Goncarova Natal'ja Sergeevna

Luogo di nascita: Chernsky Uyezd

 

Data di nascita: 3 luglio 1881

 

Luogo di morte: Parigi

 

Data di morte: 17 ottobre 1962

 

Ambito di attività: pittura (raggismo)

 

Ambito geografico di appartenenza: Russia e Francia

 

Periodo: XX secolo (dagli anni ’10)

 

Qualifica: pittrice e scenografa

 
 
Bibliografia

- A. Galvano, F. Passoni, Natalia Goncjarowa, Mikhail Larjonov, catalogo della mostra alla Galleria Martano/due di Torino, 1968

- T. Loguine, Gontcharova et Larionov. Cinquante ans à Saint Germain-des-Près, Klincksieck, Parigi 1971

- M. Chamot, Gontcharova, La Bibliothèque des Arts, Parigi 1972

- M. Chamot, Goncharova. Stage Designs and Paintings, Oresko Books, Londra 1979

- M. I. Cvetaeva, Natal'ja Gončarova. Ritratto di un'artista, Edizioni delle donne, Milano 1982

- G. Carandente, Arte Russa e Sovietica. 1870-1930, catalogo della mostra al palazzo del Lingotto di Torino, da luglio 1989, Fabbri Editore, Milano 1989

- E. Mikailova, O. Nikolajeva, Majakovskij e l'avanguardia russa del primo '900 nella collezione del Museo Statale della letteratura di Mosca, catalogo della mostra ai Musei civici di Villa Mirabello di Varese, 20 gennaio - 4 marzo 1990, Lativa, Varese 1990

- Chagall, Kandinsky, Malewitsch und die russische Avantgarde, catalogo della mostra al Hamburger Kunsthalle di Amburgo, 9 ottobre 1998 - 10 gennaio 1999 e al Kunsthaus Zürich di Zurigo, 29 gennaio - 25 aprile 1999, Ostfildern-Ruit-Verlag Gerd Hatje, 1990

- M. Cvetaeva, Natal' ja Goncarova. Vita e creazione, Einaudi, Torino 1995

- J. E. Bowlt, M. Drutt, Amazzoni dell'avanguardia. Alexandra Exter, Natalija Gončarova, Ljubov' Popova, Ol'ga Rozanova, Varvara Stepanova e Nade¸da Udal'cova, catalogo della mostra itinerante tenuta nel 1999-2001, Solomon Guggenheim Foundation, New York, 2000

- J. Ashton Sharp, Russian Modernism between East and West. Natal'ia Goncharova and the Moscow Avant-Garde, Cambridge University Press, Cambridge 2006

- V. Crespi Morbio, Nathalie Gontcharova alla Scala, Amici della Scala-Umberto Allemandi & C., Milano 2009

- M. Gale, L. Sebregondi, N. Sidlina, Natalia Goncharova, catalogo della mostra a Palazzo Strozzi di Firenze, 27 settembre 2019 - 19 gennaio 2020, Marsilio, Firenze 2019

 
Biografia

Natal'ja Sergeevna Gončarova nasce nel 1881 in un piccolo villaggio della provincia di Tula, a sud-est di Mosca, da un'antica e nobile famiglia. Dopo gli studi ginnasiali si iscrive all’università che abbandona presto per frequentare il Collegio di pittura, scultura e architettura di Mosca. Qui conosce Michail Larionov, da questo momento in poi suo inseparabile compagno di vita e d'arte: fu proprio Larionov a incoraggiare Gončarova, iscritta ai corsi di scultura, a dedicarsi alla pittura.

Nei loro primi dipinti del 1903-1906, raffiguranti per lo più paesaggi e nature morte, è evidente l’influenza dello stile impressionista e simbolista, conosciuto probabilmente tramite le riviste d’arte allora diffuse in Russia. Nuovi stimoli arrivano in seguito alla partecipazione della coppia alla mostra di pittori russi organizzata al Salon d’Autumne di Parigi nel 1906, dove vedono le opere di Gauguin e Cézanne. Tornati in patria Larionov e Gončarova teorizzano il Raggismo, corrente che aveva come fine l’integrazione delle istanze delle avanguardie europee con quelle del neoprimitivismo, senza rinnegare la tradizione russa. Dichiarano nel manifesto pubblicato nel 1913: «Lo stile della pittura raggista che noi promuoviamo si occupa delle forme spaziali conseguite con l'intersezione dei raggi riflessi da vari oggetti e delle forme individuate dall'artista». I firmatari del manifesto videro nel raggio il simbolo assoluto della luce amata dagli orfisti e della velocità decantata dai futuristi; quindi, usarono la lezione del Cubismo per elaborare nuove forme. Questo movimento costituì un episodio molto significativo nella Russia vicina allo scoppio della rivoluzione, e scatenò un vasto dibattito che coinvolse non solo pittori, ma anche architetti, scrittori, poeti e registi che cominciarono a interessarsi alla nuova arte moderna già viva da decenni in Europa. Larionov e Gončarova sono attivissimi in questo scenario e tra il 1907 e il 1913 organizzano diverse esposizioni della nuova arte e partecipano attivamente al dibattito artistico, dedicandosi anche al cinema e al teatro.

