Performing Resistance. Dialogues on Arts, Migrations, Inclusive Cities

 
 

Dal 16 al 20 giugno dialoghi, incontri e seminari digitali per indagare il rapporto tra arti, migrazioni e cittadinanze

Dialoghi, incontri e seminari online con studiosi, curatori e artisti internazionali, gratuiti e aperti a tutti in streaming su Facebook e Youtube: è il ricco programma previsto per Performing Resistance. Dialogues on Arts, Migrations, Inclusive Cities, che si terrà dal 16 al 20 giugno. Organizzato da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna e Cantieri Meticci, Performing Resistance si inserisce all’interno del programma della terza edizione di Atlas of Transitions Biennale, il festival dedicato alle migrazioni e realizzato a Bologna nell’ambito del progetto Creative Europe “Atlas of Transitions, New Geographies for a Cross-Cultural Europe”.

Performing Resistance è la riconfigurazione di una Summer School Internazionale che, prima della crisi coronavirus, doveva rivolgersi a 30 partecipanti selezionati attraverso un bando pubblico. La risposta e l’interesse riscontrato sono stati straordinari: più di 130 persone, da Cuba all’Afghanistan, dal Brasile al Messico, hanno sottoposto la propria candidatura. L’attuale situazione ha però spinto il gruppo di lavoro, guidato da Pierluigi Musarò (Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna) a invertire il piano e quindi a riformularne una dimensione online.

Le giornate di Performing Resistance si pongono l’obiettivo di indagare il rapporto tra arti, migrazioni e cittadinanze, riflettendo su come le pratiche performative siano capaci di creare spazi di resistenza, forme di sovversione, narrazioni altre, processi collettivi di riappropriazione e immaginazione dello spazio pubblico; fino a giungere all’attuale situazione di crisi per riflettere criticamente sui confini e la mobilità.

Il programma è composto da due lezioni al giorno in inglese, più una lezione organizzata da uno dei partner internazionali di Atlas of Transitions (Théâtre de Liège, Powszechny Theatre di Varsavia, Le Channel di Calais con l’Università di Lille e Tjeter Vizion di Elbasan, Albania) in una lingua europea: un modo per abbracciare la ricchezza culturale e creativa del network che ha dato vita al progetto. Ogni incontro, della durata di un’ora, sarà caratterizzato da uno spazio dedicato al pubblico di ascoltatori, che potrà partecipare con domande e commenti.