Ambito di attività: Pavia 1489 ?
Qualifica: Pittrice - Committente
Periodo: Umanesimo e Rinascimento
Di nobile famiglia pavese, fu badessa del monastero benedettino di San Felice a Pavia, nel quale dal 1446 era entrata come monaca. Nel 1504 risulta “decrepita” e gravemente malata, secondo le accurate indagini documentarie di Maiocchi (1937-1949). Da un codice del 1490, che tra i manoscritti della Biblioteca Universitaria di Pavia porta il n. 362, risulta che la Barrachi fece riedificare tutto il monastero di San Felice. Un capitello del portico del monastero di San Felice (poi orfanotrofio femminile) reca ancora questa iscrizione: “D. Andriola de Barrachis abbatissa fecit fieri 1500”. Mentre risulta documentata la sua esistenza come religiosa, nessuna notizia riguarda la sua attività di pittrice: l’unica prova della sua carriera artistica è rappresentata dalla scritta presente in una pala oggi nel Museo Civico di Pavia. Nella Madonna col Bambino in trono e quattro monache benedettine (inv. 182),infatti, la targa recita: “OPUS REVEREN.DNE. AND/RIOLE DE BARRACHIS HU/IUS MONASTERII ABBATISE/1489”. Secondo Marco Tanzi (1988, pp. 210-211) è verosimile che la badessa sia stata solo la committente dell’opera, e non l’autrice. Di conseguenza, Tanzi la assegna ad un generico Maestro di Andriola de’ Barrachis, con il quale identifica anche l’autore del Cristo morto sorretto dalla Vergine e da san Giovanni Evangelista (Pietà), sempre al Museo Civico di Pavia (inv. 132), già attribuito alla badessa. Tanzi informa anche di una comunicazione scritta di Giovanni Romano nella quale lo studioso, attorno alla pala della Madonna col Bambino e monache, raccoglie un omogeneo gruppo di opere, fra cui la stessa Pietà di Pavia: sarebbero una Testa di Santa coronata, conservata presso la Civica Raccolta del Castello Sforzesco di Milano, e una Crocifissione nel Museo di Ginevra. Tutte queste opere vengono cautamente non più ritenute di mano di Andriola.
PAVIA