Accardi Carolina

Varianti del nome: Carla Accardi


Luogo di nascita: Trapani


Data di nascita: 9 ottobre 1924


Luogo di morte: Roma


Data di morte: 23 febbraio 2014

 

Ambito di attività: pittura (astrattismo)

 

Ambito geografico di appartenenza: centro Italia (Roma)


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: XX e XXI secolo

 

 
 
Bibliografia

 

- C. Accardi, U. Attardi, P. Consagra, P. Dorazio, M. Guerrini, A. Perilli, A. Sanfilippo, G. Turcato, Noi ci proclamiamo formalisti e marxisti, in «Forma 1 - mensile di arti figurative», 15 marzo 1947, Roma

- E. Prampolini, Accardi, Attardi, Sanfilippo, catalogo della mostra alla Galleria Bergamini di Milano, 18 febbraio - 2 marzo 1950

- G. Turcato, Carla Accardi. 15 tempere, catalogo della mostra alla Galleria Age d’Or di Roma, 16 novembre - 1° dicembre 1950

- A. Menzio, Accardi, catalogo della mostra alla Galleria Il Pincio di Roma e alla Galleria Il Cavallino di Venezia, 5-23 luglio 1952

- M. Tapié, Carla Accardi, in «I 4 soli - rassegna d’arte attuale», n. 4-5, luglio-ottobre 1957

- M. Tapié, Accardi, catalogo della mostra alla Galleria dell’Ariete di Milano, dal 4 ottobre 1957

- L. Venturi, Nuove tendenze dell’arte italiana, in H. Read, M. Tapié, Rome-New York Art Foundation, catalogo della mostra alla Rome-New York Art Foundation, luglio 1957, Istituto grafico tiberino, Roma 1958

- M. Tapié, The International Art of New Era. U.S.A., Japan, Europe, catalogo del Osaka International Festival, 12-20 aprile 1958

- E. Crispolti, Appunti per una storia del non figurativo in Italia, in «Problemi di Ulisse», n. XXXIII, vol. 6, Sansoni, Firenze 1959

- P. Restany, Accardi. Opere recenti, catalogo della mostra alla Galleria La Salita di Roma, dal 9 dicembre 1959

- C. Accardi, Siamo contro ogni super-potere, in «l’Avanti!», Roma, 19 novembre 1963

- M. Calvesi, Intervista con i pittori. Carla Accardi, in «Marcatrè», a. II, n. 8-9-10, luglio-agosto-settembre 1964, Milano-Roma

- C. Lonzi, Carla Accardi, testo pubblicato in occasione della XXXII Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 20 giugno - 18 ottobre 1964

- G. Dorfles, Accardi, catalogo della mostra alla Galleria Notizie di Torino, 16 ottobre - 15 novembre 1964

- M. Fagiolo dell’Arco, L’ottica futurista di Carla Accardi, in «Rapporto ‘60», Roma 1966

- A. Perilli, Noi, pittori di “Forma 1”, in «Corriere della Sera», 19 dicembre 1978, Milano

- M. Volpi Orlandini, Forma 1 trent’anni dopo, catalogo della mostra alla Galleria Editalia/Qui Arte Contemporanea di Roma, 6 dicembre 1978 - 20 gennaio 1979

- G. Verzotti, Carla Accardi, in «Flash Art», n. 102, marzo-aprile 1980, Milano

- A. Bonito Oliva, Carla Accardi. L’Arte: il campo del togliere, catalogo della mostra all’Agenzia d’Arte Moderna di Roma, dal 24 aprile 1982

- C. Levi, Carla Accardi, catalogo della mostra al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, 21 aprile - 23 maggio 1983

- P. Bucarelli, Carla Accardi. Opere 1965-1983, catalogo della mostra a La Salerniana, Ex Convento San Carlo, Erice, 1983

- B. Corà, Carla Accardi, in «Flash Art», n. 125, marzo 1985, Milano

- I. Gianelli, G. Verzotti, Carla Accardi, catalogo della mostra al Museo d’Arte Contemporanea Castello di Rivoli, 24 giugno - 28 agosto 1994

- G. M. Accame, Carla Accardi. Una forma d’esistenza, catalogo della mostra alla Fumagalli Arte Contemporanea di Bergamo, 20 gennaio - 1° marzo 1996

- G. Celant, Carla Accardi, Charta, Milano 1999

- R. Barilli, L. Durante, Carla Accardi. Premio Artista dell’anno 2001, catalogo della mostra a Palazzo Crepadona-Galleria Civica di Belluno-Cortina d’Ampezzo, 4 agosto - 22 settembre 2001

- L. Bossé, H. U. Obrist, Carla Accardi, catalogo della mostra al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 17 gennaio - 3 marzo 2002

