Blank Irma

Luogo di nascita: Celle

 

Data di nascita: 1934

 

Ambito di attività: pittura e scrittura (arte concettuale)

 

Ambito geografico di appartenenza: centro Italia (Milano)

 


Qualifica: Artista

 

Periodo: XX e XXI secolo

 

 
 
Bibliografia

- G. Dorfles, I. Blank, catalogo della mostra alla Galleria Cenobio Visualità, 1974, Grafiche A. Nava, Milano 1974

- I. Blank, Irma Blank, Geiger, Torino 1975

- G. Ballo, G. Dorfles, L'immagine spaziale, Carte segrete, Roma 1981

- G. Dorfles, A. Veca, Irma Blank, catalogo della mostra all’Associazione culturale L'Officina di Trieste, novembre 1983, Grafiche Scotti, Milano 1983

- G. Verzotti, Irma Blank: libri e giornali. Goethe-Institut Milano - Biblioteca Nazionale Braidense, catalogo della mostra alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, dicembre 1984

- G. M. Accame, Irma Blank, catalogo della mostra allo Spazio temporaneo a Milano, 1988

- Stanze del tempo. Irma Blank, catalogo della mostra a San Carpoforo, Centro internazionale Brera, febbraio 1988, Goethe-Institut, Milano 1988

- L. Caramel, Irma Blank: abecedarium, catalogo della mostra allo Spazio temporaneo di Milano, 1991

- L. Vergine, Irma Blank: blue Carnac e storie e simili, catalogo della mostra al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano, 8 ottobre - 8 novembre 1992, Leonardo De Luca, Roma 1992

- I. Blank, Exempla, Belforte, Livorno 1995

- M. Graffi, Irma Blank. Hyper-text, catalogo della mostra alla Galleria Maria Cilena di Milano, marzo 2002, Colpo di Fulmine Edizioni, Verona 2002

- G. Dorfles, Irma Blank. Avant-testo, catalogo della mostra allo Spazio temporaneo di Milano, novembre 2002, Morgana Edizioni, Firenze 2002

- F. Tedeschi, Irma Blank. Trascrizioni 1973-1979: libri, giornali, pagine, registrazioni sonore, documenti, catalogo della mostra alla Libreria Galleria Derbylius di Milano, 17 ottobre - 30 novembre 2006, Derbylius, Milano 2007

- I. Blank, C. Cerritelli, Irma Blank. Horizont, catalogo della mostra allo Spazio temporaneo di Milano, 23 aprile - 16 maggio 2009, Morgana Edizioni, Firenze 2009

- F. Sardella, Irma Blank. Writings, catalogo della mostra alla Galleria Peccolo di Livorno, marzo 2011

- L. Cerizza, Irma Blank. Senza parole, catalogo della mostra alla Galleria P420 di Bologna, 26 gennaio - 3 marzo 2013, Bologna 2013

- Irma Blank. Breath paintings, catalogo della mostra alla Galleria Mostyn di Llandudno, 14 novembre 2014 - 1° marzo 2015, Cura.Books, Roma 2015

- Irma Blank. Papier-arbeiten aus der Sammlung Museion, catalogo della mostra al Museion di Bolzano, 2017

- Irma Blank. painting between the lines, catalogo della mostra alla Galleria Luxembourg & Dayan di New York, 2019

- J. Carrier, J. P. R. Neves, Irma Blank, catalogo della mostra itinerante tenuta a Lisbona, Ginevra, BordauxTel Aviv, Bellinzona, Valenza e Milano tra il 2019 e il 2022, Koenig Books, Londra 2019

- Irma Blank. Eigenschriften, pubblicazione a cura dell’Archivio Irma Blank, Sternberg Press, Berlino 2019

 
Biografia

Artista di origine tedesca, Irma Blank nasce nel 1934 a Celle e si trasferisce in Italia, più precisamente a Siracusa, nel 1955, dove rimane per quasi vent’anni – ricorderà in diverse occasioni questa parentesi sicula come la più bella della sua vita. Negli anni Settata si sposta a Milano dove ha finalmente l’occasione di condividere il suo fare con gli esponenti delle avanguardie di matrice minimalista e concettuale, un dialogo rigoglioso che tanto le era mancato in Sicilia.

Per lo sviluppo della sua poetica lo sradicamento geografico, culturale e linguistico è stato determinante. Il lavoro dell’artista, infatti, è legato con tenacia alla sua storia personale e scaturisce dalla sua esperienza di migrazione così come dall’influenze artistiche dell'epoca.

