È stato presentato il 16 novembre scorso, il Rapporto annuale sulla protezione internazionale in Italia, realizzato per il terzo anno da ANCI, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in collaborazione con l'UNHCR.
Il Rapporto fa il punto sul fenomeno dei migranti forzati nel mondo e su quello dei richiedenti protezione internazionale in Italia ed Europa, con un importante focus sulla salute mentale dei migranti e diverse raccomandazioni all'Europa e all'Italia.
A livello mondiale, si legge nel Rapporto, si sono contati, nel 2015 oltre 65 milioni migranti forzati nel mondo, di cui 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo. Il 98% dei rifugiati si trovano in regioni in via di sviluppo. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte. La Siria è il primo paese di origine, con 4,9 milioni di rifugiati.
In Europa, nel 2015, sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale: un valore più che raddoppiato rispetto all'anno precedente. La Germania, con 476.620 domande presentate (pari al 36% delle istanze in UE) si conferma il primo paese per richieste di protezione internazionale, seguita da Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Questi primi cinque paesi raccolgono il 74,8% delle domande presentate nell'Unione Europea.
Alla fine di ottobre 2016 si contano 4.899 persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa, di queste 3.654 nel Mar Mediterraneo.
Dopo lo sbarco nel 2014 di 170 mila persone, l'Italia appresta a chiudere il 2016 con numeri che superano sostanzialmente quelli degli anni precedenti.
Complessivamente – si legge nel Rapporto - alla fine di ottobre 2016, risultavano essere arrivate in Italia, quasi tutte dalla Libia, 159.432 persone, di cui tre quarti di sesso maschile e il 12,1 % minori non accompagnati.