Varianti del nome: Louise Catherine Breslau, Louise Breslau
Luogo di nascita: Monaco di Baviera
Data di nascita: 6 dicembre 1856
Luogo di morte: Parigi
Data di morte: 12 maggio 1927
Ambito di attività: pittura
Qualifica: Pittrice
Periodo: XIX e XX secolo (seconda metà dell’800 e prima metà del ‘900)
- R. De Montesquiou, Un maître femme. Mademoiselle Breslau, in «Art & Décoration», n.15 1904
- A. Arsène, Louise Catherine Breslau (1854-1927), Les Éditions Rieder, Parigi 1928
- E. J. René, Dictionnaire biographique des artistes contemporains, tomo I, Art & Édition, Parigi 1930
- M. Zillhardt, Louise-Catherine Breslau et ses amis, Editions des Portiques, Parigi 1932
- D. Gaze, Dictionary of Women Artists, Fitzroy Dearborn Publishers, Londra-Chicago 1997 (leggi qui)
- J. R. Beckerin, Nothing like a rival to spur one on. Marie Bashkirtseff and Louise Breslau at the Académie Julian, Overcoming All Obstacles. The Women of the Académie Julian, catalogo della mostra al Dahesh Museum di New York, 2 ottobre 1999 – 2 gennaio 2000, Dahesh Museum, New York 1999 (leggi qui)
- C. Lepdor (a cura di), Louise Breslau. De l'impressionnisme aux années folles, catalogo della mostra al Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna, 13 ottobre 2001 – 20 gennaio 2002, Skira, Milano 2001
- The uncompromising art and life of Louise Catherine Breslau, in «Minneapolis Institute of Art», 24 maggio 2022
Maria Luise Katharina Breslau nasce nel 1856 a Monaco di Baviera, in una famiglia borghese ebrea-tedesca di origini polacche. All’età di due anni, si trasferisce in Svizzera dove il padre accetta la posizione di professore e primario di Ostetricia e Ginecologia all'Università di Zurigo. Nel dicembre 1866, quest’ultimo muore improvvisamente a causa di un'infezione e lei è mandata in un convento vicino al Lago di Costanza, nella speranza di alleviare la sua asma cronica, condizione che le richiede molto tempo a letto. In questi anni inizia a disegnare per riempire le sue giornate costrette nella sua stanza.
Nonostante il contesto sociale che limita le aspirazioni delle giovani donne a mestieri tradizionali, Breslau persegue il suo sogno di studiare arte e dal 1874 al 1876 prende le sue prime lezioni di disegno con il ritrattista e pittore di genere Eduard Pfyffer (1836-1899). All'età di diciannove anni, decide di proseguire la sua formazione all'estero e lascia la Svizzera: «La mia sete di conoscenza era inestinguibile e sapevo che avrei trovato il modo di imparare a Parigi», scrive nel giugno 1926 sulla rivista Am Häuslichen Herd. Si iscrive all'Académie Julian, che offriva un'istruzione alternativa rispetto all'École Nationale des Beaux-Arts e una delle poche con posti disponibili per le giovani donne. È una studentessa ambiziosa, promettente e talentuosa che si distingue rapidamente, attira l'attenzione dei suoi insegnanti e la gelosia di alcuni suoi compagni di classe, come scrisse la sua rivale Marie Bashkirtseff (1858-1884) nel suo diario.
Nel 1879, con il ritratto “Tout passé”, Breslau è l'unica studentessa dell'atelier femminile dell'Académie Julian a debuttare al Salon di Parigi. Successivamente, su suggerimento dei suoi insegnanti Rodolphe Julian (1830-1907) e Tony Robert Fleury (1837-1911), all’edizione 24 del 1881 presenta il suo “Portrait des amis”, guadagnandosi una menzione d'onore e rendendola «uno dei vincitori del Salon del 1881», come scrive Ernest Hoschedé.
Si dedica ai ritratti, prevalentemente di figure femminili spesso in ambienti domestici, la cui forza risiede nell'eloquenza e profonda espressività dei volti che dipinge, nella sofisticatezza delle sfumature cromatiche usate e nell’attento studio della luce, che segue la lezione impressionista. Grazie al successo riscosso e all'interesse favorevole della critica, riceve numerose commissioni da parte dell'alta società parigina, oltre a importanti riconoscimenti. Sono gli anni in cui apre il suo atelier e decide di cambiare nome: ora si firmerà Louise Catherine Breslau.
Nel corso del XIX secolo, è una presenza regolare al Salon e diviene una figura rispettata nella scena artistica parigina, stringendo amicizie con artisti e scrittori di spicco come Edgar Degas (1834-1917) e Anatole France.
Durante gli anni all'Académie Julian, Breslau conosce la pittrice Madeleine Zillhardt. Tra le due si instaura una lunga e significativa relazione che le porta a stabilirsi insieme a Neullysur-Seine. Nei quarant'anni insieme Zillhardt diventa confidente e sostenitrice ma anche musa e modella preferita della pittrice. Il dipinto “Controluce” del 1888, che le rappresenta insieme, le vale la medaglia d'oro all'Expo di Parigi dell'anno successivo.
Durante la Prima guerra mondiale, le due rimasero nella loro casa fuori Parigi e sebbene si fosse naturalizzata in Svizzera molti anni prima, Breslau mostra la sua lealtà ai francesi. Dipinge numerosi ritratti di infermiere, medici e soldati francesi, che offre poi in dono alle loro famiglie come segno di riconoscenza e solidarietà. Dopo la guerra, si ritira dal pubblico e trascorre gran parte del suo tempo a dipingere fiori dal suo giardino e intrattenere gli amici.
Lo stato francese acquisisce molti dei suoi lavori, tra cui “Due ragazze sedute su una panchina”, “Il bambino pensieroso”, “Ragazze in un interno” e “Ragazzini”, quest'ultimo, per volere di Pierre Puvis de Chavannes, all'epoca presidente della Société Nationale des Beaux-Arts.
Nel 1890, diventa il primo membro femminile della giuria del Salon de la Société Nationale des Beaux-Arts. Inoltre, le è conferito il ruolo di Commissario Federale per la sezione elvetica dell'Esposizione Universale del 1900 e successivamente è insignita del titolo di Cavaliere della Légion d'Honneur, riconoscimento di prestigio per il suo contributo al mondo dell'arte, diventando la terza artista donna e la prima artista straniera a ottenerlo.
Louise Catherine Breslau muore nel 1927 dopo una lunga malattia, sepolta accanto a sua madre nella piccola città di Baden, nel Canton Argovia, in Svizzera. In un opuscolo sulla sua vita e sul suo lavoro, il critico d'arte Arsene Alexandre ha affermato che «Louis-Catherine Breslau sarà il prototipo di coloro che, seguendo la regola sacra formulata da Beethoven, 25 avranno dovuto passare attraverso la sofferenza per arrivare alla gioia, una gioia ammirevole ma poco invidiata»
Per volere testamentario, Madeleine Zillhardt ereditò gran parte del suo patrimonio. Mantenne viva la memoria della sua compagna e in seguito donò sessanta pastelli e disegni dell'artista al Musée des Beaux-Arts di Digione e pubblicò un libro su Louise Breslau intitolato “Louise Catherine Breslau et ses amis”.