Chiarini Maria Laura

Luogo di nascita: Bologna


Data di nascita
: 1684


Luogo di morte
: Bologna


Data di morte
: 1762


Ambito di attività
: Bologna XVIII sec.


Qualifica
: Ceroplasta - Pittrice


Periodo
: XVII a XIX secolo 

 
 
Bibliografia
  • Suor Maria Teresa Raimondi, Breve storia della vita di M.S. Laura Cattarina Chiarini, Bologna 1763, ff. 1-32, manoscritto contenuto in Scritture concernenti la vita e morte della fu M.S. Laura Cattarina Chiarini, Archivio di Stato di Bologna, Fondo Demaniale (Monastero di S. Pietro Martire), 45/2019
  • Domenico Tommaso Schiara, Ultima infermità e morte della M.S. Laura Cattarina Chiarini, f.n.n., Bologna 1763; manoscritto contenuto in Scritture concernenti la vita e morte della fu M.S. Laura Cattarina Chiarini, Archivio di Stato di Bologna, Fondo Demaniale (Monastero di S. Pietro Martire), 45/2019
  • M. Oretti, Notizie de’ Professori del Dissegno cioè Pittori, Scultori ed Architetti bolognesi e de’ forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms. B 133, ff. 304-305, Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio
 
Biografia

La fonte storica principale per conoscere la vita e l’attività artistica di suor Laura Cattarina Chiarini è rappresentata dalla Vita manoscritta redatta nel 1763 dalla consorella Maria Teresa Raimondi, sulla scorta delle indicazioni fornitele dalla suora Maria Piano che per molti anni frequentò la Chiarini; le circostanze della morte sono conosciute grazie ad un breve manoscritto del 1763 del Padre confessore della Chiarini, Tommaso Domenico Schiara. Qualche notizie suppletiva è fornita da Marcello Oretti (ms B 133, f. 304-305).
Figlia dei bolognesi Giovanni Battista Chiarini e Lucia Guidazzoli, Laura Chiara all’età di 25 anni decise di seguire una precoce vocazione religiosa e, nonostante il parere contrario della famiglia, entrò come novizia nel monastero domenicano di San Pietro Martire in Bologna. Conseguiti i voti nell’anno 1710, ben presto la Chiarini manifestò quegli inequivocabili segni (svenimenti, convulsioni, levitazioni, estasi, mortificazioni volontarie) che i suoi contemporanei interpretarono come espressioni di santità.

La sua fama fra i concittadini bolognesi fu consolidata dalla particolare devozione che la regina d’Inghiterra Maria Clementina dimostrò di nutrire nei suoi confronti, durante il soggiorno bolognese del 1726-1727. Frequenti furono i colloqui intimi fra le due donne, e quando la regina si trasferì a Roma i rapporti continuarono nella forma di un intenso carteggio epistolare. Prima di partire, Maria Clementina introdusse di nascosto nel monastero una pittrice che si incaricò di dipingere il ritratto della suora, replicato in piccolo e grande formato.

Successivamente Laura Chiara divenne maestra delle novizie e intrattenne epistolari spirituali con diversi interlocutori. Il padre confessore, Domenico Tommaso Schiara le chiese di mettere per iscritto le esperienze mistiche vissute durante le estasi, ma i resoconti furono giudicati dalle autorità competenti come frutto di una “illusa”, e in quanto tali la stessa monaca dovette procedere alla loro distruzione tramite fuoco.

Dopo continue malattie, nel 1762 Laura Cattarina giunse alla morte, anch'essa avvenuta in odore di santità. Infatti otto giorni dopo che la Chiarini fu seppellita nel sepolcro comune del monastero, il Cardinale Malvezzi chiese allo scultore Filippo Scandellari di riesumare il cadavere ed eseguire un’impronta del viso della santa per farne il ritratto a cera. Durante la notte, la tomba fu aperta, e si vide che miracolosamente il corpo della monaca era incorrotto, spandeva un odore soave e nella bara erano sbocciate delle rose, indizi che confermarono e accrebbero la popolare credenza nella santità della monaca. Uno dei presenti svenne per il cattivo odore prodotto dagli altri cadaveri, ma fu presto rinvenuto dal Padre confessore Schiara che invocò l’intervento della Chiarini (Oretti B 133, f. 305).

Scandellari, dall'impronta eseguita, ricavò una statua in cera che conservò presso di sé (Oretti, B 133, f. 305) e che fu esposta al pubblico in un apparato durante una processione, indice della devozione popolare cittadina tributata alla santa. I tratti del volto della Chiarini (segnati dalla magrezza e bruttezza di cui parlano le fonti) sono noti grazie all'incisione eseguita in occasione della sua morte, e un esemplare della quale si conserva presso il Gabinetto delle Stampe e dei Disegni della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, nella Raccolta Gozzadini. Dall'importante fonte manoscritta di Suor Maria Teresa Raimondi si ricavano indicazioni precise anche riguardo l’attività artistica della Chiarini che fu pittrice, scultrice, ricamatrice e miniatrice. Già Oretti (ms B 133, f. 305) precisava che le sue opere erano stimate per la loro perizia tecnica, ma soprattutto come espressioni dello stato di santità dell'artista, che per altro era di formazione autodidatta, non avendo svolto un apprendistato sotto la guida di maestri. Le varie attività artistiche della Chiarini erano di destinazione sacra, soprattutto "lavori da uttile per il monastero".