L’anno successivo alla pubblicazione del manifesto del Raggismo, Filippo Tommaso Marinetti, che nel secondo decennio del '900 si stava impegnando per diffondere il Futurismo in Europa, si reca in Russia dove incontra anche Gončarova. Ne nacque un rapporto all’inizio controverso, laddove l’artista russa fece suoi quegli aspetti della modernità da lei ritenuti realmente un progresso, evitando però di condividere il pensiero legato alla guerra quale «sola igiene del mondo» e al ruolo della donna nella visione futurista. Difatti non mancò, durante la visita di Marinetti, di scrivergli una lettera polemica in cui rispondeva a quel «disprezzo» da lui enunciato nei confronti del genere femminile, difendendo le donne e affermando che non c'era davvero motivo per disprezzarle, sottolineando oltretutto che in Russia la parola “čelovek”, uomo, designa gli esseri umani di entrambi i sessi.

«Giovane di grande ingegno, non bella, gradevolissima, alta, vestita alla diavola, indolente, silenziosa, misteriosa, russa in toto.» (1914). Così Ardengo Soffici, pittore di primo Novecento, descrisse l’artista, figura fondamentale nella storia dell'arte russa dei primi decenni del secolo. Pittrice spregiudicata (nel 1910 alcuni suoi nudi femminili esposti alla mostra “Società di Libera Estetica”, furono sequestrati), ma anche costumista, illustratrice, grafica, scenografa, decoratrice, stilista, attrice cinematografica, ballerina e artista performativa, Natal'ja Gončarova produsse una sintesi brillante tra le tendenze europee contemporanee più vitali e progressiste e la tradizione popolare russa.

«Ho assorbito tutto quello che l’Occidente poteva offrirmi – dice l’artista – Adesso la mia strada mi conduce verso il punto di origine di tutte le arti, l’Est». Gončarova si dedica quindi allo studio e al recupero di questa tradizione e, prima di teorizzare il Raggismo, verso il 1907 promuove con il compagno il Primitivismo. Sono questi gli anni in cui sperimenta incessantemente tutte le forme d'arte presenti e passate, giungendo a una sintesi personalissima. Un carattere particolare però distingue le sue opere da quelle dei suoi colleghi, una durezza, una spigolosità che si rivela soprattutto nelle scene campestri come La pesca del 1908, dove la sua attenzione è già rivolta alla pittura di icone di cui adotta lo stacco netto dei colori.

Il ciclista è probabilmente la sua opera più famosa. Risale al 1913 e combina elementi desunti da riflessioni sui movimenti europei ed elementi propri dell'avanguardia russa. Il protagonista, un ciclista in movimento sulla sua bicicletta, è scomposto in diverse parti secondo il procedimento tipico dei pittori cubisti, ma è raffigurato anche nel suo dinamismo come facevano i futuristi. Nella ricerca di un’espressività indipendente l’artista avverte anche l'esigenza di tornare alle radici della sua cultura con l'inserimento di elementi prettamente grafici, come i caratteri cirillici e i numeri, prendendo ispirazione dalle stampe popolari.

Nel 1915 Gončarova e il compagno lasciano la Russia per unirsi alla compagnia di Sergej Djagilev, impresario teatrale russo che, fortemente impressionato dai dipinti dell’artista, la invita a realizzare i costumi e le scene per la Compagnia dei Balletti Russi a Parigi. «Questa donna trascina tutta Mosca e tutto S. Pietroburgo dietro di sé [...] – ha confessato – E questo non è ancora nulla: si è dipinta dei fiori sul corpo. E immediatamente la nobiltà e la bohème l'hanno seguita con cavalli, case, elefanti, disegnati e dipinti sulle gote, sulla fronte e sul collo, oppure con il viso pitturato metà di blu e metà di ocra». Una foto del 1913 ci tramanda il volto di Natal'ja Gončarova da lei dipinto con segni astratto-raggisti che, contestando lo statuto del viso femminile abbellito e truccato, recuperava l'uso dei segni tribali in chiave moderna. I pittori futuristi italiani nel loro manifesto dicevano di essere i primitivi di una nuova sensibilità, ebbene lei lo mostrava concretamente sulla sua pelle.

A partire dal 1916 la coppia di russi si stabilisce definitivamente a Parigi, dove si sposano nel 1955 all'età di 74 anni. Gončarova non tornerà mai più in patria e morirà nella capitale francese nel 1962. Se non è facile definire l’arte di Natal'ja Gončarova per la sua continua varietà di scelte stilistiche, è pur vero che è stata una figura di portata straordinaria nel panorama dell’arte del Novecento, la prima che ha rinnovato la secolare cultura figurativa russa, osando e riuscendo a imporsi a dispetto delle convenzioni e delle rigide regole del tempo. A differenza delle avanguardie occidentali, delle quali ha ripreso indubbiamente il linguaggio formale, non ha voluto mettere una cesura con le tradizioni e la cultura della sua terra, ma ha cercato sempre di trovare un punto di incontro tra essa e le istanze contemporanee, in una continua e produttiva ricerca mirata a fondere tradizione e innovazione. Natal'ja Gončarova ha prodotto una delle fusioni più potenti di tradizione e innovazione, sempre nel segno della sperimentazione di stili e tecniche diverse, unendo in maniera fortemente personale elementi iconici della tradizione russa e istanze dell’arte moderna occidentale.