Pandiani Adelaide

Varianti del nome: Adelaide Pandiani Maraini


Luogo di nascita: Milano


Data di nascita: 30 giugno 1836


Luogo di morte: Roma


Data di morte:  24 marzo 1917

 

Ambito di attività: scultura


Qualifica: Scultrice

 

Periodo: XIX secolo (seconda metà dell’800)

 

 
 
Bibliografia

- A. De Gubernatis, Dizionario degli Artisti Italiani Viventi. Pittori, scultori e architetti, Coi Tipi dei Successori Le Monnier, Firenze 1889 (leggi qui)

- C. Dossi, Fricassea critica di arte, storia e letteratura, in Opere di Carlo Dossi, Treves, Milano 1926

- C. Dossi, Briciole critiche, in Opere di Carlo Dossi, Treves, Milano 1926

- D. Isella (a cura di), C. Dossi, Note azzurre, Adelphi, Milano 1964

- G. Foletti, Arte nell'Ottocento. La pittura e la scultura del Cantone Ticino (1870-1920), Armando Dado' Editore, Locarno 2001

- R. Chiappini (a cura di), L'affermazione di un'identità, 1870-1914, catalogo della mostra al Museo civico di belle arti di Lugano, 8 novembre 2002 – 27 aprile 2003, Salvioni, Bellinzona 2002

- G. Foletti, Adelaide Maraini-Pandiani, in «SIKART Dizionario sull'arte in Svizzera», 2006 (leggi qui)

 
Biografia

Adelaide Pandiani nasce a Milano nel 1836, da una famiglia di noti artisti milanesi: oltre al padre Giovanni Pandiani, celebre scultore romantico, erano attivi nel settore gli zii Innocente, scultore ornatista, Agostino e il figlio di questi Costantino.

Cresce in un ambiente ricco di creatività e passione per l'arte e sin da piccola dimostra un talento eccezionale per la scultura – si dice rubasse dallo studio di famiglia la creta per creare dei piccoli animali.

Sotto la guida del padre apprende i primi rudimenti dell’arte scultoria e del disegno e grazie agli insegnamenti di maestri come Benedetto Cacciatori (1794-1871) all'Accademia di Brera, perfeziona la sua tecnica e affina il suo stile.

A soli sedici anni, vince il secondo premio a un concorso per la creazione di una statua, confermando così il suo talento. Prosegue poi la sua formazione all’Accademia di Firenze, sotto la direzione di Giovanni Duprè (1817-1882) e Lorenzo Bartolini (1777-1850) e nel corso degli anni si distingue per la sua abilità nel modellare il marmo.

La sua carriera artistica decolla ufficialmente nel 1857, quando inizia a esporre nelle rinomate mostre braidensi, dove sarà presente fino al 1894. È particolarmente attiva tra il 1860 e il 1900, periodo al quale risalgono la maggior parte delle sue partecipazioni a esposizioni nazionali e internazionali. È presente all’esposizione Universale di Parigi del 1867 con un bassorilievo, “Gli angeli della preghiera e gli angeli della risurrezione”, che le permette di ottenere immediatamente una certa fama, all’Esposizione nazionale di Brera del 1881 e del 1891, all’Esposizione Beatrice di Firenze del 1890, dove espone un frammento in marmo della statua di Saffo, che ricevette la medaglia d'oro del Ministero della Pubblica Istruzione, e fu giudicato come miglior lavoro della sezione Belle Arti, alle due manifestazioni luganesi del 1891 (Esposizione artistica svizzera) e del 1913 (Prima esposizione di Belle Arti della Svizzera italiana) e infine alle esposizioni nazionali svizzere del 1894 e del 1896.

Tra i suoi capolavori più celebri figurano i busti di personalità come «Carlo Cattaneo, Giuseppe Civinini, della signora Allievi, del senatore Musio, quello del viaggiatore De Albertis, un busto di Vittorio Emanuele e molti altri»

Nel 1862, Pandiani sposa l’ingegnere e industriale ticinese Clemente Maraini, da cui ha due figli: Clemente, nel 1864, e Adelaide, nel 1868. Con il marito, vicino alla sinistra radicale, si trasferisce a Roma, dove anima uno dei più attivi circoli culturali della capitale, frequentato anche dallo scrittore e amico Carlo Dossi. Da Roma la scultrice non si allontana più, anche se sono frequenti, specialmente durante il periodo estivo, i soggiorni a Lugano, città a cui lascia numerose opere, ora conservate nel Palazzo del Comune e nel Museo Civico.

Adelaide Pandiani Maraini fu certamente privilegiata nella sua carriera provenendo da una famiglia di scultori e avendo avuto a disposizione tutto quello che occorreva per esprimersi con la materia; tuttavia, all'epoca la scultura era considerata un'arte maschile. Eppure, l’artista non solo superò le aspettative, difatti le capacità mostrate suscitarono stupore da parte dei recensori dei suoi lavori, ma sfidò anche le convenzioni sociali e di genere del suo tempo.

Con determinazione e dedizione all'arte è in prima linea al Primo Congresso Nazionale delle donne italiane tenutosi a Roma nel 1908, dove dichiara nella sua comunicazione “La donna nella scultura”: «La questione dunque che si presenta a noi a questo punto, è quella se una buona madre di famiglia possa dedicarsi alla scultura. Non io certo vorrò negare che l’esercizio di tale arte sia inconciliabile con l’adempimento scrupoloso dei doveri di madre, ma, e mi si consenta in ciò di parlare in nome della mia esperienza personale, io dico che ciò si ottiene soltanto a patto di gravi sacrifici, a patto di una ferrea disciplina delle forze dello spirito e di quelle morali e dico pure che anche con questa disciplina, anche con questi sacrifici, l’operosità artistica non può non essere spesso danneggiata od almeno limitata perché l’artista deve sempre cedere il passo alla sposa e, soprattutto, alla madre»

Seppur l’essere “sposa e madre” rallentò progressivamente la sua attività artistica, il suo essere artista non lese mai il suo impegno sociale: infatti, oltre al salotto nella residenza romana dove scrittori, politici e personaggi si ritrovavano, si impegnò nelle attività a favore delle donne come presidentessa di associazioni sociopolitiche femminili.

Adelaide Pandiani Maraini si è spenta a Roma nel 1917.