Mariotti Silvia

Luogo di nascita: Fano

 

Data di nascita: 1980

 

Ambito di attività: fotografia – installazione


Qualifica: Artista

 

Periodo: XX e XXI secolo

 

 
 
Bibliografia

- Generazione critica. La fotografia in Italia dal Duemila, Danilo Montanari Editore, Ravenna 2014

- Dawn on a Dark Sublime, catalogo della mostra alla AplusA Gallery di Venezia, 14 novembre 2015 - 10 febbraio 2016

- E. Bordignon, Interview with Silvia Mariotti – AplusA Gallery, in «ATPDIARY», 25 novembre 2015 (leggi qui)

- A. Caldarelli, Silvia Mariotti. La rappresentazione della natura: «Immagini astratte con il sapore reale di un momento vissuto», in «InsideArt», a. 12, n. 108, 2016 (leggi qui)

- C. Sala, From Object To Exposure, catalogo della mostra a Ca' dei Ricchi a Treviso, promossa da Treviso Ricerca Arte, 18 febbraio - 2 aprile 2017

- D. Del Sasso, Dialoghi di Estetica. Parola a Silvia Mariotti, in «Artribune, dicembre 2017 (leggi qui)

- U. Palestini, Cambi di rotta, catalogo della mostra allo Spazio K. di Urbino, 10 maggio - 24 agosto 2018, Arti Grafiche della Torre edizioni, Urbino 2018

- M. R. Marelli, Five Questions for Silvia Mariotti, in «Forme Uniche», 5 settembre 2018 (leggi qui)

- Photo Open Up, catalogo della mostra tenuta durante il Festival internazionale di fotografia a Padova, 2019

- S. Mariotti, De uma estrala à outra, Studio Boîte, Lissone 2020

- Metafotografia 2. Le mutazioni dell'immagine, Skinnerbox, Jesi 2020, pp. 95-102

- D. Dal Sasso, Nel segno dell'essenziale. L'arte dopo il concettualismo, Rosenberg & Sellier, Torino 2020, p. 250

- S. Benaglia, M. Zanchi, New Photography | Silvia Mariotti, in «ARTDIARY», febbraio 2020 (leggi qui)

- I. Machetti, 10 questions from isolation… with Silvia Mariotti, in «FAD Magazine», 10 luglio 2020 (leggi qui)

- M. Zanchi, Visioni. Conversazione con Silvia Mariotti, in «ARTDIARY», dicembre 2020 (leggi qui)

- I. Machetti, Exploring the shadow to discover truth. An interview with Silvia Mariotti, in «FAD Magazine», 4 gennaio 2021 (leggi qui)

- M.C. Valacchi, The Curatorialist: la fotografia di Silvia Mariotti, in «Elle Decor», 8 settembre 2022 (leggi qui)

 
Biografia

Silvia Mariotti nasce a Fano nel 1980. Dopo gli studi in pittura (2005) e arti visive (2008) presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, si trasferisce a Milano dove ancora oggi vive e lavora.

Nel 2013 vince il primo premio, per la sezione fotografia, del Premio Celeste. Nel 2016 arriva finalista alla IX edizione del Talent Prize di Roma e nello stesso anno svolge il programma di residenza artistica FAAP a San Paolo in Brasile. Nel 2019 è finalista al premio Rotary Club di Asolo e vince il premio Level 0 con la GNAM di Roma all’interno di Art Verona, mentre nel 2020 pubblica il suo libro d’artista De uma estrala à outra, edito da Studio Boîte.

Espone in diverse gallerie e spazi pubblici in Italia e all’estero, tra cui il Museo d’arte Contemporanea di Lissone, il Museo civico di Recanati, Villa Manin di Passariano, la Galleria Civica di Pirano (SLO), il Palazzo Lutetia - FAAP a San Paolo (BR), il Palazzo Ducale di Urbino, il Centro per le Arti Grafiche di Lubiana e il MACTE di Termoli.

L’obiettivo principale della ricerca di Silvia Mariotti è l'analisi dei luoghi da un punto di vista sociologico e la costante fondamentale è «indagare un fare umano in relazione al suo ambiente e mostrare ciò che rimane di questa relazione. Che sia un’azione in un luogo o una parte di quel luogo, il fine è quello di riportare un’esperienza e di farlo attraverso delle suggestioni personali che sono specchio del nostro passato e della nostra realtà. L’uomo abita il mondo, crea la sua storia e ne lascia le tracce anche quando non è visibile.» (Mariotti, 2016).

Le opere di Mariotti attivano una riflessione sulla situazione ambientale e sociale in cui viviamo e la sua ricerca si sviluppa attraverso la stratificazione di elementi tratti dalla storia e dalla letteratura e di simboli culturali e sociali che evocano un senso di irrealtà.

Per i suoi lavori l’artista predilige il medium fotografico in quanto le permette di restituire un’esperienza vissuta e che sappia descrivere realmente un’idea di tempo. Racconta durante un’intervista: «Il primo linguaggio che ho utilizzato come artista è stato quello pittorico e, in generale, non ho mai guardato la realtà con gli occhi di una fotografa. Mi interessa molto cogliere aspetti dei luoghi reali e la macchina fotografica mi permette di farlo e nello stesso tempo di veicolare l’immagine, enfatizzando componenti legate a una dimensione più intima. Sartre afferma con decisione che l’immagine non è una cosa, bensì un atto di coscienza. L’immagine, dunque, non si offre con la consistenza di un dato reale, ma si risolve in un processo intenzionale: è un rapporto i cui poli sono la coscienza e l’oggetto verso cui essa trascende. Metafotografico è quindi uno sguardo cosciente di andare oltre un linguaggio.» (2020).

Il mezzo fotomeccanico, per come Mariotti se ne serve, trattiene le atmosfere sfuggenti ed enigmatiche, in bilico tra mistero e marginalità, su cui l’occhio dell’artista si pone, restituendo all'osservatore l’aspetto surreale di quei mondi crepuscolari che fanno spesso da soggetto nelle sue opere. I suoi lavori manifestano altresì le suggestioni e le esperienze da lei vissute, raccontando ambienti sospesi nel tempo. Con le sue opere l’artista genera una dimensione di attesa che trasporta l’osservatore in habitat emozionanti. Spazio e tempo, in un evanescente limite tra reale e immateriale, nell’oscurità di un’atmosfera rarefatta, si fondono. «Non mi interessa riportare una semplice memoria o documentare ciò che mi sta attorno – dichiara Mariotti – ma analizzare ciò che accade o che è accaduto e trasporre la mia esperienza in immagini a volte quasi astratte, ma che abbiano il sapore reale di un momento vissuto.» (2016).

 

Si consiglia di consultare il sito dell’artista e il sito della AplusA Gallery, per una biografia e una bibliografia critica, completa e aggiornata.