Varianti del nome: Tamara de Lempicka
Luogo di nascita: Varsavia
Data di nascita: 16 maggio 1898
Luogo di morte: Cuernavaca
Data di morte: 18 marzo 1980
Ambito di attività: pittura
Qualifica: Pittrice
Periodo: XX secolo
- Tamara De Lempitzka, catalogo della mostra alla Bottega di Poesia di Milano, 1925
- G. Marmori, Tamara de Lempicka. The major works of Tamara de Lempicka 1925 to 1935, Idea Editions, Milano 1978
- K. Lempicka Foxhall, Disegno e passione. L'arte e la vita di Tamara de Lempicka narrate dalla baronessa Kizette de Lempicka Foxhall a Charles L. Phillips, Mondadori, Milano 1987
- G. Néret, Tamara de Lempicka, 1898-1980, Taschen, Köln 1992
- M. Calvesi, A. Borghese (a cura di), Tamara De Lempicka. Tra eleganza e trasgressione, catalogo della mostra all’Accademia di Francia di Roma, 10 febbraio – 1° maggio 1994, Leonardo Arte, Milano 1994
- A. Blondel, Tamara de Lempicka. Catalogue raisonné 1921-1979, Acatos, Losanna 1999
- L. Claridge, Tamara de Lempicka. A life of deco and decadence, Bloomsbury, Londra 2000
- G. Marmori, Tamara de Lempicka, Abscondita, Milano 2006
- A. Mazoyer, Tamara de Lempicka e Gabriele D'Annunzio nel diario di Aélis Mazoyer, ES, Milano 2006
- G. Mori (a cura di), Tamara de Lempicka. La regina del moderno, catalogo della mostra al Complesso Vittoriano di Roma, 11 marzo – 10 luglio 2011, Skira, Roma 2011
- G. Mori (a cura di), Tamara de Lempicka, catalogo della mostra al Palazzo Chiablese di Torino, 19 marzo – 30 agosto 2015, 24 ore cultura, Milano 2015
- G. Colletti, Il misticismo di Tamara de Lempicka, in «Punto d'Incontro», n. 1/2, maggioagosto 2017
- V. Casarotto, Diva d'acciaio. Il caso Tamara de Lempicka, Gaspari, Udine 2023
Tamara de Lempicka nasce nel 1898 a Varsavia come Maria Gurwik-Górska, da madre polacca, Malvina Decler, e da padre russo, Boris Gurwik-Górski. Sin da giovane, si distingue per la sua inclinazione artistica: già intorno ai 10 anni, aveva iniziato a usare gli acquerelli e ad avvicinarsi all’arte. La sua passione è fortemente sostenuta dalla nonna Clementine che le permette di accedere a istituti prestigiosi, come il collegio polacco di Rydzyna e la scuola Villa Claire di Losanna, in Svizzera. Inoltre, nel 1907 le propone un viaggio in Italia, che si rivelerà fondamentale per la formazione culturale della giovane artista.
Dopo la prematura scomparsa della nonna e risentita per il secondo matrimonio della madre, si trasferisce a San Pietroburgo nel 1907. Qui incontra il suo futuro marito, Tadeusz Lempicki, da cui derivò il suo cognome, laureato in legge e appartenente a una facoltosa famiglia russa. Nel medesimo anno, nasce la loro figlia Kizette, figura che compare in diverse opere dell'artista.
Nel 1918, a causa dei tumulti legati alla Rivoluzione Russa, la famiglia si trasferisce a Parigi, dove Tamara de Lempicka intraprende l'attività di disegnatrice di cappelli per mantenersi. Si iscrive con successo ai corsi di pittura dell'Académie de la Grande Chaumiere e dell'Académie Ranson, dove segue le lezioni di Maurice Denis (1870-1943) e André Lhote (1885-1962). Il suo debutto avviene nel 1922 al Salon d’Automne, seguito dalla partecipazione a rinomate mostre parigine.
Sono gli anni in cui assume il nome Tamara de Lempicka e inizia a sviluppare il suo stile personale, contraddistinto da mondanità, eleganza ed erotismo. Diviene rapidamente un punto di riferimento nell'ambiente artistico e mondano parigino, costruendosi una figura eccentrica che aumenta la sua notorietà.
I suoi dipinti si immergono nella tessitura del suo stile di vita, regalando uno scorcio dei ruggenti anni Venti parigini. La sua abilità nel ritrarre personalità dell'aristocrazia e dell'alta borghesia attraverso uno sfavillante filtro Art Déco è stata ampiamente acclamata. Uomini avvolti in abiti eleganti e donne sfoggianti gioielli luminosi e foulard suggestivi, formano il tessuto visivo delle sue opere. Elementi di prestigio dell'epoca, come lussuose automobili, mete esclusive come Saint Moritz e lo skyline di New York, fungono da simboli di status.
Il lusso e l'opulenza si intrecciano con la sensualità e il fascino, creando dipinti che oscillano tra la sontuosità e l'erotismo. Le protagoniste, spesso donne dall'aria malinconica e inaccessibile, emanano un'aura di altezzosità e si presentano in atteggiamenti provocanti. Le scene sono costruite con linee pulite e colori vivaci, applicati con pennellate dense che accentuano la plasticità delle forme. La tavolozza di De Lempicka si mantiene relativamente ristretta, con una ricorrenza di tonalità cromatiche simili nelle sue opere.
Quello di Tamara de Lempicka è uno stile nuovo, personalissimo, caratterizzato come lei stessa disse da colori chiari e luminosi, che genera opere dall’atmosfera sospesa e particolare: «Una delle caratteristiche che più attrae del suo stile è l’alone di successo, di spavalderia e di abbandono, di desiderio e attrazione e nello stesso tempo di impenetrabilità che i personaggi dei suoi quadri esprimono; i colori sono eccitanti, sexy, romantici e rispecchiano un’incredibile fusione di tradizionale e moderno»26, scrive il curatore Maurizio Calvesi.
Nel 1925, visita nuovamente l'Italia per studiare le opere dei classici e tiene la sua prima mostra personale alla Bottega di Poesia di Milano, per la quale lavora assiduamente, realizzando 28 opere in 6 mesi. Durante il soggiorno italiano, entra in contatto con Gabriele d’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti, contribuendo alla diffusione della sua pittura nel paese.
Nel 1928, si separa dal marito e intraprende una nuova relazione con il barone Raoul Kuffner de Diószegh, con cui si risposa nel 1933. Dopo diversi viaggi in Europa, durante l'inizio della Seconda guerra mondiale, si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti, stabilendosi a Beverly Hills, in California. Questo periodo oltreoceano coincide con una crisi esistenziale e artistica interrotta nel 1957, con la partecipazione a diverse mostre e gallerie a New York, Los Angeles e San Francisco.
Nel 1957, Tamara de Lempicka espone nuove opere alla Galleria Sagittarius di Roma, ma questa volta è giudicata negativamente dalla critica. Nel 1962, alla morte del secondo marito, si trasferisce a Houston, in Texas, e riprende a dipingere solo nel 1969, ottenendo successo con una mostra antologica alla Galerie du Luxembourg nel 1972. Nel 1978, si trasferisce in Messico, a Cuernavaca, dove muore nel 1980. Le sue ceneri furono sparse sul cratere del vulcano Popocatépetl, seguendo la sua specifica volontà testamentaria.
Si consiglia di consultare il sito sull’artista per una biografia critica, completa e aggiornata.