Panzacchi Elena Maria

Luogo di nascita: Bologna


Data di nascita: 1658


Luogo di morte: Bologna


Data di morte: 1737

 

Ambito di attività: Bologna


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: XVII a XIX secolo

 

 
 
Bibliografia

C.C.Malvasia, Felsina pittrice, Vite dei pittori bolognesi, 1678 ed. Bologna 1841, II, p. 407
A. Masini - A. Arfelli, "Bologna Perlustrata" di Antonio di Paolo Masini e l'"Aggiunta" del 1690, in "L'Archiginnasio", LII, 1957, pp. 188-237, p. 215
P.A.Orlandi, Abecedario Pittorico, Bologna 1704, Venezia 1753, p. 365
1769 - L. Crespi, Vite de' Pittori bolognesi non descritti nella Felsina Pittrice, Roma, p. 155
M. Oretti, Notizie de’ Professori del Dissegno cioè Pittori, Scultori ed Architetti bolognesi e de’ forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms. B 128, 298, ms. B 129, 123, Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio
L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, V, Bassano 1789, III ed. 1809, p. 204
P. Zani, Enciclopedia Metodica critico-ragionata delle Belle Arti, vol.14, Parma 1823, p. 259
A. Levati, Dizionario biografico cronologico per classi degli uomini illustri di tutti i tempi e ditutte le nazioni. Classe V, Donne illustri,Milano 1821/1822, III,p. 66
G. Giordani, Notizie delle Donne Pittrici di Bologna, Bologna 1832, p. 26
E. Calbi-D. Scaglietti Kelescian, M. Oretti e il patrimonio artistico privato bolognese, indice del manoscritto B 104, in "Documenti", 22, Bologna 1984, p. 147
Adelina Modesti, Alcune riflessioni sulle opere grafiche della pittrice Elisabetta Sirani nelle raccolte dell’Archiginnasio, in
“L’Archiginnasio”, XCVI, 2001, pp. 151-215, in part. p. 184-185, nota 102
Irene Graziani, Il cenacolo di Elisabetta Sirani, in Elisabetta Sirani “pittrice eroina” 1638-1665, catalogo mostra a cura di
J. Bentini, V. Fortunati, Bologna 2004, pp. 119-133

 
Biografia

Elena Maria Panzacchi nacque a Bologna nel 1658 in una famiglia nobile (Oretti 1750-80, B 128, c. 298). Per ragioni anagrafiche è improbabile il primo apprendistato presso Elisabetta Sirani preteso da Malvasia (1678, ed.1841, II, p. 407). Più credibile appare l’alunnato presso la bottega di Emilio Taruffi (Crespi 1769, p. 158; Oretti). Il Masini scrive che "appresso il Senatore Isolani sono due Paesi figurati molto riguardevoli, come in casa del Dottor Giulio Antonio Franchi due Madonne in duoi Quadri, in uno de' quali è la Madonna del Rosario col Puttino che con ambi le mani porge il Rosario alla Madre. Molte altre sue opere sono in varij Palazzi e case della Città assai stimate" (Masini-Arfelli 1690, p. 215). Oltre alle opere sopracitate il Crespi ricorda che la Panzacchi fece diversi ritratti a pastello, "anche a memoria", molti dei quali si trovavano a casa Boschi. L'artista eseguiva sia copie che quadri a olio di sua invenzione. Un suo dipinto si trovava presso la duchessa di Parma, madre della regina di Spagna. Nella biografia della pittrice, l'Oretti segnala due sonetti (pubblicati nel 1681) che il conte Ercole Agostino Berò scrisse per due suoi dipinti, rappresentanti uno le Muse e l'altro una Venere. Elena Maria Panzacchi morì nel 1737 a 79 anni e fu seppellita nella chiesa di Sant’Andrea degli Ansaldi (Oretti).