- A. M. Boetti Sauzeau, Carla Accardi (1924), in E. Roccella, L. Scaraffia, 3: Dagli anni Cinquanta ad oggi, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma 2004

- D. Eccher, Carla Accardi, catalogo della mostra al MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma, 19 settembre 2004 - 9 gennaio 2005, Mondadori Electa, Milano 2005

- D. Eccher, Carla Accardi, in Carla Accardi, catalogo della mostra a cura di D. Eccher al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, 19 settembre 2004 - 9 gennaio 2005, Mondadori Electa, Milano, 2004, pp. 20-35 (leggi qui)

- P. Vagheggi, La vita non è arte. L’arte è vita, intervista a Carla Accardi, in Carla Accardi, catalogo della mostra a cura di D. Eccher al MACRO Museo d’Arte Contemporanea Roma, 19 settembre 2004 - 9 gennaio 2005, Mondadori Electa, Milano, 2004, pp. 96-121 (leggi qui)

- D. Soutif, La vie en rose. Carla Accardi, Triplice tenda, 1969-1971, in «Les Cahiers du Musée National d’art moderne», Centre Pompidou de Paris, n. 98, inverno 2007, Parigi

- G. Celant, Carla Accardi. La vita delle forme / The Life of Forms, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2011

- L. Cherubini, Carla Accardi. Smarrire i fili della voce, catalogo della mostra al Borgo Medievale di Castelbasso-Palazzo Clemente, 29 giugno - 2 settembre 2012, Maretti editore, Imola 2012 (leggi qui)

- L. Cherubini, Accordi – Accardi, catalogo della mostra alla Galleria Valentina Bonomo di Roma, dal 28 febbraio 2015

- H. U. Obrist, Intervista a Carla Accardi, in «Flash Art», 14 dicembre 2016 (leggi qui)

- L. Iamurri, Una cosa ovvia. Carla Accardi, Tenda, 1965-66, in L’uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità, nuova serie, anno XIII n. 13, dicembre 2016, Mimesis edizioni, Milano 2016

- M. Meneguzzo, F. Sardella, Carla Accardi, Francesco Impellizzeri. Prismatica, Carlo Cambi Editore, Poggibonsi 2019

- M. G. Messina, A. M. Montaldo, Carla Accardi. Contesti, catalogo della mostra al Museo del Novecento di Milano, 27 marzo - 30 agosto 2020, Electa, Milano 2020

- S. Troisi, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo: l'avventura del segno, Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2020

- M. Rowell, Carla Accardi Dadamaino: Between sign and transparency-Entre signe et transparence, catalogo della mostra alla Tornabuoni Gallery di Parigi, Forma Edizioni, Firenze 2021

- C. Lonzi, Self-portrait, traduzione a cura di Allison Grimaldi Donahue, Divided, Bruxelles-Londra 2021

- S. Chiodi, B. Pietromarchi, senzamargine. Passaggi nell’arte italiana a cavallo del millennio, catalogo della mostra al MAXXI di Roma, Marsilio, Venezia 2021

 
Biografia

Carla Accardi nasce a Trapani nel 1924. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo e poi di Firenze, si trasferisce a Roma dove entra in contatto con gli interpreti del panorama artistico-culturale della capitale, che erano soliti incontrarsi nello studio di Renato Guttuso in via Margutta. Nel 1947 aderisce alla corrente del Formalismo e due anni dopo firma il manifesto del Gruppo Forma 1, accanto ad artisti che come lei si proclamavano «avanguardisti di ispirazione marxista». Forma 1 considerava le linee geometriche come pura forma verso l'astrazione e il formalismo e rifiutava ogni legame di continuità con la pittura italiana degli ultimi vent'anni.

La personalità di Accardi, unica donna del gruppo, si distingue fin da subito. La sua pittura è riconosciuta ben presto anche dalla critica, nello specifico da Michel Tapié che la inserirà tra le protagoniste della sua teorizzazione dell’art autre, la nuova tendenza artistica che si andava affermando in Europa e negli Stati Uniti negli anni Cinquanta, nota anche come informale.

In seguito allo scioglimento del gruppo, Accardi prosegue nella sua ricerca astratta concentrandosi prima su pitture bianche e nere – I Negativi – e poi sugli effetti ottici generati dalle composizioni di colori contrastanti e luminescenti.

La sua complessa grammatica pittorica esordisce per la prima volta nelle sale espositive della Galleria Libreria Age d’Or di Roma (1950). In questa occasione il lavoro dell’artista è presentato dal compagno artista e amico Giulio Turcato che ne scrive: «A parer mio in questi guazzi della Accardi, per esempio nella tempera 6, per la prima volta possiamo vedere come una donna concentri sul rosso una determinata composizione; e nella tempera 5 come non è affatto vero che una pittrice debba essere delicata a tutti i costi; anzi possa benissimo esprimere un pensiero con forza e un giudizio sulla forma più di un qualsiasi altro pittore.» (1952).

