Canossa Maria Caterina

Varianti del nome: in Scarselli


Ambito di attività
: Bologna XVIII sec.


Qualifica
: Incisora


Periodo
: XVII a XIX secolo 

 
 
Bibliografia
  • L. Crespi, Felsina pittrice, Vite de' Pittori bolognesi, Roma 1769, p. 242, 250
  • M. Oretti, Notizie de' Professori del Dissegno, cioè Pittori, Scultori et Architetti bolognesi e de' forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms B129, 219, Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio
  • P. Zani, Enciclopedia metodica critico-ragionata delle belle arti, Parma 1823, parte prima, vol. XVII, p.100
  • G. Gandellini, Memorie Historiche degli intagliatori, Siena 1771 e Siena 1808-1816, ad vocem
  • U. Thieme - F. Becker, Allgemeines Lexicon der bildenden Kunstler von der Antike bis zur Gegenwart, Leipzig 1911, vol. V, p.515
  • Dizionario enciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, dal XI al XX secolo, Torino 1972, vol. X, p.212
  • G. Bertalà e S. Ferrara, Incisori bolognesi ed emiliani del sec. XVIII, Bologna 1974
 
Biografia

Figlia e moglie di intagliatori in legno ed in rame, rispettivamente Giovanni Battista Canossa e Alessandro Scarselli (Bologna 1684-1773). Quest’ultimo, oltre che incisore, fu Maestro degli orafi di San Bartolomeo e musicista.

Le uniche indicazioni di qualche specifico interesse riferite dai biografi segnalano una attività della Canossa per l’editore bolognese Lelio della Volpe, un dato che dimostra una applicazione al lavoro artistico che si spinge oltre il dilettantismo della gentildonna della medio alta borghesia, connotandosi invece come vera e propria professione. Non essendoci pervenuto nessun soggetto specifico di stampe da lei eseguite, né tantomeno attribuzioni certe, si rivela arduo individuare materiale a lei ascrivibile fra le non poche stampe anonime dell'attivissimo editore bolognese.

L’altra notizia tramandata delle fonti la vuole esperta nell'incisione su legno ed imitatrice di Veronica Fontana, l’artista che con più profitto si applicò a tale tecnica - ormai del tutto desueta - durante il XVII secolo.

Tale indicazione, vista anche la rarità per quei tempi di incisioni su legno e la particolarità stilistica che contraddistingue la Fontana, può porsi come punto di partenza per una ricognizione di materiale ascrivibile alla Canossa. Rimane poi alquanto misteriosa la inusuale veemenza con cui l’Oretti, più incline ad un aplomb di stampo illuminista, si dispiace delle difficoltà che Caterina patisce a causa del marito: “...ebbe molti accidenti strani per levarsi dalla compagnia di un decrepito marito quale era il Scarsella, difficil cosa l’accordarsi donna bella e giovane con un vecchio schifoso”.

 
Fonti manoscritte

M. Oretti, Notizie de' Professori del Dissegno, cioè Pittori, Scultori et Architetti bolognesi e de' forestieri di sua scuola, 1760-1780, ms B129, f. 219, Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio :

“M. Caterina Canossa
Figlia del già descritto Giovanni Battista che la instradò allo intaglio in legno, e molti lodevoli lavori ha fatto per li Stampatori di questo Paese; è moglie di Alessandro Scarselli che anch'esso intaglia, ma in rame all'acquaforte, del quale si farà menzione a luogo.
Il Gori Gandellini nel foglio 215 delle sue Memorie Historiche degli Intagliatori, stampa di Siena, ne fa menzione ma le dà nome di Anna, e veramente bolognese.
La moglie di Gio. Battista Canossa era Laura Felice (...) madre di Maria Catterina e sorelle di altre due (...). Maria Catterina intagliò varie cose in legno per lo Stampatore Lelio dalla Volpe le quali va inserendo nelle opere che dà alla luce, ebbe per maestro il Padre, imitò la Veronica Fontana celebre in simile sorta di intaglio, ma poco vi attese perdendo il tempo in altri affari domestici; che se più avesse applicato sarebbe riuscita eccellentissima nella sua arte, ebbe molti accidenti strani per levarsi dalla compagnia di un decrepito marito quale era il Scarsella, deficil cosa l'accordarsi donna bella e giovane con un vecchio schifoso. Visse in prospero stato ma poco travaglia nell’arte sua.”

 
 
Opere citate dalle fonti, ma perdute, non reperite o non identificate

Non specificate xilografie per l’editore Lelio della Volpe