 
Fonti manoscritte

M. Oretti, Notizie de’ Professori del Dissegno cioè Pittori, Scultori ed Architetti bolognesi e de’ forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms. B 128, 298, Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio:

“Elena Maria Panzacchi Figlia del Sig. Riniero Panzacchi. Nacque in Bologna l'anno 1668 di nobili Parenti. Ebbe per Maestro Emilio Taruffi, fece graziose figurette in amenissimi paesi. assai Pitture si vedono di sua mano, et appresso il sen.e Isolani sono due Paesi figurati, molto riguardevoli, come in casa del Dottor. Giulio Antonio Franchi, due Madonne in duoi Quadretti, in uno dei quali è la Madonna del Rosario col Puttino, che con ambe le mani porge il rosario alla Madre. Molte altre sue opere sono in varij Palazzi, e Case della Città, assai stimate. Vedi l'Orlandi fol. 314: il Carrati fol. 82. Fiorì nel 1678. Il malvasia, parte quarta, fol. 487: Abecedario Pittorico dell'Orlandi fol. 365 Venetia in quarto. Il signor Conte Ercole Agostino Berò nelle sue Rime in Miscellanea Poetica Concordi di Ravenna, stampa di Bologna per l'Erede del Benacci, nel 1687, fol. 104: un sonetto per le bellissime Idee delle Muse rappresentate in Pittura dalla Signora Elena Panzacchi nobile Giovane. Un sonetto altro a cart. 105 per la medesima Signora Elena dipingeva Venere. 10 Maggio del 1737 morì Elena Panzacchia d'anni 79 in Casa Barbazza fu sepellita nella Chiesa di S. Andrea degli Ansaldi vedi il Tomo quarto de morti di d.a Parrocchia”. M. Oretti, Notizie de’ Professori del Dissegno cioè Pittori, Scultori ed Architetti bolognesi e de’ forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms. B 129, 123, Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio: “Fu anche discepola della Elisabetta Sirani, è già descritta nel Sesto Volume alla pagina 298”. Ercole Agostino Berò, in Accademici Concordi di Ravenna, Miscellanea Poetica, Bologna, per l’Erede del Benacci, 1687, c. 104: “Per le bellissime Idee delle Muse rappresentate in pittura dalla Signora Elena Panzacchi, nobil Giouane”: Questi, che in campo angusto espressi hor miri / Di leggiadre Camene alti sembianti, / Son di vaga Donzella Opre spiranti, / Cui vita dier de’ suoi begli occhi i giri. // Giurerei, che del Cielo in su i zaffiri, / Tratteggiati di rai da gli Astri erranti, / Non han tanta beltà gli Dei tonanti / Ne’ colori sì viui in seno hà l’Iri. // Degna saresti tu, Donna vezzosa, / D’ornar co’ lumi tuoi l’eterea mole, / Quando spunta il Mattin l’Alba amorosa. // Splenderia chiaro il Dì più, che non suole; / E cederebbe a la tua man famosa / Il pennel de la luce, Amante il Sole”. c. 105: “La medesima Signora Elena dipingeva Venere: Elena dipingeva; e cento Amori / Le scherzavan d’intorno in nobil schiera: / Chi le stempraua in bel cinabro i cori, / Chi le offriua per lin la Benda altera. // Per dar forma celeste a’ suoi lauori, / Ritrasse la Beltà, ch’a Cipro impera; / E tanti lumi impresse in quei colori, / Che n’hebbe inuidia il Sol da l’aurea Sfera. // Di quest’Elena a i lampi ogni Alma ardea; / E sarebbe arso ancor Quadro sì degno, / Se di neue la man nol difendea. // Quando Amor sel’rapì, dicendo. In pegno // Resti la face a te, mia bella Dea; // Pur ch’io salvi la Madre, arda ’l mio Regno”.

 
 
Opere citate dalle fonti, ma perdute, non reperite o non identificate

Due paesi con figure (Masini-Arfelli 1690, p. 215)
Madonna del Rosario (Masini-Arfelli 1690, p. 215)
Madonna con Bambino (Masini-Arfelli 1690, p. 215)
Muse (Oretti 1760-80, B 128, c. 298)
Venere (Oretti 1760-80, B 128, c. 298)