Accardi, si impegna fin da subito per abbattere molti pregiudizi, primi fra tutti l’associazione donna e delicatezza e quell’idea di realismo che lega sempre la forma e la composizione a contenuti ben riconoscibili, tradizionalmente definiti figurativi. L’artista sceglie quindi di lavorare su forme poco decifrabili, con una pittura coraggiosa e sperimentale che presto raggiungerà una certa notorietà, seppur in un periodo storico in cui la pittura è di competenza pressoché maschile. Donna grintosa, emotiva, misteriosa e alla persistente ricerca e scoperta di sé, Carla Accardi ha saputo crearsi un importante spazio in quell’universo, da lei con forza contestato, in cui «l’arte è sempre stata il reame dell’uomo.» (Accardi, 1966).

Le sue prime opere, fortemente cromatiche, sono esposte alla Parma Gallery di New York (1961) e al New Vision Center di Londra (1961), ma solo grazie alla visibilità datale alla Biennale di Venezia del 1964 la sua ricerca sistematica si afferma maggiormente a livello estero, riscuotendo un successo notevole e investendola di un ruolo preminente all’interno della situazione internazionale della pittura segnica.

La volontà di esaltare il rapporto tra segno e colore la conduce negli anni Settanta alla necessità di superare la tela, andare oltre al piano, per costruire ambienti attraversabili e in alcuni casi abitabili, come la serie Tende e le installazioni con fogli sicofoil trasparenti. Questo bisogno di evoluzione della poetica del segno e di superamento della superficie piana è costante in Accardi, e negli anni Ottanta la sua sperimentazione si spinge ancora più in là, giungendo alla tela grezza, animata con grandi tracce monocrome.

L’artista, durante una lunga conversazione con Walter Guadagnini, curatore e critico specializzato in fotografia, affermò: «Dicevamo prima della coesistenza tra il mondo antropologico e quello astratto; anche per il supporto l’idea è simile: alcuni quadri non sono interamente dipinti, lasciano vedere la tela grezza, mentre altri sono saturati dal colore in ogni loro parte. Così il segno è alle volte più libero, meno controllato, altre invece è più disegnato, più chiaramente delineato nella sua forma. D’altra parte, la mia pittura non può arrestarsi su un problema, porlo e definirlo una volta per tutte. Mi piace ruotare attorno a questo problema, vederne le diverse, possibili soluzioni, essere coerente e, al tempo stesso, in grado di cambiare.» (1989).

Il linguaggio espressivo di Accardi, dunque, è frutto di un’ininterrotta ricerca sui nuovi materiali, come plastiche e colori fluorescenti, sullo sconfinamento spaziale, sui sicofoil trasparenti e pure sul contesto storico e politico in cui vive, legato anche alla sua militanza femminista. L’artista, infatti, contribuisce alla nascita del movimento femminista in Italia, grazie alle iniziative del gruppo Rivolta femminile, da lei costituito nel 1970 insieme a Carla Lonzi ed Elvira Banotti. Una militanza vissuta con autonomia la sua, approfondendo soprattutto i temi dell’identità, della differenza e della creatività femminile.

Numerose sono le mostre personali in questi anni, come quelle del 1983 alla Pinacoteca Comunale di Ravenna e al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano. Nel 1993 Achille Bonito Oliva la invita alla Biennale di Venezia, dove l’artista espone le sue tele di grandi dimensioni in una sala personale. L’anno seguente invece, il Castello di Rivoli la omaggia con un’ampia retrospettiva delle sue opere, a cura di Ida Gianelli e Giorgio Verzotti. Durante il ricco e intenso percorso artistico l'attività espositiva di Carla Accardi ha sempre avuto una notevole importanza, autentica testimonianza della costante evoluzione dei suoi lavori e del suo spirito curioso ed errante.

Il colore e la componente segnica, paradigmi essenziali della sua arte, sono espressione di un approccio nuovo alla pittura, che incoraggia il suo osservatore nell’andare ben oltre la bella forma, perché come amava dire «un dipinto deve dirti quello che vuole dirti in brevissimo tempo e deve riuscirci attraverso una sensazione. Questa sensazione, a parer mio, è legata all’idea di un piacere dell’occhio.» (1989).

Carla Accardi è stata una vera e autentica interprete del suo tempo, spirito inquieto alla ricerca di nuove frontiere del fare. Si è impegnata nel campo delle arti visive, in una ricerca sul segno e sul colore che ha portato avanti fino agli ultimi giorni di vita, e nel campo politico-sociale, due aspetti inscindibili del suo essere donna artista.

Si è spenta a Roma il 23 febbraio 2014.

Si consiglia di consultare il sito dell’Archivio Accardi Sanfilippo, per una biografia e una bibliografia critica, completa e aggiornata.