Grisi Laura

Luogo di nascita: Rodi (Grecia)

 

Data di nascita: 3 luglio 1939

 

Luogo di morte: Roma

 

Data di morte: 7 dicembre 2017

 

Ambito di attività: pittura – video arte – performance (pop art e arte povera)

 

Ambito geografico di appartenenza: centro Italia


Qualifica: Artista

 

Periodo: XX e XXI secolo

 

 
 
Bibliografia

- N. Ponente, Laura Grisi, testo pubblicato in occasione della mostra alla Galleria Il Segno di Roma, 24 marzo - 15 aprile 1964

- A. Bandera, Laura Grisi, presentazione della mostra allo Studio d'Arte Errepi di Bologna, 2-16 dicembre 1964, Istituto grafico Tiberino, Roma 1964

- L. Grisi, I denti del Tigre, Lerici Editore, Milano 1964

- R. Barilli, Laura Grisi, testo pubblicato in occasione della mostra alla Galleria dell'Ariete di Milano, gennaio 1965

- P. Restany, Laura Grisi, in «Domus», n. 441, agosto 1966, Milano

- T. Trini, Laura Grisi, in «Domus», n. 484, 1970, Milano

- G. C. Argan, Laura Grisi. Objekte, testo pubblicato in occasione della mostra alla Galerie E. M. Thelen di Essen, 1970

- L. Grisi, Choices and Choosing from 5000, Artestudio, Macerata 1970

- L. Grisi, Distillations: 3 months of looking, Artestudio, Macerata 1970

- Laura Grisi, catalogo della mostra al Van Abbemuseum di Eindhoven, 10 settembre - 10 ottobre 1976

- T. Trini, Laura Grisi, in «Corriere della Sera», 25 gennaio 1976, Milano

- Laura Grisi, in «Flash Art», n. 62-63, Milano, marzo-aprile 1976

- L. Grisi, Dialogo senza fine. A.. infinito ..B, Samanedizioni e Vanni Scheiwiller, Milano 1978

- A. Bonito Oliva, Laura Grisi, in «Corriere della Sera», 9 febbraio 1979, Milano

- F. Gualdoni, L'infinito e un triangolo, in «Il Giorno», 23 aprile 1980, Milano

- F. Menna, Combinazioni d'artista - La pittura di Laura Grisi, in «Paese Sera», 15 novembre 1981, Roma

- G. Celant, Laura Grisi: A Selection of Works with Notes by the Artist, Rizzoli Intl Pubns, New York 1990

- P. Ferri, Laura Grisi - Transfert, in «Flash Art», n. 307, dicembre 2012, Milano (leggi qui)

- D. Lancioni, Laura Grisi (1939 - 2017), in «Flash Art», n. 337, febbraio-marzo 2018, Milano (leggi qui)

- C. Dirié, M. Scotini, Laura Grisi, JRP Editions, Ginevra 2021

- S. Spada, Laura Grisi. Sperimentare senza sosta, in «Arte», n. 574, 2021, Mondadori, Segrate, p. 98-104

- I. Bernardi, Laura Grisi “The Measuring of Time” Muzeum Susch, in «Flash Art», n. 354, novembre 2021 (leggi qui)

- T. Castro, Ricreare l’esperienza: Una lettura ecofemminista del lavoro di Laura Grisi, in «Flash Art», n. 357, luglio 2022 (leggi qui)

 
Biografia

Laura Grisi nasce sull’isola di Rodi nel 1939 e si forma tra Roma e l'École des Beaux Arts di Parigi. Esordisce nel 1964 con una mostra alla Galleria Il Segno di Roma e una alla Galleria Errepi di Bologna e l’anno seguente è presente alla Quadriennale di Roma e quello dopo ancora alla Biennale di Venezia.

Il suo lavoro è da sempre associato da una parte al movimento della pop art italiana, per le sue riflessioni giovanili sulla società dei consumi e sulla potenza dei nuovi media, dall’altra all’arte povera, per le installazioni e gli ambienti che crea con elementi naturali come l’acqua e il vento. Tuttavia, pur partecipando intensamente al clima artistico e culturale, Grisi sfugge alle categorizzazioni assegnatale e si colloca in una posizione estremamente originale e autonoma, non riconoscendosi in gruppi o tendenze. Recepisce e fa proprie le ricerche artistiche delle principali correnti internazionali, elaborando però una linea intima e sensibile che prende forma nella sperimentazione di tecniche e media differenti come la pittura, l’installazione, la performance e il video.

La sua pratica artistica presenta una certa teatralità e «registra l’effetto scenico dei fenomeni naturali e, intrappolandone le qualità in oggetti o ambientazioni tecnologiche, restituisce un’insolita quanto consapevole immagine del progresso», come scrive Stefano Mudu, autore per La Biennale di Venezia. Si tratta di opere che reclamano una fruizione diretta, un attraversamento dell’ibridazione tra discipline, culture ed etnie. Per Grisi, infatti, ridurre la distanza tra osservatore e opera equivale a invitarlo verso una relazione inaspettata con la natura, alla scoperta dell’incanto del mondo.

Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, grazie ai numerosi viaggi con il marito Folco Quilici, l’immaginario di Laura Grisi muta così come la sua arte, nutrendosi delle culture dei paesi che visita. «Nel corso dei miei viaggi – dice l’artista – ho iniziato a filmare immagini della velocità del vento e dei suoi effetti. Ho anche fatto delle misurazioni nel deserto e sulle spiagge dell’oceano. Ho studiato sia i movimenti naturali dell’aria – il vento che soffia indisturbato sulla sabbia, sul mare e sui campi, o costretto e incanalato dagli alberi di una foresta o dai muri di una grande città – sia quelli prodotti meccanicamente come, per esempio, dai rotori di un elicottero». Sono le opere filmiche realizzate nel quinquennio tra il 1968 e il 1972, video che svelano il nuovo interesse per la natura e le forze che la governano, opere dall'energia potente che avvolgono il fruitore in dimensioni ambientali immersive.

Le opere di Laura Grisi sono conservate in molte collezioni, come quella del MOMA e del Brooklyn Museum di New York, della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino e della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nell’ottobre del 2017 aveva iniziato un’importante collaborazione con la Galleria P420 di Bologna, inaugurata con una mostra personale al Frieze Masters di Londra, purtroppo interrotta nel dicembre dello stesso anno in seguito alla sua scomparsa.

 

Si consiglia di consultare il sito della Galleria P420 di Bologna, per una biografia e una bibliografia critica, completa e aggiornata.