Bonheur Marie-Rosalie

Varianti del nome: Rosa Bonheur


Luogo di nascita: Bordeaux


Data di nascita: 16 marzo 1822


Luogo di morte: Thomery


Data di morte: 25 maggio 1899

 

Ambito di attività: pittura (Realismo)


Qualifica: Pittrice

 

Periodo:  XIX secolo (seconda metà dell’800)

 

 
 
Bibliografia

- E. De Mirecourt, Rosa Bonheur, Gustave Havard, Parigi 1856 (leggi qui)

- M. L. Roger-Milès, Rosa Bonheur. Sa vie, son oeuvre, Société d'édition artistique, Parigi 1900 (leggi qui)

- M. L. Roger-Milès, Atelier Rosa Bonheur, Imprimerie Georges Petit, Parigi 1900 (leggi qui)

- W. Shaw Sparrow (a cura di), Women painters of the world. From the time of Caterina Vigri, 1413-1463, to Rosa Bonheur and the present, Hodder & Stoughton, Londra 1905

- A. Klumpke, Rosa Bonheur. Sa vie, son oeuvre, Flammarion, Parigi 1908 (leggi qui)

- T. Stanton, Reminiscences of Rosa Bonheur, D. Appleton and Company, New York 1910 (leggi qui)

- T. Stanton, Rosa Bonheur. Ein Lebensbild, Halle, Thamm 1914 - D. Digne, Rosa Bonheur ou l'insolence. L'histoire d'une vie. 1822-1899, Denoel, Parigi 1980

- D. Ashton, Rosa Bonheur. A life and a Legend, The Viking Press, New York 1981

- R. Shriver, Rosa Bonheur. With a checklist of works in American collections, Art Alliance Press, Philadelphia, Londra, Toronto 1982

- G. P. Weisberg, Rosa Bonheur. All nature's children, catalogo della retrospettiva organizzata dal Musee de l'Ecole Barbizon-Auberge Ganne di Barbizon e dal Dahesh Museum di New York, Washington Press, Portland 1996

- British and continental pictures including a collection of works by Rosa, Auguste and Juliette Bonheur, Sotheby's, Londra 2007

- M. Borin, Rosa Bonheur. Une artiste à l'aube du féminisme, Pygmalion, Parigi 2011

- G. Saint Bris, Rosa Bonheur, Groupe Robert Laffont, Parigi 2012

 
Biografia

Rosa Bonheur nasce nel 1822 a Bordeaux, in Francia, come Marie Rosalie Bonheur. È la primogenita di una famiglia di artisti: la madre, Sophie Marquis, era pittrice di porcellane, e il padre, Raimond Bonheur, era pittore.

É una bambina indisciplinata e ha difficoltà a imparare a leggere e scrivere, anche se passa ore e ore con carta e penna a fare schizzi. A scuola è considerata irrequieta ed è espulsa diverse volte: cosa che porta la madre a trovare metodi alternativi per insegnarle l’alfabeto, come disegnare un animale diverso per ogni lettera – l'artista dirà che da questa prima esperienza nacque il suo amore per gli animali.

Fin dall'infanzia, infatti, Rosa Bonheur dimostra una passione per gli animali e un talento innato per l'arte, passando ore a osservare e disegnare gli animali della fattoria di famiglia. All'età di dodici anni, riconoscendo le sue abilità, il padre le insegna le prime nozioni sulla pittura, portando a volte animali vivi nello studio così da poterli osservare e studiare da vicino. Bonheur ha uno sguardo scientifico su di loro e dopo averli disegnati dal vero e abbozzati in gesso, all'età di quattordici anni, sente l’urgenza di fare un passo in più. Frequenta la scuola veterinaria di Parigi dove va per dissezionare e scrivere analisi dettagliate sugli animali, che in seguito utilizzerà come riferimento per i suoi dipinti e le sue sculture.

Rosa Bonheur riceve dal padre e dalla madre una formazione artistica completa, ma la sua vera ispirazione viene dai numerosi viaggi in Francia e all'estero. Visita i grandi mercati di bestiame, le fiere di animali e le scuderie delle riserve di caccia, per cui era costretta a 21 chiedere un’autorizzazione speciale alla polizia – all’epoca per le donne era proibito frequentare questi posti. Tuttavia, Rosa Bonheur, anticonvenzionale e intraprendente, sentiva la necessità di studiare da vicino gli animali.

Nel 1841, all'età di 19 anni, espone il suo primo lavoro al Salon di Parigi, un quadro intitolato "Due conigli": lo stile realista e dettagliato attirò subito l'attenzione dei critici e del pubblico, e il suo successo iniziò a crescere non solo a Parigi. Nel 1848, vince la medaglia d'oro all'Esposizione Universale, riconoscimento che le aprì molte porte e le garantì la protezione dell'Imperatrice Eugenia che nel 1865, le consegnò il titolo di Cavaliere della Legion d'Onore, diventando la prima donna a ottenere tale onorificenza, segno della sua carriera artistica straordinaria e del suo impegno nel promuovere il ruolo delle donne nell'arte.

L'essere umano non è assente dalla pittura di Bonheur, ma svolge il più delle volte il ruolo di compagno del vero soggetto che rimane l'animale. Ne è un esempio “La fiera dei cavalli”, un dipinto che possiede una grande forza attrattiva e che coinvolge vigorosamente l’osservatore. Ciò che più colpisce dell’opera sono la sensazione di dinamicità ed energia che emerge dalla scena, e la raffinatezza e la cura usata dall’artista. L’opera è più che realistica e coinvolge totalmente lo spettatore per la precisione scientifica dei dettagli.

La caratteristica distintiva del lavoro di Bonheur è il realismo anatomico e dettagliato. È nota per la sua abilità nel catturare l'essenza di ogni creatura animale; infatti, le sue opere sono state spesso descritte come un "catalogo vivente" di animali, tanto era la precisione delle sue rappresentazioni.

La vita personale di Rosa Bonheur è affascinante tanto quanto il suo lavoro. Si vestiva abitualmente con abiti da uomo, fumava in pubblico e non nascondeva il suo orientamento sessuale. L’ultimo anno della sua vita lo passa nella sua grande tenuta a Thomery, vicino a Fontainebleau dove, oltre allo studio, aveva una sorta di "zoo" privato con animali, o meglio modelli per le sue opere. Con lei anche Anna Elizabeth Klumpke, un’artista americana che nel 1898 propose a Bonheur di farle un ritratto e da quel momento non si separarono più.

Rosa Bonheur muore nel 1899 all'età di 77 anni. Nel testamento, firmato l’8 novembre 1898, nomina Klumpke, “compagna e collega pittrice e mia amica”, erede universale e aggiunge per la famiglia una nota: “Dichiaro a chi mi ha giudicato molto ricca, che non avendo abbastanza beni da distribuire alla mia famiglia, per la quale ho fatto del mio meglio prima e dopo la morte di mio padre, ho stimato di avere il diritto, non dovendo nulla a nessuno, di proporre a Mademoiselle Anna-Elisabeth Klumpke, che svolge la mia stessa professione, che ha già da sé una posizione molto onorevole… di dividere la mia vita e di 22 restare con me, ricompensandola e garantendola, poiché, per vivere con me lei ha sacrificato la sua posizione personale che già si era assicurata”

Oggi l'atelier di Rosa Bonheur è aperto al pubblico come Musée de l'atelier Rosa Bonheur di By.