Barrachis, de' Andriola

Ambito di attività: Pavia 1489 ?

Qualifica: Pittrice - Committente

Periodo: Umanesimo e Rinascimento 

 
 
Bibliografia
  • C. Magenta, I Visconti e gli Sforza nel Castello di Pavia, vol. I, Milano 1883, p. 15
  • Guida del Famedio di Pavia, pp. 85-86
  • G. Bernardini, I dipinti nel Museo Civico di Pavia, in “Rassegna d’Arte”, a. I, n. 10, ottobre 1901, pp. 151-154, in particolare p. 152
  • R. Majocchi, I migliori dipinti di Pavia, Pavia 1903, pp. 32, 34
  • F. Malaguzzi-Valeri, Maestri minori lombardi, in “Rassegna d’Arte”, a. V, n. 6, giugno 1905, pp. 88-92, in particolare p. 90
  • G. Natali, Artiste pavesi, in “Rassegna d’Arte”, a. X, n. 2, febbraio 1910, p. 22
  • R. Maiocchi, Codice diplomatico artist. di Pavia dall’anno 1330 all’anno 1550, Pavia 1937-49
  • M. Natale, Mus. d’Art et d’Hist. Peint. ital. du XVI au XVIII s., Genf 1979
  • Voce, in Allgemeines Lexicon der Bildenden Kunstler von der Antike bis zur Gegenwart, vol. II, a cura di U. Thieme- F. Becker, Leipzig 1908, pp. 452-453
  • Dario Morani, Dizionario di pittori pavesi, Milano 1948, p. 18
  • G. Greer, Le tele di Penelope: le donne e la pittura attraverso i secoli, Milano 1980 (ed. originale 1979), p. 176-178, 348 nota 17, fig. 2
  • M. G. Albertini Ottolenghi, in Pavia: Pinacoteca Malaspina, Milano 1981, pp. 128, 159-160
  • M. Tanzi, Da Vincenzo Foppa al Maestro delle Storie di Sant’Agnese (1458-1527); e schede, in Pittura a Pavia dal Romanico al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano 1988, pp. 77, 118 tav. 38, p. 122 tav. 42, p. 127 tav. 47, pp. 210-211, 213
  • A. Del Giudice, Voce, in Allgemeines Kunstlerlexikon die Bildenden Kunstler aller Zeiten und Volker, vol. VII, Leipzig 1993, pp. 143-144; Kate Lowe, Elections of Abbesses and Notions of Identity in Fifteenth- and Sixteenth-Century Italy, with Special Reference to Venice, in Renaissance Quarterly, LIV, 2, Summer 2001, pp. 389-429, in particolare pp. 419-421
 
Biografia

Di nobile famiglia pavese, fu badessa del monastero benedettino di San Felice a Pavia, nel quale dal 1446 era entrata come monaca. Nel 1504 risulta “decrepita” e gravemente malata, secondo le accurate indagini documentarie di Maiocchi (1937-1949). Da un codice del 1490, che tra i manoscritti della Biblioteca Universitaria di Pavia porta il n. 362, risulta che la Barrachi fece riedificare tutto il monastero di San Felice. Un capitello del portico del monastero di San Felice (poi orfanotrofio femminile) reca ancora questa iscrizione: “D. Andriola de Barrachis abbatissa fecit fieri 1500”. Mentre risulta documentata la sua esistenza come religiosa, nessuna notizia riguarda la sua attività di pittrice: l’unica prova della sua carriera artistica è rappresentata dalla scritta presente in una pala oggi nel Museo Civico di Pavia. Nella Madonna col Bambino in trono e quattro monache benedettine (inv. 182),infatti, la targa recita: “OPUS REVEREN.DNE. AND/RIOLE DE BARRACHIS HU/IUS MONASTERII ABBATISE/1489”. Secondo Marco Tanzi (1988, pp. 210-211) è verosimile che la badessa sia stata solo la committente dell’opera, e non l’autrice. Di conseguenza, Tanzi la assegna ad un generico Maestro di Andriola de’ Barrachis, con il quale identifica anche l’autore del Cristo morto sorretto dalla Vergine e da san Giovanni Evangelista (Pietà), sempre al Museo Civico di Pavia (inv. 132), già attribuito alla badessa. Tanzi informa anche di una comunicazione scritta di Giovanni Romano nella quale lo studioso, attorno alla pala della Madonna col Bambino e monache, raccoglie un omogeneo gruppo di opere, fra cui la stessa Pietà di Pavia: sarebbero una Testa di Santa coronata, conservata presso la Civica Raccolta del Castello Sforzesco di Milano, e una Crocifissione nel Museo di Ginevra. Tutte queste opere vengono cautamente non più ritenute di mano di Andriola.

 
 
Opere attualmente reperibili

PAVIA

  • Pinacoteca Malaspina, Museo Civico - 1489, Andriola de' Barrachis o "Maestro di Andriola de' Barrachis", Madonna col Bambino in trono e quattro monache benedettine, firmato e datato (iscrizione apocrifa?)