni il suo stile è legato a un realismo ottocentesco: predilige la tecnica del vero ed è abile nel cimentarsi con le tecniche più raffinate.

Successivamente, si stabilisce a Pienza, inizialmente nella casa natale e successivamente nel podere Porciano, ospite della famiglia del colono Adamo Grappi. Scrive l’autore Aldo Lo Presti: «Soltanto nel podere Beccacervello “Zia Remy” si sentì veramente a casa. È lì che riuscì a esprimere meglio il suo amore per la natura e il prossimo, testimoniato, tra i tanti gesti, dall’istituzione di un’ammirevole e commovente Bibliotechina, alimentata costantemente da libri di sua proprietà, riservata ai ragazzi di Pienza e intitolata a Celido Cappelli, un bambino a cui si era particolarmente affezionata, gravemente ammalato di tisi. A Pienza Romea Ravazzi trovò la serenità e la concentrazione per dipingere, con la consueta maestria, i suoi caratteristici paesaggi, realizzati con un uso del colore a macchia agile e accorto; simpatici quadri di genere; pitture murali, nonché fedelissimi ritratti in cui si ritrovano gli stessi fondi “variegati dalla luce e condotti a colpi di pennello divisi” del maestro ascianese Amos Cassioli»

Lo stile di Ravazzi è caratterizzato da un sapiente uso del colore a macchia, alla maniera della pittura dei Macchiaioli, intriso di una profonda poesia e sensibilità cromatica.

Romea Ravazzi si è spenta a Pienza nel 1942. Le sue opere sono principalmente conservate in collezioni private toscane, molte delle sue tele, infatti, furono da lei stessa donate generosamente agli abitanti di Pienza o scambiate con beni di prima necessità.

Nel 2009, la cittadina di Pienza le ha dedicato una retrospettiva che raccoglie oltre settanta originali dell’artista, cui sono state aggiunte una trentina di opere a cura delle allieve. Umberto Bindi, vicepresidente della Fondazione Conservatorio San Carlo Borromeo, ne dice: «Romea Ravazzi attraverso il suo sincero attaccamento al paesaggio, agli animali, alle persone, ha contribuito a insegnare ai pientini a guardare e amare il loro territorio. Dopo il ricordo affettuoso, con questa mostra la città le rende omaggio come merita, attraverso una retrospettiva pressoché completa delle sue opere»