Carlesimo Giovanna Carolina (Juana Romani)

Varianti del nome: Carolina Carlesimo, Juana Romani


Luogo di nascita: Velletri


Data di nascita: 30 aprile 1867


Luogo di morte: Suresnes


Data di morte: 13 giugno 1923

 

Ambito di attività: pittrice


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: XIX e XX secolo (seconda metà dell’800 e prima metà del ‘900)

 

 
 
Bibliografia

- G. Berri, Vita parigina, in «Natura ed arte. Rassegna quindicinale illustrata italiana e straniera di scienze, lettere ed arti», a. 1896-97, vol. II, Dottor Francesco Vallardi, Milano 1896 (leggi qui)

- Figures contemporaines tirées de l'Album Mariani, vol. 2, Librairie Contemporaine Henri Floury, Parigi 1896 (leggi qui)

- A. Silvestre, Nel Gran Palazzo delle Belle Arti. Juana Romani, la pittrice italo-francese, in «Esposizione Universale del 1900 a Parigi», Fratelli Treves, Milano 1900 (leggi qui)

- N. Lazzaro, L’Esposizione internazionale artistica di Venezia, in «Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia», a. 1901, n. 150, lunedì 24 giugno 1901, Roma (leggi qui)

- G. Romani, Juana Romani. Pittrice. Il corpo e la patria, Blurb, 2016

- M. Lagrange, Juana Romani 1867-1923, élève de…, maîtresse de… La parentèle sous la plume des critiques d’art, atti del covegno “Parent-elles, compagne de, fille de, sœur de…: les femmes artistes au risque de la parentèle” organizzato il 23 e 24 settembre 2016 dal Musée Sainte-Croix, dall'Università di Poitiers (Criham) e dall'associazione Archives of Women Artists, Research and Exhibitions (AWARE), in occasione della mostra “Belles de jour, femmes artistes — femmes modèles”, organizzata dal museo dal 18 giugno al 9 ottobre 2016 (leggi qui)

- M. Nocca, G. Romani, A. De Angelis (a cura di), Juana Romani. La Petite Italienne. Da modella a pittrice nella Parigi fin-de-siècle, catalogo della mostra al Convento del Carmine di Velletri, 22 dicembre 2017 – 28 gennaio 2018, «L’Erma» di Bretschneider, Roma 2017

- S. Tanzilli, Juana Romani. La musa ritrovata, in «Studi Cassinati», a. XIX, n. 4, ottobredicembre 2019, Tipografia Arte Stampa, Roccasecca 2019 (leggi qui)

- E. Trief-Touchard, M. Lagrange, G. Romani, Juana Romani (1867-1923), modèle et peintre. Un rêve d’absolu, catalogo della mostra al Musée Roybet Fould di Courbevoie, 19 maggio – 19 settembre 2021, Musée Roybet Fould, Coubervoie, 2021 68 - Una mostra rievoca la vita romanzesca di Juana Romani, dimenticata pittrice della belle époque, in «Finestre sull’Arte», 25 maggio 2021 (leggi qui)

- L. Pratesi, I dimenticati dell’arte. Juana Romani, la modella pittrice, in «Artribune», 11 settembre 2022 (leggi qui)

 
Biografia

Giovanna Carolina Carlesimo, nota con il nome di Juana Romani, nasce a Velletri nel 1867 da Giacinto Carlesimo e Marianna Schiavi. Poco dopo la nascita, il padre decide di abbracciare la vita da brigante, abbandonando la madre. Quest'ultima intraprende una relazione con Temistocle Romani, musicista figlio del ricco padrone di casa per cui lei lavora come domestica. Nel 1877, la coppia insieme alla bambina si trasferisce a Parigi e l’anno seguente si sposa. Qui, Marianna Schiavi svolge l'attività di modella per artisti di fama come Auguste Rodin (1840-1917), portando con sé anche la figlia.

Ancora adolescente, Carolina Carlesimo inizia a posare in accademie private come l’Académie Julian e l’Académie Colarossi. Sarà proprio lo scultore Filippo Colarossi (1841- 1906) a porre la giovane artista sotto la sua ala e a indirizzarla verso gli atelier di JeanJacques Henner (1829-1905), Carolus Duran (1837-1917) e Ferdinand Roybet (1840-1920) e a favorirla, insieme ad altri, nell’ascesa nel mondo dell’arte.