Fin da subito Irma Blank rivolge la propria attenzione, come lei stessa afferma, «verso la scrittura, che spoglia del senso per caricarla di altre valenze. Una scrittura purificata dal senso, un segno autonomo che dà voce al silenzio». L’artista opera sul filo sottile della dialettica tra scrittura e disegno, in una ricerca linguistica, o meglio prelinguistica, che si colloca nell’ambito dell’arte concettuale, terreno fertile in cui sperimenta restando però un caso indipendente.

Dagli anni Sessanta si interroga sulla potenza del segno a diventare altro da sé, in un rituale paziente e devoto nel quale il fruitore si immerge galleggiando nell’immaterialità. I primi cicli dall’artista sono gli Eigenschriften (Scritti personali), pagine completamente riempite da «scritture asemantiche», come le ha definite Gillo Dorfles.

Queste forme, cariche di emotività e silenzio, sono ripetute per una vita intera da Blank che riconosce in quel reiterare grafico un bisogno spirituale che sembra scandire il tempo del suo operare e del suo vivere: «Mi accorgevo che scrivevo ed espiravo. E allora ci ho fatto caso… Ogni segno corrisponde al ritmo della respirazione, cioè scrivere è essere, e vivere. Non c’è più distanza tra fare ed esistere: si fa perché si esiste. E si esiste facendo».

Con Trascrizioni, ricerca iniziata nel 1974, Irma Blank scrive, respira, ripete e medita, creando un alfabeto privato e inizialmente indecifrabile che l’osservatore può comprendere solo sincronizzando il suo respiro con quello dell’artista. In questa serie Blank riempie sistematicamente di segni grafici le pagine di libri reali trasformando ed elevando quindi l’oggetto originale. Crea un nuovo dizionario di segni e un linguaggio fortemente intimista, una scrittura «purificata dal senso, un segno autonomo che dà voce al silenzio.» (Cerizza, 2013).

Carte, fogli, tele, libri sono le superfici su cui si gioca il rapporto tra segno e tempo per l’artista. Inchiostro, china, penna biro, pastello, acquerello, acrilico sono gli strumenti attraverso cui i segni occupano le superfici che a loro volta registrano il tempo del gesto.

«Dopo circa dieci anni di Trascrizioni una grande inquietudine annunciava cambiamenti. Incominciavo a interessarmi al rapporto interpersonale: fra me e te, la tensione, la propensione verso l’altro. Mi serviva un segno estensivo, radicale, in tensione fra due poli, l’inizio e la fine, pieno e vuoto, la nascita e la morte. La tensione verso il compimento». Questo cambiamento descritto dall’artista avviene tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta quando i pastelli, l’inchiostro e la china su carta o pergamena, finora utilizzati, sono sostituiti con colori acrilici e oli aprendo ufficialmente la strada alla sperimentazione pittorica. E se agli esordi aveva preferito il blu, il nero, ma anche il rosso – colori della scrittura – negli anni l’artista si apre progressivamente a tinte nuove come il rosa e il viola.

Hyper-Text, uno dei suoi ultimi cicli, è uno sguardo sulla società attuale: «Scrittura non verbale, scrittura che rimane in silenzio, verità originaria. La scrittura diventa immagine, manifestazione dell’essere, dell’esser-ci, nell’assolutezza senza forma. Un testo aperto. Un testo per tutti. Per coloro che sanno leggere e per quelli che non sanno leggere. Faccio slittare il testo dalla letteratura alle arti visive. Intanto anche nel mondo che ci circonda l’immagine tende a sostituire la parola. Invasivamente. La televisione e la pubblicità ne sono esempio. Scrittura, luogo di perdizione e di ritrovamento.» (Blank, 2001). Qui l’artista sovrappone, con la tecnica serigrafica, il testo da lei scritto in tre lingue con lo scopo di impedirne la leggibilità. Utilizza una scrittura semantica, le cui lettere sono tanto sovrapposte da rendere impossibile la lettura.

I suoi libri d’artista sono stati esposti in istituzioni di rilievo come il Museum of Modern Art di New York e la Bibliothèque Nationale de France, e le sue opere sono entrate a far parte di importanti collezioni private e pubbliche, tra cui quella del Museo del Novecento di Milano, del Museion di Bolzano e del MART di Rovereto.

 

Si consiglia di consultare il sito della Galleria P420 di Bologna, per una biografia e una bibliografia critica, completa e aggiornata.