Eseguì statue di soggetti sacri (presepi, Bambini Gesù, crocefissi) in cera, in stucco e in pasta di pane; miniò un libro e dipinse per la regina Maria Clementina due quadri rappresentanti piccole immagini di santi. Inoltre abbellì anche le opere d'arte preesistenti nel monastero: “non vedo vi sia Imagine di B.V. in questo monastero che non sia stata abbellita e ben fornita de ornati, dal più al meno, dalla M. Suor Laura” (Raimondi, f. 26).

Di tutta questa variegata produzione purtroppo nulla é oggi reperibile, anche in seguito alla soppressione del convento di San Pietro Martire nel quale si conservava la maggior parte delle sue opere.

 
Fonti manoscritte

M. Oretti, Notizie de’ Professori del Dissegno cioè Pittori, Scultori ed Architetti bolognesi e de’ forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms. B 133, ff. 304-305, Bologna, Biblioteca Comunale dell’ Archiginnasio :

“Suor M.a Laura Chiarini
(f. 304) Scultrice in cera bolognese monaca domenicana in San Pietro Martire
La Madre Suor Laura Chiarini monaca professa nel monastero di S. Pietro Martire di Bologna oltre le altre abilità in altre cose assai si distinse nel fare figure di cera e singolarmente delli presepij ed altre imagini di santi ma in piccolo, queste sue opere dimostrano che se in questa facoltà si fosse esercitata e che havesse fatto que' studij necessari sotto la direzione di qualche buon professore avrebbe fatto opere tali che l'havrebbero fatta assai rinomare, ma tutta data al servire il suo Signore impiegava la maggior parte del tempo nelli uffizi del convento e delle orazioni, ed haveva grido di una Santa religiosa; quando M.a Clementina Regina d'Inghilterra dimorava in Bologna spesse volte andava a parlare a questa Santa religiosa, e ne haveva gran stima e venerazione, ma poi andò a Roma dove poi sempre visse e ivi morì, e in tutto il tempo che visse la Suora Laura sempre continuò la buona Regina a scrivere lettere ripiene di sentimenti assai rimarcabili, le quali lettere sono moltissime, e quelle buone religiose ne hanno formato un libro e lo conservano con particolare distinzione con altre cose di Suora Laura.
Quando giunse alla etá di settantatré morì l’anno 1762. Fu sotterrato il suo cadavere nel sepolcro di d.o monastero, otto giorni doppo essere seppellita Filippo Scandellari ebbe ordine di farle la maschera per formarne il ritratto cioè dall'E.mo Sig.re Cavall.e (?) Vincenzo Malvezzi e P. Confessore di suo monastero, sicché di note tempo F. Scandellari scultore conf.e otto persone levarono con gran forza la pietra perché era murata uscì un gran calore, appersero la cassa ritrovarono il cadavere di Suor (f. 305) Laura Chiarini era palpabile come se fosse viva e rendeva un odore grandissimo, osservarono che due rose aveva a canto fiorite, quali erano due bottoni servati che fiorirono in detto sepolcro, uno di quelli uomini svenne dalla puzza di altro cadavere tramortì, lo benedì il P. confessore che invocò il nome di Dio per mezzo di Suor Laura che subito si restituì prosperoso.
Il Scandellari fece dunque il suo ritratto in cera la naturale che serba presso di sé, é stata Suor Laura eccellente nella scultura e nella miniattura le sue opere sono in stima per la maestria e per essere fatte dalle mani di una devota religiosa.

Maria Clementina Regina d'Inghilterra, di Francia e d'Irlanda, moglie di S.M.a Giacomo III Stuardo Re della Gran Bretagna.

Sotto al d.o ritratto si legge Madre Suor Laura Catterina Chiarini monaca in S. Pietro Martire di Bologna morta in etá d'anni 78 di 1762”.

 
 
Opere citate dalle fonti, ma perdute, non reperite o non identificate

BOLOGNA

  • Monastero di S. Pietro Martire:
    un libro miniato “tutto di pitture, consistente in Castelli Alberi Animali di ogni sorta” (Raimondi, p. 15)
    “tanti pizzi per la sacrestia” (Raimondi, p. 26)
    Crocefisso in pasta di pane “che sta sempre esposto nel nostro altare di Chiesa dentro” (Raimondi, p. 26)
    Statue in stucco di Gesù Bambini (Raimondi, p. 25)
    Statua processionale di Gesù Bambino in stucco
    “il Bambino che si porta in processione ogni quindici del mese era un Bambino che stava giacendo, ed Essa ingegnosamente, segolli una gamba e lo ridusse a star in Piedi in quel scurcio che sta, vestendolo con quella fascia fatta di stucco e Parimente la Pirucchia fatta anch'essa di stucco, e abelito come sta, tutto fatto di sua mano” (Raimondi, p. 26)
    Vasi di fiori in stucco e carta
    “li Vasi, che adornano il coro nelle Sollenitá dell'Anno, lavoro anch'esso totale di sua mano, e tutte le foglie sono fatte di carte da gioco, li fiori cioè le Rose e Gigli sono di stucco” (Raimondi, p. 26).


UBICAZIONE IGNOTA

  • Due quadri con immagini di più di cento Santi, eseguiti per la regina d'Inghilterra Maria Clementina: “e ciascun santo era della grandezza di una medaglia, e tutti avevano scritti sono la sua virtù” (p. 16)

 

UBICAZIONE IGNOTA

  • Statue modellate in cera e colorate rappresentanti “presepij ed altre immagini di Santi ma in piccolo” (Oretti, B 133, f. 304).