“La Nymphe Chasseresse” di Alexandre Falguière (1831-1900) rappresenta l’esordio della sua carriera come modella, sostenuta specialmente da Victor Prouvé (1858-1943), Raphaël Collin (1850-1916), Henner, Duran e Roybet, che la predilige per numerose scene di genere e ritratti che ne celebrano la bellezza e affermano il suo essere pittrice. Osservandoli mentre la ritraggono, Carolina Carlesimo, ora Juana Romani, apprende i fondamenti della pittura e molte tecniche. È quindi grazie alla sua esperienza di modella che prende consapevolezza del proprio talento artistico.

Nel 1888, favorita dalla presenza in giuria di Duran e raccomandata personalmente da Henner, partecipa al suo primo Salon con “Gitane”, un’opera che mostra la sua abilità nel ritrarre il genere femminile, influenzata sì dallo stile dei suoi maestri ma anche dalla letteratura e dai libretti d’opera di gran moda. È presente anche alle edizioni successive del Salon fino al 1904 e a numerose esposizioni in Francia e all'estero.

Diventa presto una rinomata ritrattista della borghesia e aristocrazia europea e in breve tempo si impone come un’artista indipendente e talentuosa dallo stile personale e riconoscibile. Si ispira al Seicento fiammingo e italiano, culture che influenzano le sue opere soprattutto dopo i viaggi in Italia nel 1892 – l’arte italiana sarà una continua fonte di ispirazione – e in Spagna nel 1893, dove studia con attenzione i dipinti di Velázquez, in particolare le posture, gli incarnati e i lussuosi tessuti delle vesti. Questi elementi diventano parte integrante delle sue opere: ne è esempio “Portrait de jeune fille”, simbolo dello stile che la caratterizzerà e renderà nota al vasto pubblico.

Sono gli anni di maggior successo e approvazione della critica nei suoi confronti, sia in Francia che nel resto d’Europa. Scrive Armand Silvestre: «Una gloria tanto giovane, quanto luminosa, quella di Juana Romani, il cui successo va incrementandosi agli annuali Saloni sugli Champs-Élysées, artista del suo paese, erede di Tiziano, che sa crespare i tessuti in stile parigino se necessario. È naturale interprete della bellezza femminile, trovando in sé il tesoro da cui attingere, ma altrettanto risultando, nella potenza dell'esecuzione, interprete virile. Beltà e talento, credo mai, siano stati così profondamente uniti, come lo sono in lei, essere imperiosamente nato per l'arte e la seduzione, meravigliosamente dotato e tuttavia volitivo, ammirevole lavoratore e dall'operato, prosperoso al pari di una vera e propria fioritura»

Nel 1889, a ventidue anni, riceve la medaglia d'argento all'Esposizione Universale, acquisendo notorietà in Italia nel 1900 con opere come "Primavera" e "Salomé" acquistate poi dallo Stato francese. Dopo la partecipazione alla IV Biennale di Venezia nel 1901, Juana Romani visita la sua città natale che la accoglie calorosamente. Per l’occasione l’artista regala a Velletri un cinematografo e fonda un premio annuo per giovani artisti meritevoli di una Scuola di Belle Arti che poi il comune le dedicherà. Rientrata a Parigi, invia alla città somme di denaro e opere di grandi pittori per la creazione di una galleria d'arte. Il progetto non sarà mai realizzato, anche se la volontà della pittrice trova parziale compimento a Courbevoie nel Museo Roybet fondato nel 1927 dalla pittrice e amica Consuelo Fould.

Nel 1903, Juana Romani mostra i primi segni di malattia mentale con violente crisi nervose. Nel 1904, con il maestro e ormai compagno Roybet, si trasferisce a San Remo per un periodo di riposo, ma l'Italia aumenta il suo nervosismo. Tornano a Parigi nel 1905, dove la situazione migliora temporaneamente. Nel 1906, in seguito a problemi psichiatrici, è internata a Ivry Sur Seine. Dopo la morte della madre nel 1909, è assistita da Fould e da Roybet e dichiarata alienata. La sua salute oscilla tra periodi critici e inaspettate guarigioni, ma peggiora durante la Prima guerra mondiale. La morte di Roybet nel 1920 e vari ricoveri segnano il tracollo. Juana Romani muore nel 1923 a Suresnes.

 

Si consiglia di consultare il sito dell’Archivio Romani per una biografia completa e aggiornata.