Fava Brigida

Varianti del nome: in Tanari


Luogo di nascita: Bologna


Data di nascita: 1802


Luogo di morte: Firenze


Data di morte: 1877

 

Ambito di attività: Bologna 


Qualifica: Pittrice - Incisora - Scultrice

 

Periodo: XVII a XIX secolo

 

 
 
Bibliografia

Giordani, Notizie delle donne pittrici di Bologna, Bologna 1832, p. 15

Gualandi, Dell'esposizione di belle arti in Bologna nel 1835. E pochi cenni su quella di Milano nello stesso anno, Firenze 1835, p. 16

Cenni storici intorno alle lettere, invenzioni, arti, commercio e spettacoli teatrali per l’anno 1835 al 1836, tomo 23, Bologna, Tipografia della Volpe 1835, p. 111

Aurelia Cimino Folliero de Luna, La marchesa Brigida Fava Tanari, in “Cornelia. Rivista letteraria educativa dedicata principalmente agli interessi morali e materiali delle donne italiane”,, anno V, n. 7, Firenze, 1° Marzo 1877, pp. 49-51

Ulrich Thieme-Felix Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler. Von der Antike bis zu Gegenwart, B. XI, Leipzig 1915, p. 306

Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani. Dal XI al XX secolo, vol. IV, Torino 1973, p. 336

Biagi Maino, Notizia delle donne pittrici di Bologna, in “Strenna Storica Bolognese”, Anno XLIII, 1993, p. 64

 

 
Biografia

Aristocratica bolognese, Brigida nasce l’8 ottobre 1802, figlia del conte Niccolò Fava Ghisilieri e della marchesa Gaetana Marescotti. La madre muore quando la bambina ha otto anni, ed è il padre ad assegnarle maestri per educarla alla musica e al disegno.

Nel 1818 va in sposa al marchese Giuseppe Tanari, di famiglia senatoria bolognese. Dal matrimonio nascono quattro figli, due dei quali  morti in tenera età. Al primogenito Luigi insegna lei stessa lingue, canto e pittura fino ai quindici anni.

La sua vita è legata ad attività filantropiche e si prodiga per aprire a Bologna gli asili di infanzia. Si occupa principalmente di educazione, con particolare riguardo a quella femminile, e scrive sull’argomento sottolineando l’importanza dell’elevazione della donna attraverso l’istruzione. Insegna a giovani e fanciulle l’arte della miniatura, ai fini di dar loro una possibilità lavorativa.

Nel 1832, Gaetano Giordani la segnala, moglie del marchese Giuseppe Tanari, allieva di Pietro Fancelli e di altri pittori contemporanei, nonché accademica d'onore dell'Accademia di belle arti di Bologna.

Inizialmente "espone al pubblico" alcune miniature: una copia della Madonna "dei Tanari" di Guido Reni, il Ritratto del marchese maggiore Giuseppe Marescotti, il Ritratto della marchesa Anna Tanari in Antaldi. Ad olio esegue alcuni ritratti di parenti e amici, fra i quali il Ritratto del professor Paolo Costa. Si dedica anche a soggetti storici.

Nel 1835 partecipa all'Esposizione di belle arti di Bologna con tre dipinti a olio: Giulietta nell’atto di ricevere la bibita sonnifera da Fra Lorenzo, Giovane seduta su un parapetto con un libro aperto sulle ginocchia (“La riflessione”), Scena di osteria ("genere fiammingo"; anche definita Conversazione campestre).

Sostenitrice dei moti risorgimentali, nel 1848 perde il figlio, arruolatosi nell’esercito piemontese. In questa occasione storica Brigida dipinge le bandiere della guardia civica e mobile del paese, che nel 1849 vengono rimosse dagli Austriaci e portate come trofeo di guerra a Verona.

Rimasta vedova, a causa di dolori reumatici abbandona la miniatura e compone, pubblicandolo in forma anonima, un romanzo, La povera Lisa, nonché un libro di preghiere che dedica ai nipoti.

Nel 1859 si appella alle donne d’Italia per offrire al re Vittorio Emanuele un paramento artistico da cavallo completo, del quale esegue il disegno e dirige il lavoro.

Elabora il progetto di una raccolta di tutti gli stemmi e sigilli itani di ogni epoca, che intende dipingere e descrivere in un testo. Del progetto riesce ad eseguire soltanto la parte relativa alla provincia di Siena, realizzando un Albo su pergamena miniato e dorato, con oltre 60 tavole, che va alle stampe ma che Brigida non riescirà a vedere realizzato.

Autrice di miniature su avorio e su pergamena, si dedica anche alla pittura di figura a olio, all’acquerello e sperimenta anche l’incisione ad acquaforte. Nel tempo libero modella anche figurette in creta.

Il 12 febbraio 1877 si ammala mentre è nella sua casa di Firenze, morendo in quaranta ore.

 
 
Opere attualmente reperibili

PISA

Deposito Arcivescovile

Cristo cade sotto la Croce

(Chia 2014)

 

collezione privata

Scena di beneficenza

(Chia 2014)

 
Opere citate dalle fonti, ma perdute, non reperite o non identificate

Madonna "dei Tanari", copia da Guido Reni, miniatura, ante 1832 (G. Giordani 1832, p. 15)

Ritratto del marchese maggiore Giuseppe Tanari, miniatura, ante 1832 (G. Giordani 1832, p. 15)

Ritratto della marchesa Anna Tanari in Antaldi, miniatura, ante 1832 (G. Giordani 1832, p. 15)

Ritratto del professor Paolo Costa, olio, ante 1832 (G. Giordani 1832, p. 15)

Giiulietta nell’atto di ricevere la bibita sonnifera da Fra Lorenzo, olio, ante 1835 (Cenni storici 1835; M. Gualandi 1835, p. 16)

Giovane seduta su un parapetto, con un libro aperto sulle ginocchia (“La riflessione”), olio, ante 1835 (Cenni storici 1835; M. Gualandi 1835, p. 16)

Scena di osteria o Conversazione campestre, olio, ante 1835 (Cenni storici 1835; M. Gualandi 1835, p. 16)

Bandiere della guardia civica e mobile dell’esercito piemontese, 1848, portate dagli Austriaci a Verona come trofeo di guerra nel 1849 (Cimino Folliero de Luna 1877)

Paramenti per il cavallo di Vittorio Emanuele, disegno e opera realizzata dalle donne d’Italia sotto la sua direzione, 1859 (Cimino Folliero de Luna 1877)