Scopo del progetto pilota "A casa mia", promosso dall’associazione di mediatrici interculturali Amiss, con Asp e Comune di Bologna, è aiutare gli adolescenti senza genitori a crearsi una rete sociale e offrire a questi ragazzi la possibilità di conoscere la città in cui si trovano a vivere.
Si stima che siano 378 i minori, per lo più stranieri e adolescenti, accolti nelle strutture del Comune perché privi di famiglia o con madri sole o genitori che non possono seguirli.
La maggior parte dei minori accolti alla data del 31 ottobre nelle strutture bolognesi ha dai 14 ai 17 anni. Vengono dai paesi dell’Est, dall’Africa, dal Bangladesh. Quelli che hanno affrontato lunghi viaggi e sono arrivati via mare da marzo 2015 a febbraio 2016 sono 163 di 14 nazionalità differenti (il 34% dal Gambia, il 13% dal Ghana, il 12% dalla Nigeria). Si tratta di adolescenti non accompagnati sopravvissuti agli sbarchi e a viaggi estenuanti, protetti dal sistema di prima accoglienza del Comune. Il numero degli arrivi al momento è stabile ma non è destinato a diminuire.
Si cercano famiglie bolognesi disposte a dedicare anche un solo giorno alla settimana o un week end a questi adolescenti soli, invitandoli a pranzo o al cinema, allo stadio o a fare una passeggiata per conoscere Bologna.
Chi è interessato ad accogliere un adolescente nei fine settimana può contattare il Centro famiglie in via del Pratello o l’associazione Amiss (tel. 0510827324).